Si narra che Cicerone, da sempre accanito nemico dei Sardi, durante un’orazione dichiarò che “tutto ciò che producono i Sardi è cattivo, persino il loro miele è amaro”, riferendosi al gusto insolito e inaspettato del miele di corbezzolo, prodotto tipico dell’Isola. Tuttavia, ciò che l’oratore ancora ignorava è che il caratteristico sapore amaro di questo miele non è un difetto, ma una peculiarità dovuta alle sue proprietà terapeutiche. Oggi, il miele sardo è tra i più pregiati e ricercati al mondo, tanto da essere il fulcro di un’iniziativa unica nel suo genere promossa da 626 School, azienda sarda leader nella consulenza e formazione sulla sicurezza sul lavoro e alimentare.

Nata 18 anni fa a Sinnai, in Sardegna, 626 School si è rapidamente espansa anche nel continente, aprendo sedi a Roma, Latina e Civitavecchia. Con un profondo radicamento sul territorio sardo, l’azienda ha stabilito la sua presenza nelle principali città dell’isola, tra cui Sassari, Nuoro, Oristano e Olbia.

Nonostante la rapida crescita, l’azienda ha mantenuto un forte legame con la Sardegna. Nel 2023 ha deciso di dare qualcosa in cambio alla propria terra d’origine, lanciando un’iniziativa volta a sostenere l’ecosistema isolano, con un focus particolare sulle api e sul rinomato miele sardo.

Il cambiamento climatico e gli incendi avevano gravemente compromesso la produzione di miele, minacciando le api autoctone dell’isola. Per rispondere a questa emergenza, 626 School ha collaborato con l’esperto apicoltore Luigi Manias, che ha offerto la possibilità a tutte le imprese e i cittadini di adottare delle arnie, ossia delle casette dove le api vivono e producono il miele. Grazie a questa iniziativa, chiunque sceglie i corsi di formazione offerti da 626 School contribuisce direttamente alla tutela delle api. Questo progetto ha permesso di adottare ben 50.000 api autoctone, un gesto simbolico e di grande impatto per la conservazione di questa specie vitale.

Il progetto di tutela delle api e del miele di Sardegna si distingue per la sua innovazione e inclusività. Un elemento di particolare pregio è l’attenzione all’inclusione sociale: Luigi, infatti, coinvolge persone con disabilità nelle attività degli apiari. Questa iniziativa non solo offre un’opportunità di inserimento lavorativo, ma consente loro di partecipare attivamente alla conservazione delle api, arricchendo così l’intera comunità con il loro contributo.

L’iniziativa di 626 School è stata accompagnata da un tour formativo gratuito, l’HACCP Sardegna Tour, in cui l’azienda unisce la passione per il mondo dell’apicoltura a quello della sicurezza alimentare. Attraverso eventi organizzati in cinque città sarde – Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari – 626 School ha coinvolto oltre 500 imprenditori e operatori del settore alimentare, fornendo aggiornamenti sulle norme di sicurezza sul lavoro e sugli alimenti e presentando la loro iniziativa per le api. Nel 2025 l’HACCP Sardegna Tour si espanderà in sette città, includendo Iglesias e Lanusei, con l’obiettivo di triplicare il numero di api delle quali prendersi cura.

Il successo dell’iniziativa ha avuto anche una notevole risonanza mediatica, dando vita a una vivace comunità sui social media. Il 20 maggio 2024 è stato aperto un gruppo Facebook che ha raccolto ben 890 membri, tra cui molti apicoltori e appassionati. Questo spazio è diventato un punto di ritrovo per discutere e condividere consigli su come aiutare le api, ridurre l’uso di pesticidi, promuovere la biodiversità e contrastare la disinformazione. 626 School ha dimostrato un impegno concreto destinando parte del suo fatturato a questa causa, sostenendo i clienti che scelgono di contribuire alla protezione delle api.

626 School non è una semplice azienda di consulenza e formazione sulla sicurezza alimentare e sul lavoro, ma è un grande esempio di come un’impresa possa contribuire positivamente all’ambiente e alla società. Con un impegno costante verso l’educazione, la sostenibilità e l’inclusione, 626 School dimostra che ogni piccolo gesto può fare una grande differenza.

Martina Murenu, influencer sarda seguita da oltre 100.000 persone su Instagram, ha pubblicato ieri un messaggio durissimo in cui torna a parlare della violenza sessuale subita un anno fa negli Stati Uniti. Con parole cariche di frustrazione e dolore, denuncia l’assenza di risposte concrete da parte delle autorità americane, nonostante – afferma – esistano prove evidenti.

“Sono incazzata, ma tanto. In primis per le risposte che mi diedero, per il fatto che hanno tutte le prove e nonostante questo il silenzio totale. Evidente ha pagato talmente tanto che gliel’hanno lasciata passare liscia.”

Dal novembre scorso, racconta Martina, nessun aggiornamento è arrivato da parte del detective incaricato. Dopo mesi di attesa e silenzio, ha deciso di scrivere direttamente al team forense, manifestando la propria esasperazione per l’inerzia e l’indifferenza che ha riscontrato.

“Non ho ricevuto una risposta da nessuno, trovo davvero ridicolo e triste che noi donne non siamo mai ascoltate e messe in discussione e che il carnefice sia l’unico protetto e a godersi la sua vita, con la possibilità che ci siano altre vittime ipotetiche. La mia vita è cambiata per sempre e tutto tace. Forse più per incompetenza e indifferenza.”

Ma è una frase, soprattutto, a colpire e a scuotere l’opinione pubblica: “Forse sarei dovuta morire per essere ascoltata.”

Un’affermazione cruda, che riflette il senso di abbandono e impotenza che molte vittime di violenza conoscono fin troppo bene. Martina non tace, e non ci sta a lasciare che la vicenda venga dimenticata o archiviata nel silenzio.

Il suo sfogo ha raccolto numerosi messaggi di solidarietà da parte dei follower, ma solleva anche interrogativi profondi sul funzionamento della giustizia, specialmente in casi in cui la vittima è una donna e il colpevole sembra avere coperture o risorse per sottrarsi alle responsabilità. “Che schifo!”, conclude Martina nel post. E con quelle due parole sintetizza una rabbia che non è solo sua, ma condivisa da tante altre persone che, come lei, cercano verità, giustizia e ascolto.

Martina Murenu PH Profilo IG Martinakis

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