Stai fissando lo schermo del tuo smartphone, con una gran voglia di fare la tua parte per l’ambiente e, magari, risparmiare anche un po’ sulle bollette. Hai deciso che il sole può fare qualcosa per te e per la tua casa, ma davanti a te si apre un bivio. Dopo settimane di ricerche, notti insonni passate a leggere recensioni e lunghi confronti con amici e parenti, sei ancora fermo su un punto: “Ma qual è la scelta migliore tra i pannelli fotovoltaici e il solare termico?”
Da una parte c’è il fotovoltaico, che sembra promettere energia elettrica pulita e infinita. Dall’altra, il solare termico, una tecnologia meno conosciuta ma intrigante, che scalda l’acqua usando il calore del sole. Il dilemma è reale, e non sei certamente l’unico a essere confuso.

Forse hai letto mille informazioni, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi, e più scopri più le domande aumentano: quale dei due impianti ti farà risparmiare di più? Quale richiede meno manutenzione? E come sfruttare al meglio gli incentivi senza perderti nella burocrazia?

Per aiutarti a decidere, abbiamo chiesto a Carmelo Ulargiu, CEO dell’azienda SolareFacile, di rispondere alle domande più comuni, per chiarire le differenze tra fotovoltaico e solare termico e darti tutti gli elementi per scegliere l’impianto più adatto a te.

1. Qual è la differenza fondamentale tra fotovoltaico e solare termico?

Prima di scegliere un impianto, è essenziale capire a cosa serve ciascun sistema. Anche se entrambi sfruttano l’energia solare, i loro scopi sono molto diversi e rispondono a esigenze specifiche.

“In pratica, il fotovoltaico e il solare termico sfruttano entrambi l’energia del sole, ma per scopi molto diversi. Il fotovoltaico trasforma l’energia solare in elettricità, grazie a celle solari che catturano la luce e la convertono in energia elettrica. Questo significa che puoi usare questa energia per alimentare tutto ciò che richiede elettricità in casa, come elettrodomestici, luci e anche la ricarica di un’auto elettrica, per esempio. Il solare termico, invece, sfrutta il calore del sole per scaldare l’acqua. Pensa ai pannelli solari termici come a dei ‘boiler’ solari che riscaldano direttamente l’acqua per uso domestico, dalla doccia alla cucina. Entrambi sono ottimi per l’ambiente, ma servono a scopi diversi”.

2. Quale dei due impianti è più adatto per il clima italiano?

Il clima ha un ruolo importante nella scelta dell’impianto, perché incide sull’efficienza e sulla resa energetica. Scopriamo quale sistema si adatta meglio al nostro clima mediterraneo.

“Per l’Italia, paese benedetto da molto sole, entrambi gli impianti funzionano piuttosto bene. Tuttavia, il solare termico è particolarmente adatto per il riscaldamento dell’acqua, perché sfrutta semplicemente il calore, e questo può essere un sistema vantaggioso per gran parte dell’anno. In un clima mediterraneo come il nostro, è possibile riscaldare l’acqua per la maggior parte dei giorni senza usare energia elettrica, e ciò si traduce in una possibilità di risparmiare sulla bolletta. Il fotovoltaico invece, rende al massimo nelle giornate soleggiate, quindi in molte regioni italiane garantisce una buona resa elettrica per quasi tutto l’anno”.

3. Quanto spazio richiedono e quanto è complessa la manutenzione?

Prima di installare qualsiasi impianto, è importante valutare lo spazio necessario e il tipo di manutenzione che richiede per garantirne la resa nel tempo. Vediamo cosa ci dice l’esperto su questi aspetti.

“Per quanto riguarda lo spazio, entrambi i tipi di impianto richiedono un’area adeguata sul tetto, ma la dimensione può variare. Il fotovoltaico spesso richiede più spazio perché la resa elettrica è proporzionale alla superficie delle celle, mentre un sistema solare termico per uso domestico richiede meno spazio e può integrare un piccolo serbatoio. La manutenzione, invece, è piuttosto semplice per entrambi, ma il solare termico richiede solo un controllo periodico del liquido termovettore (un antigelo speciale che circola nel sistema), mentre i pannelli fotovoltaici sono praticamente esenti da manutenzione una volta installati, richiedendo solo una pulizia occasionale per mantenerli efficienti”.

4. È possibile combinare i due sistemi per una maggiore efficienza?

