Lo sapevate? In epoca romana c’era in Sardegna “Metalla”, leggendaria città mineraria

Il detto "Ad metalla", augurio che nessuno avrebbe voluto ricevere in quei tempi, non è chiaro se si riferisca proprio alla città mineraria sarda o più in generale a qualsiasi centro metallurgico del tempo.
Che gli antichi romani fossero grandi esperti di metallurgia è un fatto risaputo. Grazie anche allo sviluppo di quest’arte riuscirono a conquistare il mondo allora conosciuto. Ma dove reperivano i minerali necessari per “alimentare” il sistema energivoro dell’Impero?
Una parte di questi lo trovavano sicuramente in Sardegna. Varie fonti infatti citano l’esistenza nell’allora provincia di un importantissimo centro industriale dedito all’attività mineraria.
Questo villaggio, che a quanto riportano l’Anonimo Ravennate, Guidone e il celebre Tolomeo, era molto importante, viene chiamato dagli storici “Metalla”, che in latino significa metalli. In questo centro, che a detta degli storiografi presentava un impianto termale, pavimenti costituiti da mosaici e una Meridiana, venivano mandati schiavi e cristiani, forza da lavoro gratuita e sfruttata per l’attività mineraria dell’Impero.
La sua collocazione è incerta, ma con ogni probabilità è ritenuta essere stata nel Sulcis, tra Fluminimaggiore e Iglesias, non lontano dal Tempio di Antas, uno dei massimi monumenti della Sardegna romana.
Il detto “Ad metalla”, augurio che nessuno avrebbe voluto ricevere in quei tempi, non è chiaro se si riferisca proprio alla città mineraria sarda o più in generale a qualsiasi centro metallurgico del tempo. Chi era destinato alla “Damnatio ad metalla” (condanna ai lavori in miniera) era certo che avrebbe passato gran parte dei suoi anni a spaccare pietre in una miniera.

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