Un luogo di dolore, ma anche di amore infinito. È con questo spirito che Paride La Mantia, 50 anni, cagliaritano, varca da anni i cancelli del cimitero di San Michele per salutare la sua Maria Eleonora, la figlia volata in cielo troppo presto. Ogni visita, però, è un colpo al cuore non solo per la perdita, ma anche per lo stato di abbandono in cui versa la zona del camposanto dedicata ai bambini.

“Dovrebbe essere un giardino curato, un posto sereno dove poter salutare i nostri figli che la vita ci ha strappato via troppo in fretta – racconta Paride –. Un luogo accogliente, dove immaginare che anche loro possano giocare. Invece è tenuto male, con poca attenzione e cura”.

Da tempo, il papà cagliaritano ha deciso di intervenire in prima persona: armato di pazienza, affetto e materiali, ha portato da casa zolle di prato artificiale, sassi – “trenta chili l’estate scorsa” – e fiori, cercando di restituire dignità e bellezza al piccolo giardino della sua Maria Eleonora.

Ma il suo gesto non vuole restare isolato. È un appello accorato rivolto al Comune: “Chiedo all’amministrazione di fare uno sforzo per rendere questo spazio degno e fruibile – spiega –. È un dolore vederlo così ogni settimana. Non tutti i genitori possono fare come me e trasportare pesi o materiali per abbellirlo. Io ho una piccola impresa edile, mi propongo anche per aiutare gli operai. Perché sarebbe giusto trovarlo già pulito, senza erbacce, curato, un posto degno di accogliere i nostri angeli”.

Il messaggio di Paride La Mantia è chiaro: più che un semplice intervento di manutenzione, serve un segno di rispetto verso il dolore e l’amore di tante famiglie che in quel giardino ritrovano, almeno per qualche istante, il contatto con i propri bambini.
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