Calamosca: meduse seppellite e uccise per divertimento

La segnalazione ci arriva da una lettrice.
Come spesso accade durante le giornate di vento che arriva dal mare e che scalda l’acqua, è noto che nelle spiagge giungano anche le meduse. Niente di anormale: è la natura.
Quello che bene proprio non va è ciò che è accaduto a Calamosca un paio di giorni fa: la segnalazione ci arriva da una lettrice che ci ha inviato anche gli scatti. “Il mare era invaso di meduse ma molti bagnanti anziché cambiare spiaggia si sono divertiti a massacrarle”.
“Ho provato a chiamare la capitaneria di porto e il corpo forestale ma nessuno è intervenuto. Ho provato a spiegare in autonomia e direttamente alle persone che stavano perpretrando quello scempio davanti ai miei occhi, che non fosse corretto il loro comportamento, ma nulla. I bambini le mettevano nei secchielli e le uccidevano, qualcuno le seppelliva nella sabbia e i genitori non proferivano verbo”.
Pochi sono a conoscenza del fatto che tutti gli animali, tra cui ovviamente anche quelli del mare, sono protetti e che non è possibile catturarli né imprigionarli: questi comportamenti, veri e propri maltrattamenti, costituiscono infatti un reato ai sensi del Codice Penale articolo 544 bis e ter.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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