Una delle domande più frequenti riguarda la possibilità di combinare entrambe le tecnologie per ottimizzare i consumi e i benefici. Scopriamo se è possibile farlo e quali vantaggi porta.

“Assolutamente sì, e infatti è una combinazione sempre più popolare! Molti scelgono di installare un impianto fotovoltaico per generare energia elettrica per la casa e abbinarlo a un impianto solare termico per la produzione di acqua calda. Questo approccio permette di coprire in modo efficiente quasi tutte le esigenze energetiche di un’abitazione, sfruttando al massimo il sole. Inoltre, combinando i due sistemi puoi ridurre ulteriormente l’uso di energia da fonti non rinnovabili e abbassare i costi di riscaldamento e elettricità”.

Tra le agevolazioni disponibili per chi desidera installare impianti solari c’è il Conto Termico, che offre un rimborso diretto per l’installazione del solare termico. A differenza delle detrazioni fiscali (che permettono di recuperare il 65% della spesa in 10 anni), il Conto Termico prevede un incentivo erogato dal GSE in una somma unica o in tempi ridotti, rendendo l’investimento più accessibile e immediatamente conveniente. Sia il Conto Termico sia altre agevolazioni restano disponibili fino a dicembre 2024 per chi desidera sfruttare il potenziale dell’energia solare.

La burocrazia, tuttavia, può rappresentare un ostacolo: il processo richiede attenzione ai dettagli, dalla raccolta della documentazione alla tempistica di presentazione delle domande. Per questo motivo, molte aziende, come Solare Facile, si offrono di seguire ogni fase dell’iter, dalla progettazione iniziale alla scelta del sistema ideale fino all’installazione finale, semplificando l’intero processo per permetterti di godere degli incentivi senza stress.

Non c’è mai stato un momento migliore per considerare il solare termico. Con incentivi a disposizione fino a dicembre 2024, il sole ti aspetta per illuminare il tuo cammino verso un futuro più verde e sostenibile. Informati, esplora le tue opzioni e inizia oggi stesso la tua avventura energetica. Con l’assistenza di chi, come Solare Facile, è qui per rendere tutto più semplice, il tuo sogno di una casa eco-friendly è a un passo da te. 

In Sardegna, il pane non è mai stato solo cibo. È sempre stato simbolo, rito, ingegno. Tra i tanti pani che affollano la straordinaria tradizione sarda – dal carasau al civraxiu, dal frattau al pistoccu – ce n’è uno che affonda le radici in un tempo così lontano da sembrare mitico: Su Pan’Ispeli, il pane di ghianda. Citato persino da Plinio il Vecchio, scrittore dell’antica Roma, nella sua enciclopedia “Naturalis Historia”, viene descritto come “un pane impastato con argilla del quale si nutrono i Sardi”.

Questo alimento antico risale al Neolitico e nasce in un contesto di fame e sopravvivenza. Quando il grano scarseggiava, le donne sarde guardavano alle querce, generose di ghiande mature. La raccolta era attenta: si sceglievano solo quelle ben sviluppate, simbolo di forza e nutrimento. Ma non bastava raccoglierle: le ghiande andavano sbucciate, lessate e poi depurate con un rituale tanto antico quanto affascinante.

L’acqua della bollitura veniva filtrata attraverso uno strato composto da argilla, erbe aromatiche e cenere. Questo non solo serviva a eliminare le sostanze amare e tossiche, ma aveva anche un significato profondamente spirituale. In epoca primitiva, in Sardegna era fortissimo il culto della Dea Madre, divinità della terra e della vita. L’argilla, considerata il suo sangue, aveva un valore sacro: cibarsi di quel pane significava ricevere protezione ultraterrena e conquistarsi un posto nell’aldilà.

Una volta cotte e purificate, le ghiande venivano ridotte in una sorta di “polenta” densa, modellata in pezzi, poi asciugata lentamente al sole o nel forno. Il risultato era un pane dal colore scuro, quasi nero cenere, con un sapore intenso e inaspettatamente gradevole. Nonostante la sua origine umile, Su Pan’Ispeli era tanto apprezzato che continuò a essere preparato e consumato in Ogliastra fino agli anni ’50 del Novecento.

Oggi, il pane di ghianda è quasi scomparso, ma resta uno dei simboli più potenti dell’ingegno e della spiritualità antica della Sardegna: un cibo che nutriva il corpo e, secondo chi lo preparava, anche l’anima.