Tra le strade del centro cittadino di Cagliari, il Corso Vittorio Emanuele II rappresenta senza dubbio la passeggiata per eccellenza. Ed è proprio percorrendo questa strada che arriviamo all’incrocio con via Sassari, dove troviamo un ristorante bistrot che sta catturando i cuori dei buongustai con la sua cucina poliedrica e artigianale: Simbua.

Dietro i fornelli del bistrot c’è lo chef Massimiliano, un giovane appassionato e con un obiettivo chiaro: offrire una proposta gastronomica semplice, capace di preservare i grandi classici della cucina italiana, riadattandoli nei nostri anni per regalare loro una nuova vita.

Dopo un’esperienza all’interno del mondo gourmet nel suo vecchio ristorante, Massimiliano decide di dare una svolta alla sua cucina. 

“La domanda che mi sono posto è stata: cosa vogliono mangiare le persone quando decidono di pranzare o cenare in un ristorante? Cosa rende un menù un buon menù?” – racconta Massimiliano – “Così mi sono preso del tempo per trovare una risposta alle mie domande e, per creare una cucina che potesse essere apprezzata proprio da tutti, ho capito che la vera carta vincente è quella della semplicità, portando in tavola sapori riconoscibili che possono essere apprezzati da tutti i palati”.   

Seguendo questa filosofia, il menù mette insieme piatti della tradizione, proposti nella loro ricetta originale o rivisitati in modo semplice con prodotti locali. Un esempio di questi è dato da uno dei piatti più conosciuti e amati della cucina romana: stiamo parlando della carbonara che da Simbua ci viene proposta in due diverse versioni. La prima chiamata “Carbonara Arrogante” rispecchia in tutto e per tutto la tradizionale carbonara, dove a farla da padrone è una super “carbo-crema” unita al croccante guanciale.  

Carbonara Arrogante

Dall’altro lato, troviamo la Carbonara di Muggine, una versione in cui la crema di uova incontra il sapore del muggine sardo: qui la bottarga viene unita alla crema, mentre il muggine croccante completa il piatto. 

Dai ravioli agli spaghetti, passando per sedanini e linguine, fino agli gnocchi: tra gli ingredienti segreti di Simbua troviamo l’attenzione al dettaglio, ma è la pasta fatta in casa a rubare la scena e portare in tavola quel tocco in più, che ci parla di amore e passione per la cucina.

E quale piatto rappresenta al meglio queste sensazioni se non una buona lasagna? Qui da Simbua, la sfoglia realizzata a mano viene usata per dare vita ad una lasagna di mare con ragù di gamberi del Mediterraneo, burrata e scorza di limone. 

Mentre la stagione estiva è stata accompagnata da piatti freschi e leggeri, come gli spaghetti con tartare di gambero, pomodoro fresco e crumble di pane⁣, l’autunno porta all’interno del menù di Simbua il suo spirito avvolgente, con antipasti caldi e salsati e preparazioni corpose, come quella del brasato al vino rosso.

Nonostante il menù segua le stagioni e i piatti della settimana portino sempre delle novità in tavola, ciò che accomuna per trecentosessantacinque giorni l’anno il bistrot è l’essere un posto perfetto per tutti, in cui ognuno può trovare la proposta giusta rispettando il suo stile alimentare. Proprio per questo, un’intera sezione del menù è dedicata al regime vegetariano, dove gran parte dei prodotti utilizzati per la realizzazione dei piatti provengono direttamente dall’azienda agricola di famiglia dello chef Massimiliano. 

Oggigiorno, però, sulle tavole si presentano anche altre esigenze alimentari, parliamo della cucina gluten-free e di quella senza lattosio. Quante volte vi è capitato di andare fuori a cena con i vostri amici e ritrovare piatti differenti tra chi ha intolleranza alimentari e chi no? Bene, Simbua ha scelto di eliminare questa differenza, offrendo piatti gluten-free e senza lattosio che non compromettono il gusto. Gli spaghetti senza glutine al ragù di gamberi, la panna cotta senza glutine e senza lattosio e il bun dello chef totalmente gluten-free sono solo alcune delle opzioni che accontentano ogni commensale.

Simbua è il luogo perfetto per condividere serate rilassate con amici, dove il buon cibo si sposa con conversazioni piacevoli, ma è anche il rifugio per chi cerca un pranzo veloce ma senza fretta! È proprio da quest’ultimo concetto che nasce lo Speedy Lunch, non il solito business lunch, ma un pranzo in cui scegliere cosa mangiare tra le specialità del giorno e ricevere il proprio piatto in meno di cinque minuti, per poi godersi il tempo restante della pausa senza fretta con i colleghi. 

«Se riuscite a cucinarlo meglio di me, torno in Libano a nuoto». Non usa giri di parole Abbas Ahmad, lo chef e food influencer libanese meglio conosciuto sul web come Habibi Original, per lanciare il guanto di sfida alla Sardegna. Al centro della contesa c’è uno dei re della tavola isolana: l’agnello. Il ristoratore, celebre per il tormentone «Habibi, yalla», ha pubblicato un video diventato immediatamente virale in cui mette alla prova una delle tradizioni gastronomiche più radicate e identitarie della regione.

Nel reel della discordia, lo chef mostra una testa d’agnello preparata secondo la sua personale ricetta: una cottura lentissima di ben dieci ore. Ahmad illustra minuziosamente la tecnica, spiegando che la carne viene avvolta in carta da forno e poi sigillata nell’alluminio, con un avvertimento categorico: «La stagnola non deve mai toccare il cibo».

Ma a far esplodere la polemica non è stata solo la ricetta, quanto il racconto del suo viaggio nell’Isola. L’influencer sostiene infatti di aver girato a lungo la Sardegna alla ricerca del leggendario agnello sardo, senza però averne trovato traccia nei menù: «Neanche un ristorante lo faceva, neanche uno ne abbiamo trovato», ha dichiarato nel video, un’affermazione che ha scatenato l’immediata reazione degli utenti sardi.

Il finale del filmato è una provocazione in piena regola, studiata per stuzzicare l’orgoglio dei pastori e degli chef sardi. «Sfido tutta la Sardegna: se riesci a fare un agnello così, fai un video e taggami. Se sei più bravo, non solo ti promuovo gratis e ti regalo dieci casse di vino libanese, ma torno a casa a nuoto ammettendo che sei migliore di me».

Abbas Ahmad non è nuovo a queste uscite teatrali — marchio di fabbrica del suo personaggio social — ma toccare l’agnello in Sardegna significa toccare un nervo scoperto. Resta ora da vedere se qualche agguerrito ristoratore sardo raccoglierà l’invito, pronto a dimostrare che, sul proprio terreno, la tradizione millenaria dell’Isola non teme alcun “Habibi”.