Avrebbe potuto essere una delle tante storie con finale infausto, quella della pulcina Pulcinella, e invece è l’ennesima dimostrazione di come gli animali siano spesso da considerarsi esempi di empatia.
«Non era una situazione facile» commenta la veterinaria Roberta Demontis, che ha dato una mano al destino affinché fosse più dolce. «Ma tutto si è risolto per il meglio.»
Una mattina, la proprietaria di Pulcinella la trova moribonda. Diagnosi? Be’, ipocalcemia, una patologia che spesso colpisce questi animaletti così fragili. La Demontis, chiamata in emergenza, salva quindi da morte certa la piccola con una dose di calcio ma il peggio non è scongiurato.
«L’ipocalcemia spesso comporta cecità – transitoria o permanente – o altri deficit a livello visivo, in più lei ovviamente non si alimentava. Si era pensato all’eutanasia, ma non me la sono sentita.»
Quindi, la dottoressa la adotta per un periodo – portandola a casa sua –, assicurandosi che le carenze a livello nutrizionale vengano spazzate via: Pulcinella viene nutrita a mano, con una siringa. Lei però continua a non vedere, il che per un animale simile è una sentenza di morte.
Ma all’improvviso un cambiamento: Pulcinella, a casa della veterinaria, prova a beccare per terra. Lei non si fa fermare dalla malattia e dagli occhi che non le permettono di vedere, ma si punta e prova a sopravvivere, con un attaccamento alla vita pazzesco. E allora la decisione viene presto presa: la proprietaria riprende Pulcinella e la rimette insieme ai suoi fratelli.
E loro compiono il miracolo. La seguono dappertutto, sono i suoi occhi. Le spostano la terra, lei così ha più tranquillità e trova facilmente il cibo. Non la lasciano sola. E lei cresce, diventando grazie all’amore dei suoi stessi fratelli una bellissima gallina e muovendosi sempre meglio, più sicura. Ipovedente, sì, ma assolutamente autonoma.
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