Un terribile incidente stradale ha sconvolto la tranquillità della notte a Carbonia. Intorno alla mezzanotte, sulla Strada Provinciale 78 Bis, un’auto è finita fuori strada, causando la morte di una giovane donna di 27 anni. La vittima, sbalzata violentemente fuori dall’abitacolo, non ha avuto scampo: i soccorsi, tempestivamente intervenuti, non sono riusciti a salvarla.

L’incidente ha coinvolto un veicolo con a bordo quattro persone: l’autista, un altro passeggero, e un bambino di pochi anni. Mentre l’autista e l’altro passeggero hanno riportato ferite di varia entità, il bambino è rimasto miracolosamente illeso, un fatto che rende ancora più sconcertante l’accaduto.

Sul luogo del tragico evento sono accorsi i soccorritori del 118, in particolare le squadre della Sulcis Emergenze e Solki Soccorso, supportate da un’ambulanza medicalizzata proveniente dall’ospedale Sirai. Il personale sanitario ha tentato disperatamente di rianimare la giovane donna, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. I vigili del fuoco, intervenuti per mettere in sicurezza l’area e aiutare nelle operazioni di recupero, hanno lavorato fianco a fianco con il Radiomobile dei carabinieri, che si è occupato dei rilievi necessari per chiarire la dinamica dell’incidente.

Le cause esatte dell’uscita di strada non sono ancora del tutto chiare e saranno oggetto di indagini approfondite. Al momento si ipotizza che una possibile distrazione o un improvviso malore del conducente possano aver giocato un ruolo decisivo, ma non si esclude alcuna pista. La tragedia lascia un segno indelebile nella comunità locale, che si stringe attorno alla famiglia della vittima, colpita da un lutto inaspettato e devastante.

La passione per la storia può diventare un ponte tra il passato e il presente, tra la memoria collettiva e il cuore delle persone. È ciò che ha dimostrato Stefano Cogoni, residente a Sinnai, profondamente appassionato di storia militare e in particolare dei drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Dal gennaio 2019, ha avviato un progetto tanto ambizioso quanto umano: raccogliere testimonianze e interviste in tutta la Sardegna, nei luoghi colpiti dai bombardamenti, spezzonamenti e mitragliamenti, per poi riunirle in un libro. Un lavoro mosso dal desiderio di preservare la memoria e destinare l’intero ricavato in beneficenza.

Nel corso delle sue ricerche, nell’aprile 2020 Stefano si iscrive al gruppo Facebook “Serramanna se…”, spiegando pubblicamente il senso del suo progetto. Inaspettatamente, viene subito contattato da Massimo, figlio della signora Raffaela Crobeddu, classe 1924. La donna accetta con entusiasmo di raccontare la propria esperienza e durante l’intervista rivela un dolore mai risolto: la perdita del fratello Gesuino Crobeddu, classe 1920, caduto in guerra sul fronte russo. Raffaela confessa di non conoscere la data precisa della sua morte, impedendole così di ricordarlo con una messa o un momento commemorativo.

Stefano Cogni con la signora Raffaela

Scosso da quella confidenza, Stefano si impegna immediatamente a fare il possibile per aiutare la signora. A maggio 2020 si reca all’Archivio di Stato di Cagliari, in via Gallura, dove riesce a recuperare il foglio matricolare del soldato. A giugno, invia una prima richiesta alla caserma Maggiore Carlo Ederle di Cagliari per ottenere un eventuale riconoscimento ufficiale. Dopo un ulteriore invio di documentazione a ottobre, a novembre 2020 arriva la risposta tanto attesa: un attestato ufficiale viene finalmente riconosciuto e consegnato alla signora Raffaela.

Grazie alla consultazione della banca dati dei caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale, Stefano scopre anche la data esatta del decesso di Gesuino: 20 gennaio 1943, in Russia. Il soldato faceva parte della 63ª squadra panettieri presso la 4ª Divisione Alpina Cuneense, coinvolta nella tragica ritirata dal fronte orientale.

La targa per Gesuino Crobeddu

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