Lo sapevate? Cosa vuole dire in sardo “scramentau” e da dove ha origine questa parola?

Unu scramentu ballit po centu. Il sardo è una lingua ricchissima, con tanti vocaboli derivati dalle numerose dominazioni e che hanno più significati. Anche scramentau, scramentu, scarmentai sono tutte parole che confermano questa polivalenza, in questo caso del sardo campidanese. Che cosa significano questi termini e da dove derivano?
Lo sapevate? Cosa vuole dire in sardo “scramentau” e da dove ha origine questa parola?
Unu scramentu ballit po centu. Il sardo è una lingua ricchissima, con tanti vocaboli derivati dalle numerose dominazioni e che hanno più significati. Anche scramentau, scramentu, scarmentai sono tutte parole che confermano questa polivalenza, in questo caso del sardo campidanese. Che cosa significano questi termini e da dove derivano?
Su scramentu è la scottatura, la lezione, che suona come una punizione, un ammonimento, quindi un avviso, un’avvertenza, che portano a rinsavimento a un ravvedimento.
Unu scramentu ballit po centu, una lezione vale per cento, dallo spagnolo escarmiento, in catalano escarment. Scramentau, scottato, dallo spagnolo escarmentado. Il verbo Scramentai può essere utilizzato anche in forma attiva: significa infatti ravvedere, punire, scoraggiare, ammonire e quindi anche imparare a spese proprie, dallo spagnolo escramentar.
Che significa in sardo “scramentau” e da dove proviene questa parola? La risposta potrebbe sorprendervi e, perché no, strapparvi anche un sorriso. Partiamo da un detto sardo che colpisce nel segno: Unu scramentu ballit po centu. Una lezione vale per cento. E no, non è solo un modo di dire, ma un’intera filosofia di vita che ha radici profonde nel sardo campidanese.
La lingua sarda, un vero tesoro linguistico, è un patchwork di influenze storiche che hanno lasciato tracce ovunque, persino nei termini più curiosi. Prendiamo, appunto, scramentau, insieme ai suoi affini scramentu e scramentai: queste parole sono l’esempio perfetto di come il sardo sappia giocare con le sfumature.
Partiamo dal cuore del significato: su scramentu è la scottatura, sì, ma non parliamo solo di una bruciatura fisica. È quella lezione che arriva dritta come un fulmine a ciel sereno, una sorta di avvertimento che punisce per far rinsavire. In sostanza, è il mix perfetto tra punizione e ammonimento, qualcosa che ti fa dire: “Mai più!” con una smorfia di dolore, ma anche con un pizzico di saggezza in più.
Da dove arriva tutto questo? Dallo spagnolo, naturalmente, con il termine escarmiento, che in catalano diventa escarment. E qui sta la genialità del sardo: non si limita a tradurre, ma adatta. Scramentau diventa così “scottato”, con tutto il peso emotivo del termine, e il verbo scramentai non si accontenta di indicare il semplice punire o ammonire. No, va oltre: significa imparare a spese proprie, prendersi la lezione in pieno volto, come solo chi ha toccato il fuoco con mano può fare. Anche questo verbo discende dallo spagnolo escramentar, ma in sardo acquisisce quella carica ironica e pratica che trasforma una brutta esperienza in un prezioso insegnamento.
Insomma, in sardo, una scottatura non è mai solo una scottatura. È un messaggio, un monito e, perché no, una saggezza da tramandare… magari con un sorrisetto beffardo e un bel unu scramentu ballit po centu!

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