Andrea Cossu e il Rifugio Valentina, casa dei mici abbandonati: «Era un’ancora di salvezza per me»

Andrea Cossu, 36enne di Carbonia, gestisce il Rifugio Valentina, un luogo sicuro per i gattini abbandonati, maltrattati, quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscere l’amore e il rispetto, il calore di una carezza sulla testa e di un giaciglio caldo in una casa piena di affetti.
«L’ancora di salvezza erano i miei mici, lì ho capito quale dovesse essere la strada.»
Andrea Cossu, 36enne di Carbonia, gestisce il Rifugio Valentina, un luogo sicuro per i gattini abbandonati, maltrattati, quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscere l’amore e il rispetto, il calore di una carezza sulla testa e di un giaciglio caldo in una casa piena di affetti. Lui li cura, li sterilizza, li microchippa, dà loro tutto quel di cui hanno bisogno e poi li dà in adozione. E intanto, con le centomila persone che lo seguono sui social, riesce anche a dare sostegno ad associazioni e volontari organizzando raccolte fondi indispensabili.
Ma facciamo un passo indietro.
Il Rifugio Valentina nasce nel 2022, perlomeno ufficialmente, ma affonda in realtà le radici nella pandemia. È l’inizio del 2020 quando il Covid-19 si abbatte violentemente sulle nostre vite, sulle nostre attività lavorative e sui nostri cuori. Ed è allora che l’attività storica della famiglia di Andrea, sportiva, ha dei tentennamenti.
«Abbiamo quindi messo mano a un terreno di famiglia fermo da decenni, pulendolo e occupandoci degli alberi. Doveva diventare un centro sportivo all’aperto.»
Ma il destino ci mette lo zampino, presto arrivano dei mici che hanno bisogno di aiuto. Andrea non può – NON PUÒ! – dire no a quella richiesta di una mano tesa, quindi li accoglie. È il 2021. Non è tuttavia un periodo semplice, perché Andrea e la sua famiglia si ritrovano una sfida incredibilmente dura. La sorella Valentina ha un cancro al seno, combatte da anni, poi nel 2022, a maggio, lascia questa terra.
«È volata via ed è stato un dolore enorme, qualcosa che non avevo mai provato in vita mia.»
Andrea si prende l’estate per pensare. Questo tuono nella sua vita lo mette davanti a una scelta: deve cercare di comprendere in che direzione deve andare la sua vita, in cosa trovare la motivazione per andare avanti. E comprende: l’ancora di salvezza sono i mici che ha a casa, più quelli del rifugio, cui si dedica anima e cuore.
Ed è proprio qui che il Rifugio Valentina – in nome della sorella tanto amata – prende piede.
Anche perché c’è tanto lavoro da fare per metterlo in sicurezza. Parte un percorso incredibile, fatto di amore e di condivisione. Pian pianino i follower che seguono la pagina sono sempre più. Centinaia, poi migliaia. Ora centomila.
Gatti, abbiamo detto, ma anche coniglietti, caprette e galline.
«Alcuni mici sono nel tempo diventati star del web» racconta Andrea. «Quello che mi rende felice è sapere di migliorare la giornata delle persone. Alcune ci dicono che, dopo una giornata stressante, piena di cattiverie e bruttezze che si vedono sui social, aprono il nostro canale e ritrovano la pace. Insieme alla salvezza degli animali, questa è la mia seconda missione!»
Cossu, che ha un altro lavoro part-time, gestisce il Rifugio ogni giorno, sette giorni su sette, in ogni momento libero. E non ci sono ferie per chi lavora con gli animali, nossignore, ma ne vale la pena. Sempre. E nonostante le spese, che per gestire animali in difficoltà e da rimettere in sesto sono davvero ingenti.
Un bel passo in avanti, come dice Cossu, sarebbe cercare di ridurre il randagismo. Per questo non bisogna aspettare troppo Regione, Provincia e Comune – come spiega – perché spesso, oberati di lavoro, non possono gestire tutto. Il cambiamento deve partire dal basso, anche con opere di sensibilizzazione. Troppi non sterilizzano i gatti di casa perché contronatura o ritenuto superfluo: questo crea un meccanismo in stile “cane che si morde la coda”. I gattili sempre pieni, per iniziare, perché i privati danno in adozione gattini che non sarebbero dovuti nascere.
«Dovrebbe esserci unione tra istituzioni e persone comuni» spiega il 36enne. «Per l’abbandono? Non ci sono parole. Qui bisognerebbe più che altro chiedersi perché una persona abbandoni un essere vivente che ha bisogno di amore. Difficile trovare un modo per arginare questo fenomeno devastante, ma si potrebbe iniziare sensibilizzando e non girando la testa dall’altra parte quando si viene a conoscenza di una cosa simile.»
Progetti futuri? Be’, Cossu è in fermento: vorrebbe che il Rifugio Valentina diventasse un bio-parco naturale, dove le persone possano fermarsi anche più giorni per vivere in mezzo alla natura, per riconnettersi ad essa.
«Io vengo qui per “rifugiarmi”, c’è una serenità pazzesca.»
Perché, quindi, non far provare questa pace anche ad altre persone?
«Abbiamo tutto, tutti i confort della vita moderna, eppure non siamo mai felici, mai soddisfatti: il nostro bisogno è quello di ricollegarci alla terra.»
E il Rifugio Valentina ha anche una linea di abbigliamento. Con i loro prodotti si aiutano tante anime a trovare il proprio posto nel mondo… what else?

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