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Cagliari come non l’avete mai vista: ecco il “segreto” dietro lo scatto di Marcello Carro

Non è un fotomontaggio e non c’è lo zampino dell’AI: è il trionfo della tecnica e dell’occhio umano. Un teleobiettivo puntato dal Margine Rosso trasforma il quartiere Castello in un miraggio che schiaccia la distanza tra mare e montagna.
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Nelle ultime ore, una fotografia sta facendo letteralmente il giro del web, scatenando un dibattito tra ammirazione e scetticismo. Lo scatto, opera del fotografo Marcello Carro, mostra il quartiere storico di Castello incastonato tra le cime del Monte Arcosu, in una prospettiva così ravvicinata e monumentale da sembrare quasi “impossibile”.
Molti utenti, abituati alla perfezione spesso artificiale dei software moderni, hanno gridato al trucco digitale o all’uso dell’Intelligenza Artificiale. Ma la realtà è molto più affascinante: è pura ottica. A spiegare come sia nata questa immagine straordinaria è lo stesso autore, che ha realizzato il progetto dopo averlo “studiato” per anni durante le sue passeggiate al Poetto.
“E’ una foto con teleobiettivo scattata dal Margine Rosso,” spiega Marcello Carro. “Sullo sfondo la Torre di San Pancrazio e alle sue spalle la parte bassa di Monte Arcosu. Per coloro che dicono che a occhio nudo la visuale non è la stessa, rispondo che è questione di saper osservare i dettagli. Avevo sempre immaginato che con un teleobiettivo ne sarebbe uscita una foto molto particolare, e così è stato.”
Il fenomeno visivo che ha tratto in inganno i meno esperti si chiama compressione prospettica. Utilizzando un teleobiettivo da una distanza considerevole (in questo caso dal Margine Rosso, a diversi chilometri di distanza), gli elementi presenti nello spazio — la città in primo piano e le montagne sullo sfondo — sembrano avvicinarsi magicamente tra loro. Il teleobiettivo riduce la percezione della profondità, “schiacciando” i piani e facendo apparire soggetti lontanissimi come se fossero uno a ridosso dell’altro.
Non basta però avere l’attrezzatura giusta. La riuscita di uno scatto simile dipende da due fattori critici: la pazienza e il meteo. “Non appena in possesso di un buon teleobiettivo e trovata una giornata con ottima visibilità, ho realizzato la foto,” continua Carro. “E cosa incredibile, è venuta esattamente come l’avevo immaginata guardando la scena a occhio nudo!”
L’immagine di Marcello Carro non è solo un omaggio alla bellezza di Cagliari, ma una lezione di fotografia che rivendica il valore del saper osservare. Laddove l’occhio umano vede una distanza sfocata, l’obiettivo del fotografo cristallizza una visione che sfida i nostri sensi, regalandoci una città che sembra uscita da un racconto epico.
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