Fiera del libro di Iglesias, Carta: “Tutta la passione dietro un grande evento culturale”. Francu: “Per la città un appuntamento imprescindibile”

Abbiamo intervistato la direttrice artistica, Eleonora Carta, scrittrice, giurista ed esperta di narrativa crime, una delle voci più interessanti del panorama noir italiano e il Presidente della Commissione cultura Alberto Francu
Manca pochissimo alla nuova edizione della Fiera del libro di Iglesias. Abbiamo intervistato per voi la direttrice artistica, Eleonora Carta, scrittrice, giurista ed esperta di narrativa crime, una delle voci più interessanti del panorama noir italiano. Con i suoi romanzi e saggi ha esplorato le regole, le evoluzioni e le sfumature del poliziesco, raccontando il lato più oscuro della giustizia, della legge e della società. Una voce forte, una penna raffinata, una narratrice che sa addentrarsi nei chiaroscuri della realtà e che fra pochi giorni torna in libreria con “I giorni del corvo” per edizioni Ischire.
Molti non colgono la differenza tra un festival letterario e una fiera del libro? Può spiegarcela lei?
È vero, spesso i due termini vengono usati come sinonimi, ma c’è una differenza sostanziale. Nel 2015, dopo attenta valutazione, abbiamo scelto di usare la parola “fiera” per richiamare l’immagine delle antiche fiere medievali: quando le persone lasciavano i villaggi e si muovevano verso un punto d’incontro centrale, per commerciare, scambiare idee, racconti, notizie, visioni del mondo. Un festival letterario, invece, è più vicino a un evento di spettacolo, con un programma prevalentemente costruito attorno a incontri, talk e letture. Per queste ragioni, la nostra è la “Fiera del Libro di Iglesias”: un luogo di incontro e scambio in cui editori, autori, lettori e librai si ritrovano in uno spazio aperto, condiviso, dove i libri diventano
occasione di relazione, scoperta e – sì – anche acquisto. Un appuntamento che richiama ogni anno la comunità verso un centro simbolico di scambi e idee. Che porta fisicamente i libri tra le persone e crea uno spazio reale di mercato culturale, attorno alla parola viva, al confronto, alla riflessione.
Qual è l’ingrediente vincente di una Fiera in una cittadina come Iglesias?
Il territorio. Iglesias ha una storia, un’anima, un’identità forte che storicamente dialoga con la cultura. L’ingrediente vincente è proprio questa connessione profonda tra libri e comunità, un legame costruito negli anni grazie alla fiducia delle persone, al lavoro delle scuole, alla presenza delle istituzioni. La Fiera ha saputo crescere restando radicata: porta il mondo a Iglesias, ma lo fa con rispetto e ascolto delle esigenze della comunità. L’appuntamento di fine aprile ormai ha fidelizzato moltissimi lettori. Secondo lei cosa è la cosa che piace di più a chi partecipa ogni anno? Credo che ciò che piace davvero a chi partecipa ogni anno alla Fiera del Libro di Iglesias sia quello che noi chiamiamo “effetto Fiera”. Ce lo dicono gli ospiti, gli editori, i lettori: è qualcosa che va oltre il programma, oltre i singoli incontri.
È un’atmosfera, una complicità, un’alchimia che si crea naturalmente nei quattro giorni della Fiera, tra gli ospiti e la comunità, immersi nel bellissimo centro storico di Iglesias. Il clima è familiare, autentico, ma anche profondamente ricco di stimoli. Chi viene sa che troverà qualcosa di bello da portarsi a casa: un libro, una conversazione, un’idea, o anche solo un momento che lascia il segno. E poi ci sono gli autori: spesso arrivano per la prima volta, e poi hanno piacere di tornare. Perché sentono di far parte di qualcosa di vero, costruito con cura, in cui le relazioni contano almeno quanto i contenuti.
È complicato lavorare nel mondo della cultura in Italia? E se sì, cosa lo rende così faticoso?
Sì, è complicato. Perché la cultura viene ancora considerata un valore non essenziale, e gli operatori culturali sono spesso tenuti a giustificare la propria esistenza, rincorrere bandi e contributi, far quadrare conti e sogni. Ma allo stesso tempo, e forse proprio per questo, chi ci lavora lo fa con una dedizione fuori dal comune. E crea valore, per tutti.
Quanto lavoro ci vuole per organizzare la Fiera del libro di Iglesias?
Tantissimo, praticamente un anno intero. Ogni edizione nasce già mentre si sta chiudendo la precedente. Accanto al lavoro più visibile – programma, ospiti, comunicazione – c’è un impegno costante e spesso invisibile, fatto di relazioni, ascolto, progettazione. La Fiera è un progetto collettivo, che coinvolge scuole, istituzioni, editori, autori, volontari. La scelta del tema e degli ospiti nasce da un’attenta lettura del presente: vogliamo che ogni edizione parli davvero al nostro tempo e alle comunità che la vivono. Cerchiamo di costruire un’offerta culturale che lasci qualcosa: un’idea, un punto di vista, una scintilla. Perché leggere, incontrarsi, condividere è, prima di tutto, un gesto di trasformazione.
Quale è l’incontro più importante di questa edizione?
