«Il teatro? È il mio posto nel mondo»: la parola all’attrice sarda Elisa Pistis

Ha frequentato due Accademie, una a Udine e l’altra a Roma, ha calcato i palcoscenici di tutta Italia, ha lavorato per la Rai e non solo e con il suo spettacolo Mistero Buffo ha ottenuto un successo internazionale, arrivando fino al Giappone: la 38enne Elisa Pistis, cagliaritana di nascita ma giramondo di vocazione, ne ha fatta di strada da quando, in terza superiore, nella sua testa il germoglio dell’amore per il teatro iniziava a spuntare.
«Il teatro? Per me è vita. È arricchimento, è crescita… studio, empatia, restituire qualcosa di bello al prossimo. È creatività: non ti annoi mai. È anche, tuttavia, vita precaria, solitudine dell’artista, una vita sempre in giro, sacrificio e rinuncia. Devi essere sempre performante, il teatro non ammette malattia né debolezze. Ma io mi sento al mio posto, sento di essere nata per questo: quando faccio teatro sono al posto giusto al momento giusto.»
Ha frequentato due Accademie, una a Udine e l’altra a Roma, ha calcato i palcoscenici di tutta Italia, ha lavorato per la Rai e non solo e con il suo spettacolo Mistero Buffo ha ottenuto un successo internazionale, arrivando fino al Giappone: la 38enne Elisa Pistis, cagliaritana di nascita ma giramondo di vocazione, ne ha fatta di strada da quando, in terza superiore, nella sua testa il germoglio dell’amore per il teatro iniziava a spuntare. E oggi è anche coach del benessere.
«Avevo capito che questo mondo mi piaceva tanto, mi affascinava» racconta Pistis, andando a ritroso di decenni. Ma ancora non era giunto “il momento”. Del resto, sebbene i suoi genitori la appoggino sempre, non proviene da una famiglia di artisti e molte delle persone accanto a lei la scoraggiano. È un mondo difficile per chi non ha familiarità con esso, Elisa ancora non ha le ali giuste per volare.
«Mi sono laureata in Beni Culturali a Cagliari» prosegue «ed è stato all’ultimo anno che mi sono resa conto che non sarebbe stato il mio lavoro. Mi piaceva quest’ambito, ma sentivo dentro di me qualcosa. Mi sono detta: quando finisco il percorso universitario cerco di entrare nel mondo del teatro come professionista e ho seguito questo piano.»
Sì, perché la ventiduenne, fresca di corona d’alloro, fa i provini per alcune accademie, riuscendo a entrare nell’Accademia d’Arte Drammaturgica di Udine. È il 2010 e il suo sogno sta diventando realtà.
«Era diventato un progetto concreto di vita, capii che era la mia strada. Oggi, dopo 15 anni, sento proprio di aver trovato il mio posto anche se, ad oggi, nella mia vita si sono aggiunti progetti anche non legati al teatro. Del resto, la cosa bella della vita è che abbiamo un mondo vario, ampio, con grandi stimoli. È importante ascoltare se stessi.»
Dopo l’Accademia, lavora un po’ ovunque, a Udine, a Torino, a Milano e poi – grazie a un fortunato provino con Baliani e Costa – riesce a partecipare a una tournee lunga due anni. Qui calca i palcoscenici di tutta Italia. «Dopo quest’esperienza, dove imparai tanto, capii che ero pronta a fare qualcosa di mio. Nel 2017 iniziò infatti la mia carriera da monologhista, con un’attenzione maggiore alla scrittura.»
Sì, perché Pistis scrive da sempre, si iscrive anche a un master in Drammaturgia, Sceneggiatura e Scrittura per la radio in modo da imparare sempre più, da mettere conoscenze sulle conoscenze. In più, a 32 anni, si iscrive all’Accademia a Roma e si laurea lì, con le sue forze, con entusiasmo, energia e amore per questo mondo.
Adora mettere nero su bianco racconti, parole, pensieri. Infatti poi è con il suo spettacolo Mistero Buffo che, come abbiamo spiegato, prende il volo. E pensare che nessuno ci credeva: l’attrice non ha un produttore, i grandi teatri le chiudono la porta in faccia. Ma lei sa che quel lavoro, basato sulle parole di Fo e Rame e rielaborato con una parte in sardo, è ben fatto, curato nei minimi dettagli.
«Il mondo è sessista, mi dicevano tutti che era una parte maschile, quindi doveva essere fatta da un uomo. Ma io a chi non credeva in me e nello spettacolo dicevo: vieni, ascolta le mie parole, guardami e poi mi dirai cosa ne pensi. Ho girato tutta Italia da sola, era mio compito crederci. Il passaparola ha poi fatto la differenza. Ci ho messo l’anima, si vede, è un tipo di teatro che mi è particolarmente congeniale. L’ho portato ovunque, partendo dal basso.»
Una parte in sardo, abbiamo detto, perché Pistis nei suoi lavori mette sempre se stessa, qualcosa del suo cuore, e l’Isola – nella quale è tornata dopo il lockdown – è la sua casa. «Nelle mie opere non si parla necessariamente di Sardegna, ma nei miei testi c’è sempre un “recupero della mia identità” ed essere sarda ti segna. La bellezza del teatro è questa: far arrivare un messaggio emotivo al di là delle singole parole che si possono o meno capire. Le parole dette in teatro provocano emozioni, non importa se qualcosa non si capisce: quel che si vede e che si ascolta è più importante della singola comprensione linguistica. Supera le barriere linguistiche e culturali, il teatro, è un linguaggio che risuona nel corpo e nel cuore delle persone.»
Nessun progetto a cui è più affezionata perché, come rimarca, ogni lavoro è come un figlio: ognuno ha il suo carattere e la sua personalità e ha lasciato un segno. «Non mi stanco mai di riproporre lo stesso spettacolo anche perché… non è mai lo stesso! Noi cambiamo continuamente, il teatro pure è vivo, cambia, si evolve. Io sono sempre nuova e questo accade per ogni replica di un mio spettacolo, che mi arricchisce nuovamente, mi dona qualcosa sempre.»
Per chi vuole intraprendere un percorso artistico, ha delle parole particolari: «Bisogna studiare, studiare e ancora studiare perché il talento senza lo studio è sprecato. Al giorno d’oggi la paura di lasciare la propria terra non ha ragione d’essere perché con i mezzi di trasporto si torna a casa in poche ore: il posto del vostro cuore non scappa, uscire dal proprio guscio permette di crescere, dà nuove prospettive nel mondo.»
Chiude con una considerazione sulla sua carriera parallela, quella di coach del benessere: «Penso che al giorno d’oggi diversificare le competenze, avere due entrate in questa fase storica non è più una buona idea ma è un punto di partenza. La vita e il mondo oggi ci offrono tantissime possibilità, ci sono tantissime cose che voglio realizzare in tanti ambiti, penso che oggi per me avere solo una cosa su cui concentrarmi sia riduttivo, ed ecco che sono felice di buttarmi anche in questo lavoro di coaching che aiuta tantissimo le persone a star bene, ed è un modo per restituire agli altri anche tutta la fortuna che abbiamo!»

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