Emily era ad un passo dal compiere 16 anni quando, il 28 maggio 2015, le viene diagnosticato un linfoma N.H. Seguono 3 settimane durissime in rianimazione, lunghi ricoveri in OP e una lotta senza sconti con la malattia. Purtroppo tumore vice sul fisico il 29 giugno 2016 ma non ha mai domato lo spirito forte e coraggioso di Emily e il desiderio, comune a tutti gli adolescenti, di sentirsi ancora bella. Nonostante la malattia e i lunghi ricoveri, infatti, non ha mai rinunciato al trucco o allo smalto, volendo continuare a piacersi, a coccolarsi e farsi coccolare.

In suo onore, pensando a tutti gli adolescenti e alle mamme ricoverate, l’ASGOP, associazione che opera per i bambini e i ragazzi dell’oncoematologia pediatrica dell’ospedale Microcitemico di Cagliari e per le loro famiglie, ha fortemente voluto il progetto che porta il suo nome. Grazie al supporto di professionisti, volontari e qualificati, vengono offerti nei reparti di OP e CTMO trattamenti estetici che possono far sentire chi li riceve accudito nella totalità della persona e che contribuiscano a restituire o conservare dignità, autostima e bellezza, le qualità più belle di Emily.

Le attività proposte prevedono il raggiungimento del benessere psicofisico attraverso una stimolazione diversificata, dedicata agli adolescenti e ai genitori ricoverati nei reparti di Oncoematologia Pediatria e Ctmo. Lo scopo è quello di far riacquistare loro, coccolandoli, personalità ed entusiasmo bruscamente messi da parte dopo la diagnosi tumorale e l’inizio del protocollo di cura. Tutti i trattamenti vengono offerti a titolo volontario da professionisti e professioniste del settore, accuratamente scelti e formati.

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RIPORTARE NELLA CAUSALE LA DICITURA “PROGETTO EMILY”

Un gesto di grande cuore arriva da Cagliari, dove sport, salute e solidarietà si intrecciano per una causa nobile: sostenere chi affronta la dura sfida di una malattia oncologica. Il Cagliari Calcio ha messo all’asta due maglie simboliche, quelle di Gianluca Gaetano e Nicolas Viola, con l’intero ricavato destinato a “BePositive”, l’associazione benefica fondata nel 2018 da Claudia Puddu e diventata simbolo, grazie alla sua forza e coraggio, di amore per la vita e sè stessi.

Francesco Porcella

Le due maglie in questione non sono semplici oggetti da collezione: portano con sé il ricordo di una vittoria significativa, quella contro il Monza lo scorso 30 marzo. La prima è la numero 70 di Gianluca Gaetano, indossata proprio nella partita in cui il fantasista napoletano ha segnato un gol magistrale su punizione. La seconda, la numero 10 di Nicolas Viola, è quella del gol che ha aperto le danze in quella stessa serata.

Il cuore dell’iniziativa è “Be Positive”, un progetto di supporto e benessere che accompagna le persone durante il percorso di cura oncologica. Oggi guidata da Francesco Porcella, marito di Claudia, l’associazione si propone di migliorare la qualità della vita non solo sotto il profilo clinico, ma anche nutrizionale, psicologico ed estetico. Lo spirito di “BePositive” si riflette nella frase che ne incarna la filosofia: “La cura migliore è prendersi cura di sé. Siate la prima persona ad offrirvi un sorriso”, un messaggio lasciato dalla fondatrice Claudia Puddu, scomparsa nel 2024.

Claudia Puddu

Addio a Claudia Puddu, la “regina” del Bepositive: con lei il cancro si era trasformato in arcobaleno

Dietro questa operazione di beneficenza c’è una vera e propria squadra solidale. Oltre al Cagliari Calcio, infatti, partecipano anche l’hotel di lusso Palazzo Tirso e la clinica Beamed, realtà del territorio unite per dare forza a chi combatte la malattia con dignità e speranza. La presentazione ufficiale si è tenuta oggi proprio a Palazzo Tirso, alla presenza dei calciatori Gaetano e Viola, del direttore dell’hotel Daniele Bassetti, del DG rossoblù Stefano Melis, e di numerosi professionisti sanitari che collaborano con Be Positive: medici, psicologi, nutrizionisti, farmacisti e fisioterapisti.

“Siamo orgogliosi di ospitare un’iniziativa che parla di vicinanza, forza e amore per la vita”, ha commentato Daniele Bassetti, sottolineando il valore umano del progetto. L’asta benefica è dunque molto più di un evento sportivo: è un invito a fare squadra anche fuori dal campo, per portare un sorriso e un po’ di sollievo a chi ogni giorno gioca la partita più difficile.