Domanda difficile! Ogni incontro è un tassello essenziale. Ma se proprio dovessi scegliere, forse direi quello con Ilide Carmignani, traduttrice e voce fondamentale della cultura italiana. La traduzione è il ponte invisibile tra le lingue e i popoli, e il suo intervento ci aiuterà a riflettere sul potere delle parole.
Puoi spiegarci il tema di quest’anno?
Il tema della decima edizione è “Chiavi di Volta”. Un’espressione architettonica, certo, ma anche simbolica. La chiave di volta è ciò che tiene insieme l’arco, ma è anche ciò che consente un cambiamento. Ci piace pensare alla cultura come a una forza di trasformazione. Ogni libro può essere una chiave che apre uno spazio nuovo, che cambia il punto di vista, che regge il peso delle nostre costruzioni interiori. In questo senso, ogni incontro alla Fiera è una chiave di volta. Abbiamo anche voluto contattare l’amministrazione di Iglesias che è sempre in prima linea quando si tratta di promozione della cultura.
Il Presidente della Commissione Cultura, appunto, Alberto Francu ci ha infatti raccontato che: “L’impegno è profondo e costante, perché crediamo che la cultura sia un motore fondamentale per la crescita sociale, educativa ed economica della nostra comunità. La nostra amministrazione ha nello sviluppo culturale un pilastro del proprio programma, investendo sia nelle iniziative tradizionali, come le iniziative legate all’imminente Settimana Santa e alla riproduzione del Corteo Storico Medievale, sia nelle iniziative più recenti, come la Fiera del Libro di Iglesias, giunta quest’anno alla decima edizione.
L’aver investito risorse significative in progetti culturali è un volano per lo sviluppo sociale ed al contempo turistico. L’Amministrazione collabora attivamente con associazioni, scuole, e operatori culturali per costruire una rete dinamica e partecipativa, in grado di offrire eventi, laboratori e iniziative accessibili a tutti e a tutte le fasce d’età. Lo sviluppo culturale deve garantire iniziative per tutti, dai bambini agli anziani. Non si tratta solo di finanziare eventi, ma di costruire un tessuto culturale vivo, che coinvolga i cittadini e renda Iglesias un punto di riferimento sempre più importante a livello regionale. Continueremo su questa strada, perché siamo convinti che la cultura sia un bene comune, un diritto e una straordinaria opportunità di futuro.
L’importanza della Fiera per la cittadinanza? Ormai sono parecchi anni che è diventato un appuntamento fisso?
La Fiera del Libro di Iglesias è diventata, in questi dieci anni, un vero e proprio simbolo di partecipazione, identità e crescita per la nostra comunità. È un appuntamento atteso da tutta la cittadinanza, capace di coinvolgere persone di tutte le età, dai più piccoli ai lettori più appassionati. I laboratori scolastici, così come i club di lettura, sono un simbolo di coinvolgimento della cittadinanza in un progetto culturale che vive il suo massimo splendore nei giorni fieristici, ma la Fiera ormai è un evento che dura tutto l’anno.
Per i bambini inoltre, il 24 Aprile nei luoghi dove si svolgerà la Fiera ci sarà la seconda edizione di Iglesias come Hogwarts, evento dedicato alla saga di Harry Potter, dove le strade del centro storico si coloreranno con i colori dei bambini vestiti in maschera. La sua forza sta nella capacità di unire la promozione della lettura con momenti di riflessione, dialogo e incontro. Autori, editori e traduttori si confrontano con il pubblico in un clima aperto e stimolante, trasformando la città in un laboratorio culturale a cielo aperto. Per Iglesias è motivo di orgoglio ospitare da 10 anni una manifestazione che cresce in qualità, prestigio e partecipazione, costruendo ponti con le altre Regioni ed aprendo a nuove opportunità collaborative e culturali. E dopo dieci anni, possiamo dire che la Fiera del Libro è entrata a pieno titolo nel cuore dei cittadini.
Come risponde la cittadinanza alle vostre proposte culturali? C’è sempre una buona risposta di pubblico? Attirate anche persone da altri comuni?
La cittadinanza è parte attiva della promozione culturale. Il tessuto associazionistico è florido e la cittadinanza risponde in maniera positiva sia alle iniziative tradizionali, sia alle novità. Negli ultimi anni, in particolare nel post covid, abbiamo assistito a un crescente interesse da parte del pubblico, segno che c’è un desiderio diffuso di vivere la cultura in modo attivo e condiviso. Si organizzano inoltre iniziative per tutte le età, dai
più piccoli ai più grandi. Ciò fa sì che tutte le fasce di età siano coinvolte ed è un motivo di grande orgoglio vedere una partecipazione così alta e variegata. Siamo particolarmente soddisfatti del fatto che molte delle nostre iniziative attirano anche visitatori da altri comuni del territorio, contribuendo a far conoscere Iglesias come un centro culturale vivo e dinamico. Questo ci motiva a continuare su questa strada, lavorando per una proposta culturale di qualità, che sia anche un’occasione di scambio, valorizzazione delle identità locali e crescita collettiva. L’iniziativa culturale sta diventando sempre più un tassello fondamentale di promozione turistica, con iniziative come la Fiera del Libro che non sono soltanto eventi dedicati al territorio, ma attrattivi anche per turisti, destagionalizzando così l’offerta turistica della città.

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