“Perchè le donne si e gli uomini no?”, chiede a me Andrea Corona, medico estetico, quando mi reco nel suo studio proprio per capirne di più sulla questione. “Le domande dovrei farle io, dottore!”, ribatto divertita mentre continuiamo la conversazione nel suo studio di via Nuoro a Cagliari, Jumeaux Med. La curiosità è forte fin dalla sala d’attesa: nei divanetti all’ingresso vedo non solo donne ma anche uomini e di tutte le età. Un ragazzo vestito sportivo e dal fisico asciutto e in forma, un uomo di mezza età in abito elegante, un 45enne casual, ma nessun indizio riesce a farmeli radunare in un’unica macro categoria se non fosse per un singolo aspetto: sono tutti molto curati, ognuno nel suo stile e stagione della vita ma il filo conduttore che li lega è quello della trama dell’interesse verso la propria persona.

Raphael Figueredo e Andrea Corona

Ed è proprio qui, seduta in uno di questi divani, che iniziano a crollare i baluardi con cui avrei voluto reggere e controbattere l’”attacco” del dottor Corona: ero pronta a battermi per l’estetica declinata solo al femminile quando mi rendo conto piano piano, semplicemente guardandomi intorno in attesa dell’intervista, che il mio era un pregiudizio bello e buono. La cura della persona, il prestare attenzione all’età che passa, il rendersi conto che, se certi aspetti del proprio corpo o del proprio viso non piacciono possono essere modificati, devono essere solo appannaggio delle donne? E se si, perché? mi chiedo senza trovare una risposta.

“Anche gli uomini ormai attraversano diverse fasi della vita e l’universo maschile, di qualunque età, ha ormai superato il preconcetto che il ‘vero’ uomo non deve prendersi troppo cura di se stesso”, mi dice Andrea Corona. E devo ammetterlo: ha perfettamente ragione. Dello stesso parere anche la dottoressa Ilaria Cerina che, sposando il metodo Jumeaux Med, ha aperto il suo centro a Tortolì: “Anche in Ogliastra sono tanti gli uomini che si stanno avvicinando alla medicina estetica. Perché no? Se può servire a migliorare l’autostima, la quotidianità, il rapporto con gli altri ben venga, che presunto male ci sarebbe? E noi, come medici, siamo proprio qui per supportare i nostri pazienti in ogni aspetto della vita”.

I trattamenti richiesti sono esattamente gli stessi che vengono messi in opera per le donne: peeling, botox, radiofrequenza, trattamenti corpo come la criolipolisi per eliminare gli accumuli adiposi, epilazione definitiva, filler di acido ialuronico, fotoringiovanimento, blefaroplastica superiore ed eliminazione dei capillari. Il tutto declinato e studiato attentamente per la fisicità e il viso maschile, “senza stravolgere né modificare ma solo rivitalizzare e apparire come dopo una bellissima e rilassante vacanza”, specifica Corona. Insieme ai trattamenti puramente estetici il dottor Corona, specializzato in urologia e andrologia, si occupa anche della salute dei suoi pazienti: “Tanti uomini vengono da me per prevenire ma anche curare problematiche che riguardano la virilità e vita sessuale. Ci sono delle terapie apposite che si occupano del deficit erettile e a breve nel centro Jumeaux Med di Cagliari arriverà un macchinario con cui tratterò proprio questa problematica, capace alle volte di minare e mettere a dura prova la vita di coppia e sessuale in genere”.

Andrea Corona e Ilaria Cerina

Insomma, qual è dunque la ragione per cui all’estetica, al tempo che passa e alla cura della persona devono pensarci solo le donne? E ancora: se un uomo ha a cuore questi aspetti del proprio essere, perché non deve preoccuparsene in quanto “maschio”? I famosi claim “perché io valgo” e “la salute passa anche dalla pelle” è forse un caso che non siano declinati né al maschile né al femminile? Nessuna coincidenza: ormai da tempo anche le più grandi case cosmetiche hanno capito che prendersi cura di se stessi non ha a che fare con il genere ma solo con l’interesse verso il benessere della propria persona. E voi, siete cosa ne pensate?

