Lo sapevate? L’aereo all’ingresso di Selargius ricorda il pilota delle Frecce Tricolori Antonio Gallus

Nel 1983 il pilota selargino fu insignito della Medaglia d'Oro al Valor Aeronautico perché due anni prima sacrificò la propria vita evitando una tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi
Lo sapevate che l’aereo che accoglie chi entra a Selargius non è soltanto un monumento, ma un simbolo di coraggio, memoria e orgoglio per l’intera comunità? Quel velivolo ricorda il pilota delle Frecce Tricolori Antonio Gallus, un uomo che ha scritto con il sacrificio la sua pagina nella storia dell’aeronautica italiana. Originario proprio di Selargius, nel 1983 Antonio Gallus fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Aeronautico, un’onorificenza che non racconta solo un gesto eroico, ma una scelta consapevole e tragica. Due anni prima, nel 1981, durante una missione, si trovò davanti a una decisione estrema: avrebbe potuto salvarsi eiettandosi dal suo aereo in difficoltà, ma avrebbe messo a rischio la vita di molte persone a terra. Scelse invece di restare ai comandi fino all’ultimo istante, guidando il velivolo lontano dai centri abitati e pagando con la vita quel gesto di altissimo valore umano e militare. Evitò così una tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti, diventando un esempio eterno di responsabilità e dedizione. Oggi, ogni volta che si passa da quell’ingresso del paese e si alza lo sguardo verso l’aereo, non si può fare a meno di sentire il peso e la forza di quel ricordo: un tributo silenzioso a un eroe che ha messo il bene degli altri prima del proprio.
Antonio Gallus nacque a Selargius il 22 settembre 1939. A 20 anni prestò servizio di leva come Ufficiale di Complemento in Aeronautica, ma il suo sogno era diventare pilota militare. Nel 1961 fu ammesso al Corso A.U.P.C. (Allievi Ufficiali Piloti di Complemento), nella Scuola di Volo di Lecce – Galatina dove conseguì il brevetto di pilota militare. Nel 1969 venne assegnato alle Frecce Tricolori ricoprendo la posizione di 2° Gregario Sinistro (1970-71), 2° Fanalino (1972-73), 3° Gregario Sinistro (1974) per poi diventare Capoformazione numero 1 dal 1974 al 1981, anno della sua morte.
Il 2 settembre del 1981 le Frecce Tricolore si trovavano nella base aerea di Rivolto in provincia di Udine. Come riportato sul sito “Storia delle Frecce Tricolore”, la formazione stava effettuando la manovra detta “Arizona” quando l’aereo G-91 del Tenente Colonnello Antonio Gallus entrò in collisione con quello del Capitano Fabio Brovedani. Ma mentre il velivolo del Capitano Brovedani, sebbene gravemente danneggiato fu in grado di atterrare, quello del Tenente Colonnello Gallus non era in condizioni di effettuare l’atterraggio.
Antonio Gallus, Toni, come lo chiamavano tutti, sapeva che per salvarsi doveva lanciarsi dalla cabina e toccare terra col paracadute, ma sapeva anche che in quel modo l’aereo sarebbe finito sopra un centro abitato rischiando di provocare delle vittime, così decise di rinunciare a salvarsi per condurre l’areo in una zona disabitata e lasciare che si schiantasse al suolo.
Il 3 marzo 1983, il Tenente Colonnello Antonio Gallus ricevette postumamente la Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico, un riconoscimento che ne celebra il coraggio straordinario e il sacrificio estremo. La motivazione riportava: “Per avere sacrificato la propria vita dirigendo il suo aereo, ormai privo di controllo dopo una collisione in volo con un altro velivolo durante un’esercitazione, verso una zona disabitata”. Questo gesto eroico evitò conseguenze devastanti, dimostrando un senso del dovere e un altruismo fuori dal comune.
Gallus, originario della Sardegna, è diventato un simbolo di dedizione e amore per il prossimo. La sua memoria è stata onorata il 12 settembre 2004 con l’inaugurazione di un monumento a Selargius, paese che custodisce con orgoglio il suo ricordo. Al centro del monumento troneggia un vecchio Fiat G-91, un velivolo iconico del 1961 appartenente alla pattuglia acrobatica italiana. Questo aereo, lungo undici metri con un’apertura alare di otto metri, è stato donato dall’Aeronautica Militare e restaurato grazie all’impegno e al contributo dei Lions.
Il Fiat G-91 non è solo un pezzo d’ingegneria aeronautica, ma un potente simbolo. Esso rappresenta il coraggio di chi ha solcato i cieli con passione, spingendosi oltre i limiti personali per il bene collettivo. Collocato nel cuore di Selargius, il monumento non si limita a celebrare un eroe, ma invita i visitatori a riflettere sui valori di sacrificio e responsabilità. Questo spazio è divenuto un luogo di incontro, di memoria e di ispirazione, un richiamo costante alla grandezza degli ideali che il Tenente Colonnello Gallus ha incarnato.
Attraverso questo monumento, la sua storia continua a volare, toccando i cuori di chiunque vi si avvicini, ricordando che il vero eroismo risiede nelle scelte compiute per proteggere gli altri, anche a costo della propria vita.

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