Barones: i tenores di Neoneli insieme a Ligabue, Guccini, Branduardi, Elio e Baccini
Nel 2000 “S’Innu de su patriotu sardu a sos feudatarios” fu interpretato da artisti noti nel panorama musicale italiano. L’opera “Barones” realizzato con varie soluzioni musicali è un capolavoro e un omaggio dei Tenores di Neoneli al nostro amato canto rivoluzionario antifeudale
Correva l’anno 2000 quando venne presentato l’ultimo lavoro dei Tenores di Neoneli, l’album “Barones”. All’interno la versione integrale del componimento “S’Innu de su patriotu sardu a sos feudatarios” scritto nel 1794 da Francesco Ignazio Mannu.
Conosciuto anche come “Procurare ‘e moderare” è un componimento rivoluzionario e antifeudale realizzato in epoca sabauda durante i moti sardi. Passato alla storia come una sorta di “marsigliese sarda” venne stampato clandestinamente in Corsica e diffuso in Sardegna divenendo il canto rivoluzionario degli oppositori contro i feudatari, che avevano portato al degrado l’Isola. Il CD “Barones” del Coro di Neoneli contiene le 47 strofe per un totale di 376 versi in ottave rimate con diverse soluzioni musicali, e hanno partecipato con la propria voce artisti famosi del panorama nazionale.
Francesco Guccini, Angelo Branduardi, Luciano Ligabue, Elio e Francesco Baccini “cantadoris” in “Limba” nella variante lugudorese si sono superati interpretando 17 delle 47 strofe di “Procurare ‘e moderare”.
Nella loro interpretazione arriva la passione e l’impegno profuso dagli artisti che hanno colto l’importanza e il sentimento dell’opera per i sardi.
Per preparare l’album sono stati necessari oltre due anni di lavoro, ma il risultato finale è un vero capolavoro con numerose soluzioni musicali del classico “ballu tundu” eseguito con sette ritmi diversi.
Gli strumenti musicali utilizzati nel disco sono: le launeddas di Orlando Mascia di Maracalagonis, la trunfa di Nicola Loi di Ortueri, l’organetto di Roberto Fadda di Austis e le chitarre di Giannetto, Onofrio e Antonio Cocco di Narbolia.
I tenores del sodalizio, nato nel 1976, Tonino Cau, Peppeloisu Piras, Nicola Loi e Ivo Marras cantano le restanti la maggioranza delle strofe: 30 in totale. Nel preludio n 4, è presente la voce dell’indimenticabile Peppino Marotto.
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