Una piccola torre costiera che un tempo fu usata anche come locanda: dove ci troviamo?

Un tempo sentinella, poi locanda, ora simbolo in cerca di nuova vita. Dove ci troviamo? L'avete riconosciuta?
Non lontano dai riflessi salmastri dello stagno di Santa Gilla, in quel lembo sospeso tra Cagliari e Giorgino, sorge una costruzione discreta ma piena di racconti: la Torre della Quarta Regia, conosciuta anche come Torre della Scafa. Oggi potrebbe sembrare solo una curiosità architettonica, ma per secoli ha vegliato sulla costa, osservando pescatori, soldati, viaggiatori… e perfino clienti affamati.
Questa torre nasce nel XVI secolo, epoca in cui il pericolo arrivava dal mare sotto forma di incursioni saracene. Presidiata da due uomini, aveva la missione di avvistare nemici e proteggere il tratto di costa in cui si inseriva, punto strategico del Golfo di Cagliari. Ma la sua storia è ancora più antica: sorge infatti su un sito aragonese dove già si imponevano tasse sul pescato.
Curiosa è proprio l’origine del suo nome: “Quarta Regia” deriva da un’imposta che obbligava i pescatori della laguna a cedere un quarto del loro pescato alla Corona. Un tributo che resistette nei secoli, fino al 1956, quando venne finalmente abolito per legge regionale.
La torre, oggi cilindrica, era un tempo troncoconica. Alta circa nove metri e con un diametro di poco più di quattro, ospita due livelli collegati da una scala elicoidale. Accanto ad essa si trova un edificio più recente, un’aggiunta posteriore di circa 50 metri quadrati.
Nel corso del tempo ha subito alterne fortune. Fu considerata troppo vulnerabile per scopi militari già nel 1721 e, qualche decennio più tardi, concessa a privati. Nel 1793, però, tornò utile: durante l’invasione francese, i pescatori locali — guidati da Vincenzo Sulis — la difesero con coraggio.
Poi venne l’abbandono, un violento colpo di mare nel 1898 la danneggiò pesantemente, e l’intera zona si trasformò in un luogo malfamato. Eppure, proprio in quel periodo, la torre visse un momento curioso: diventò una locanda. Pescatori e viandanti si ritrovavano lì per gustare piatti di pesce fresco e frutti di mare, tra racconti salmastri e vino versato in bicchieri opachi.
Negli anni Duemila, la speranza di rinascita. Un progetto di recupero premiato nel 2012, poi il restauro avviato dalla Conservatoria delle coste e completato nel 2017. Oggi la torre è patrimonio della Regione Sardegna e al centro di un’idea ambiziosa: farne parte di un parco costiero che racconti non solo la storia, ma anche la cultura della pesca.
Un tempo sentinella, poi locanda, ora simbolo in cerca di nuova vita.

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