Jumeaux Med di Andrea Corona si trova a Cagliari, a Porto Rotondo e a Tortolì dove, con il metodo Jumeaux, la dottoressa Ilaria Cerina opera nel suo centro medico estetico.

C’è un amore che sa di vento salmastro, di colline baciate dal sole e di rosa tenue in un calice ghiacciato. È l’amore di Isabelle e Jean-Paul Tréguer per la Sardegna. E il frutto di quel colpo di fulmine oggi si chiama SO CHIC! – l’unica cantina dell’Isola specializzata nella produzione di vino Rosé, pronta a conquistare i palati del Porto Cervo Wine & Food Festival 2025. Non è una storia qualunque. È la storia di due pubblicitari francesi che, dopo aver venduto la loro agenzia parigina – BIG Success, leader nella pubblicità televisiva d’Oltralpe – hanno deciso di riscrivere la propria vita a sud della Sardegna, tra Villasimius e Castiadas, in un angolo di mondo che loro stessi definiscono un “paradiso”.

Una volta sbarcati sull’isola, Isabelle e Jean-Paul scoprono una lacuna nel panorama vinicolo locale: il Rosé, re delle estati francesi, qui è ancora un outsider. Ma dove molti vedono un’assenza, loro vedono un’opportunità. Nasce così un sogno audace: dare vita alla prima cantina sarda interamente dedicata al Rosé, con un brand dal nome internazionale, leggero e memorabile. SO CHIC !, appunto.

Ma perché proprio il Rosé? Le ragioni sono solide come la terra di Capo Ferrato, dove nasce il Cannonau che firma l’identità del SO CHIC !. In Francia, il Rosé rappresenta oltre il 35% dei consumi di vino. A livello globale ha superato il 15%. E mentre l’Italia esporta con successo, il consumo interno è ancora limitato. Una nuova era è alle porte – e la Sardegna ha tutte le carte per guidarla.
Qui il Cannonau – antichissimo, generoso, erede diretto del Grenache provenzale – incontra il savoir-faire francese in una sinergia perfetta. Il risultato è un Rosé 100% Cannonau, fresco, elegante, sorprendente, ideale per l’aperitivo, per una cena sul mare o un brindisi sotto le stelle. E poi c’è un altro segreto: il cuore delle donne. Perché sono loro oggi a trainare il mercato del vino Rosé: un vino versatile che sa essere chic senza essere snob, che porta con sé il colore dell’amore e della libertà.

Il tappo di sughero rosa, una piccola sorpresa “chic” per i consumatori

In appena cinque anni, il Rosé SO CHIC ! è diventato un piccolo fenomeno. Più di 200 punti vendita in Sardegna, tra resort a cinque stelle, ristoranti gourmet, beach club esclusivi e boutique del vino. E poi Roma, Milano, la Svizzera, gli USA, la Francia: un rosé che ha superato il mare, portando con sé l’essenza di un’isola che sa essere autentica e contemporanea. Dal 8 all’11 maggio, Isabelle e Jean-Paul porteranno la loro visione al Porto Cervo Wine & Food Festival 2025, uno degli eventi più prestigiosi del settore Horeca. Una vetrina d’eccellenza dove SO CHIC ! sarà molto più che un’etichetta: sarà una dichiarazione d’intenti.
«Siamo francesi, sì. Ma oggi ci sentiamo più sardi che mai. Abbiamo voluto dimostrare, insieme ai viticoltori dell’isola, che anche la Sardegna può produrre un Rosé capace di competere con i migliori di Provenza», raccontano con orgoglio i fondatori.
E mentre i calici tintinnano tra le mani degli esperti e dei sognatori, una cosa è certa: il futuro del vino Rosé in Sardegna ha già un nome. Ed è terribilmente SO CHIC !