Lo sapevate? Tra le origini del nome Sinnai una avrebbe a che fare con un gruppo di ebrei deportati in Sardegna circa duemila anni fa

L'origine del nome Sinnai: una storia tra mito e realtà. Sull'origine del nome "Sinnai" continuano ad essere comunemente proposte diverse ipotesi. Una di queste sarebbe collegata a una frequentazione ebraica in epoca romana.
Lo sapevate? Tra le origini del nome Sinnai una avrebbe a che fare con un gruppo di ebrei deportati in Sardegna circa duemila anni fa.
L’origine del nome Sinnai: una storia tra mito e realtà. Sull’origine del nome “Sinnai” continuano ad essere comunemente proposte diverse ipotesi. Una di queste sarebbe collegata a una frequentazione ebraica in epoca romana.
Sull’origine del nome di Sinnai sono state avanzate numerose teorie, alcune affascinanti e legate alla storia millenaria della Sardegna. Una delle più curiose ipotesi richiama un legame con la comunità ebraica, deportata sull’isola circa duemila anni fa.
Secondo la prima ipotesi (quella che ci interessa di più) un gruppo di ebrei, trasferiti in Sardegna durante il regno dell’imperatore Tiberio (come riportato dagli storici Giuseppe Flavio e Tacito), avrebbe trovato rifugio nelle zone attualmente occupate dai comuni di Sinnai e Maracalagonis. Colpiti dalla somiglianza tra le montagne del Serpeddì e il Monte Sinai, luogo sacro della loro fede, avrebbero chiamato la nuova terra con il nome della loro montagna, battezzando così il territorio come “Sinnai”. Questa suggestiva somiglianza tra il paesaggio sardo e quello mediorientale è supportata anche da altre corrispondenze geologiche, come il massiccio di granito di Mont’e Xena (o Monte Genis), che conserva toponimi evocativi come “Matt’e Abramu”, “Bruncu Adamu” e “Bruncu Salamu”.
A rafforzare ulteriormente questa ipotesi, si fa riferimento alla diffusione di nomi di origine ebraica in tutta la Sardegna, probabilmente legati anche all’arrivo di famiglie ebraiche in fuga dalla Spagna nel XV secolo, durante l’Inquisizione avviata da Ferdinando il Cattolico. Queste comunità avrebbero trovato rifugio sull’isola, contribuendo a lasciare tracce della loro presenza attraverso nomi e tradizioni.
Un’altra ipotesi, di natura linguistica, attribuisce il nome “Sinnai” a una pratica antica di marchiare il bestiame. Il termine deriverebbe dal verbo sardo “sinnāi”, che significa appunto “segnare”. Questa spiegazione è forse meno affascinante della prima, ma non per questo meno plausibile, dato il legame storico della Sardegna con la pastorizia e l’allevamento.
Il nome di Sinnai appare per la prima volta in un documento medievale del 1088, conservato nell’abbazia di San Vittore di Marsiglia, dove è scritto in caratteri greci come “S’innah”. Il fatto che la denominazione sia rimasta praticamente invariata nel corso dei secoli indica una forte continuità linguistica.
Un’altra teoria, avanzata dall’archeologo Giovanni Spano nel suo Vocabolario Sardo Geografico del 1873, suggerisce che il nome possa derivare dalla radice “SCIN”, comune in località situate vicino a dirupi o formazioni rocciose. Spano, inoltre, ipotizza una connessione con il termine fenicio “SINA”, che significa “rovo” o “arbusto”, e che potrebbe indicare un’area caratterizzata da vegetazione aspra e terreni accidentati, simile a quelli che circondano il monte Sinai in Palestina.
Infine, la radice “Sin” appare frequentemente in tutta la Sardegna, spesso a indicare aree di confine o zone particolarmente impervie. Questo potrebbe spiegare anche il nome del secondo villaggio che ha dato origine a Sinnai, “Segossini”, che deriverebbe dall’unione dei termini latini e sardi “secus” o “segus”, con il significato di “oltre” o “subito dopo”, e “Sin”, a indicare la vicinanza a un confine naturale o geografico.
Questa pluralità di teorie riflette la ricchezza storica e culturale della Sardegna, dove tradizioni antiche e influenze esterne si sono intrecciate nel corso dei secoli, lasciando tracce indelebili nei toponimi e nelle storie locali.

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