Novità al Poetto: armadietti per smartphone, zaini e chiavi attivi sul lungomare
Per lasciare in sicurezza chiavi, zaini, borse e smartphone, che possono anche essere ricaricati.
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Una novità al Poetto: un nuovo servizio che si chiama Baggy Poetto e che permette ai bagnanti, ai runners o a chi semplicemente vuole farsi una passeggiata senza avere “zavorre” dietro, di depositare i propri oggetti personali in sicurezza.
Gli armadietti sono posizionati all’altezza della prima fermata, sul lungomare, e permettono ai cittadini e turisti di lasciare al loro interno chiavi, zaini, borse ma anche smartphone con possibilità di ricarica.
L’imprenditore di Monastir Fabio Puddu per sei giorni nel deserto alla Tembaine Desert Rally

Fabio Puddu, 42 anni, imprenditore di Monastir, è stato tra i protagonisti del Tembaine Desert Rally, una delle avventure sportive più affascinanti e impegnative del panorama internazionale. Una sfida estrema che riporta in vita il mito dei grandi raid africani, reinterpretandolo in chiave moderna, ecologica e sostenibile.
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Dalle colline del Campidano alle sabbie del Sahara.
Fabio Puddu, 42 anni, imprenditore di Monastir, è stato tra i protagonisti del Tembaine Desert Rally, una delle avventure sportive più affascinanti e impegnative del panorama internazionale. Una sfida estrema che riporta in vita il mito dei grandi raid africani, reinterpretandolo in chiave moderna, ecologica e sostenibile.
Il Tembaine Desert Rally sostituisce il rombo dei motori con il sibilo del vento nel deserto e con la pedalata costante delle e-bike, trasformando la competizione in un’esperienza di resistenza, orientamento e rispetto dell’ambiente. Un contesto unico, dove l’atleta non combatte solo contro il cronometro, ma soprattutto contro la vastità della natura e i propri limiti.
Per Puddu, isolano abituato a vivere la sabbia come simbolo di mare e relax, il deserto ha rappresentato una realtà completamente diversa: un territorio ostile, capace di togliere molto a livello fisico ma di restituire altrettanto sul piano emotivo e spirituale. Pedalare tra distese infinite di sabbia significa accettare che la natura comanda e che l’uomo può solo adattarsi, seguendo il suo ritmo.
Le condizioni estreme non sono mancate. Vento fortissimo, notti gelide trascorse nei bivacchi in tenda e temperature rigide hanno accompagnato i sei giorni di gara, diventando un continuo promemoria di quanto la vita quotidiana sia fatta di comodità spesso date per scontate. Un’esperienza dura, ma allo stesso tempo un allenamento straordinario per corpo e mente.
Dal punto di vista sportivo, il rally è stato segnato anche da difficoltà tecniche e imprevisti. Nella prima e nella seconda tappa, il vento violento, la rottura del freno posteriore e una foratura della gomma anteriore non hanno impedito a Puddu di chiudere con risultati di rilievo, conquistando un 9° e un 13° posto.
La terza tappa è stata la più critica: il malfunzionamento del dispositivo satellitare lo ha costretto a vagare nel deserto dalle 10 del mattino fino alle 17 del pomeriggio, portandolo a chiudere al 34° posto. Una giornata difficile, ma fondamentale per rafforzare determinazione e capacità di adattamento.
La reazione è arrivata dalla quarta tappa, chiusa nuovamente in 13ª posizione, nonostante la stanchezza accumulata. La quarta e la quinta tappa si sono svolte nel deserto più puro, tra le tende dei campi di Andmola e la montagna del Tembaïne, dove per ore l’unico orizzonte è la sabbia. Tappe affrontate con costanza e spirito di sacrificio, portate a termine con buone prestazioni.
Oltre alla competizione, il Tembaine Desert Rally è stato soprattutto un’esperienza umana. Nel cuore del Sahara sono nate amicizie profonde con sportivi provenienti da tutta Italia e da tutta Europa, unite dalla fatica condivisa e dalla passione per l’avventura. Un valore aggiunto che rende questa impresa qualcosa di più di una semplice gara.
Un ringraziamento speciale va all’ideatore della manifestazione, Alessandro Bettini, e a tutto il suo staff, per aver dato vita a un evento capace di coniugare sport estremo, sostenibilità ambientale e valori umani.
Per Fabio Puddu, il deserto non è stato solo una sfida sportiva, ma un viaggio interiore. Un’esperienza che ha tolto energie, messo alla prova i limiti personali, ma che ha restituito consapevolezza, resilienza e la certezza che lo sport, quando è condiviso, diventa uno straordinario strumento di crescita personale.
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