C’è un’immagine che spiega meglio di mille parole perché quando Agnelli lo chiamò per ricoprirlo d’oro e farlo giocare nel club più potente d’Italia, la Juventus, lui rifiutò. Ecco una foto che racconta benissimo il suo rapporto con Cagliari e con la Sardegna.

Gigi Riva ai tempi dello Scudetto a pesca di polpi con gli amici nel Golfo di Cagliari

Non c’è lo yacht, ma un peschereccio di un amico pescatore della Marina, non c’è nessuna modella supertatuata e con bikini striminzito accanto a fargli un massaggio sensuale, ma cinque amici intorno per festeggiare la pesca di un bel polpo da fare a insalata. Rombo di Tuono con il suo fisico asciutto, in costume da bagno e come unico vezzo – se così si può chiamare – un crocifisso d’oro al collo, sembra dire «Pitticcu su pruppu!».

Gianluigi Riva, originario di Leggiuno, un piccolo paese della Sardegna, ha sempre avuto un legame profondo con due aspetti della vita che gli stanno particolarmente a cuore: la genuinità delle persone e il mare. Questi due elementi, per lui, rappresentano non solo una passione, ma anche un riflesso di ciò che è veramente essenziale e bello nella vita. Il mare sardo, con la sua vastità e la sua bellezza incontaminata, ha un significato speciale per Gianluigi. Le acque cristalline che bagnano le coste dell’isola sono per lui un elemento fondamentale della sua esistenza, così come lo è la cucina tradizionale sarda. Sebbene questa cucina possa sembrare, per alcuni, semplice e talvolta perfino rustica, proprio in questa sua autenticità risiede la sua forza. Non servono fronzoli né complicazioni: ciò che conta è la qualità degli ingredienti. Ed è proprio nella freschezza del pesce che la cucina sarda trova la sua espressione migliore. Non c’è nulla che possa eguagliarla, nemmeno i mercati più rinomati di San Benedetto, per non parlare dei pesci che si possono pescare direttamente nelle acque limpide che circondano le città sarde. In questo mare così ricco e generoso, Gianluigi ha trovato una fonte inesauribile di ispirazione, che gli ha permesso di scoprire un mondo fatto di sapori autentici, che non ha bisogno di altro se non della semplicità della natura stessa.

E in questa foto c’è il racconto di una vita semplice fatta di una giornata di pesca con gli amici sotto un bel sole, magari qualche tuffo e poi una bella mangiata di pesce con un buon bicchiere di vino. Di questo si è innamorato Riva quando lasciò per sempre la Lombardia per la Sardegna più di cinquant’anni fa. Ed è questo a cui non ha mai voluto rinunciare.

Immersa nel silenzio della campagna della Sardegna nord-occidentale, a circa quattro chilometri dal paese di Romana, si trova una chiesa solitaria e suggestiva: San Lussorio. Questo luogo di culto cattolico, che fa parte della parrocchia della Madonna degli Angeli nella diocesi di Alghero-Bosa, ha un valore che va ben oltre il semplice aspetto religioso.

Ciò che rende davvero unica questa chiesa è la sua collocazione: sorge all’interno di una grotta, dove la tradizione narra che San Lussorio trovò rifugio per sette anni, nascondendosi dai persecutori. La struttura attuale comprende un corpo anteriore caratterizzato da un lungo porticato ottocentesco, sorretto da robusti contrafforti che ne accentuano il fascino rustico e solenne.

Ogni 21 agosto, la chiesa diventa il cuore pulsante della vita locale: in quella data si tiene una celebrazione solenne dedicata a San Lussorio, che richiama fedeli e visitatori. Non si tratta solo di un evento religioso, ma di una vera e propria ricorrenza identitaria, che rinsalda i legami della comunità e ne custodisce le radici. San Lussorio è, dunque, un luogo che fonde fede, storia e leggenda, rimanendo un punto di riferimento spirituale e culturale per chi vive nei dintorni.