Sapevate che la bellezza e l’atmosfera di un luogo sono in grado di influenzare il nostro benessere fisico e psichico? Provate a pensare di essere sdraiati su un prato verde di montagna in primavera, con l’aria tersa e i fiori profumati o immersi nelle cristalline acque color smeraldo del mare della Sardegna: vi sentite già meglio, vero? Non a caso infatti la bellezza e l’educazione ad essa risiedono proprio nella ripetuta contemplazione di cose belle: “E’ per questo motivo che abbiamo deciso di aprire la nostra nuova sede a Porto Rotondo”, racconta Andrea Corona, medico chirurgo estetico padre del centro medico estetico con sede a Cagliari e Tortolì, Jumeaux.

A Porto Rotondo è possibile proprio quello di cui si parlava: qui, dove nel 1964 i veneziani fratelli Donà delle Rose hanno posato il primo mattone di un paese luogo d’incontro per artisti e intellettuali, il dottor Corona e il suo team hanno aperto le porte di Jumeaux Med in Mer, finora l’unico centro medico estetico della piccola perla del Nord Ovest della Sardegna.

Operativo dall’8 luglio, verrà ufficialmente inaugurato il 12 agosto, con un aperitivo aperto a tutti dalle ore 17 in poi: in piazza delle Ginestre 10/12, in quella che è stata ribattezzata passeggiata della bellezza, “tra i locali di Gabriele, parrucchiere e Raffaella, estetista, i miei nuovi vicini di casa”, racconta Andrea Corona, sarà possibile conoscere di persona lui e tutto il team, immersi nell’atmosfera elegante che caratterizza Porto Rotondo.

Nella sede rotondina si viene accolti all’ingresso da un’opera di Paolo Cutrano, attualmente uno dei pittori informali più rappresentativi del panorama italiano, donata personalmente dall’artista: vi avevamo detto che si sarebbe trattato di un racconto sulla bellezza, no? E quanto di più significativo e rappresentativo di un pezzo unico d’artista affidato a chi, come il pittore stesso, con la bellezza ci lavora ogni giorno? Tra pareti candide e archi di mattoni a vista, l’atmosfera metropolitana dello studio di Cagliari si trasforma in un mood dal concept decisamente più rilassato ed estivo dove sono l’azzurro e il bianco a contaminare piacevolmente l’anima.

L’opera donata a Jumeaux di Paolo Cutrano

“Saremo aperti con tutti i nostri trattamenti e cure, macchinari e professionisti, non solo d’estate”, precisa il dottor Corona. “Porto Rotondo è un paese abitato tutto l’anno e vogliamo farlo vivere anche nei mesi meno frequentati ma non per questo meno affascinanti”. Tutt’altro: quando infatti calano i riflettori dei mesi estivi, in questo angolo elegante di Sardegna resta comunque l’impronta d’artista: basti pensare alla centrale piazzetta San Marco, disegnata dal famoso artista pescarese Andrea Cascella, alla chiesetta di San Lorenzo, che a uno stile moderno unisce la tradizione con splendidi incastri di granito e legno, alla piazza della Darsena che ha come particolarità l’utilizzo di tre graniti rosa, grigio e trachite, opera dello scultore Giancarlo Sangregorio.

Filler labbra

Nel corner di Porto Rotondo sono presenti tutti i trattamenti che hanno reso celebre e ricercato il dottor Corona, medico chirurgo, andrologo e chirurgo estetico (specializzato in lavori di tossina botulinica, filler per labbra, naso, zigomi, occhiaie, acido jaluronico, biostimolazione, trattamenti per la cura del capello, mesoterapia, adiposità localizzata e cellulite, capillari e varici) i cui lavori sono caratterizzati fin dai suoi esordi, 12 anni fa, per la naturalezza dei risultati ottenuti grazie anche alla sinergia con il paziente nella scelta del trattamento personalizzato e di conseguenza migliore.

Rinofiller

“Ci tengo a specificare, dice Andrea Corona, che tutto ciò che abbiamo raggiunto in questi lunghi anni di attività di successo è stato ottenuto insieme al mio team, a mio marito e direttore organizzativo Rafael Figueredo, e ai miei splendidi genitori: senza di loro che hanno creduto in me fin dagli esordi, all’appoggio infinito e al loro impegno, non sarei, non saremmo qui, a parlare di quanto la bellezza salverà il mondo”. E se a scriverlo era Dostoevskij, chi siamo noi per contraddirlo?

Nel cuore della campagna sarda, a Gonnosfanadiga nel 2011 nasce Solar Domus S.r.l., con un sogno chiaro: portare energia pulita, tecnologia e competenza al servizio delle persone. Da allora, l’azienda si è specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici, sistemi di climatizzazione a pompa di calore e impianti tecnologici civili e industriali, diventando in pochi anni un punto di riferimento nel settore delle energie rinnovabili.

Dietro ogni intervento c’è un team affiatato di tecnici qualificati, mezzi all’avanguardia, una sede operativa ben strutturata ma soprattutto c’è una visione: fare le cose bene, con serietà, trasparenza e cura. “Per noi la soddisfazione del cliente non è uno slogan – racconta l’ingegnere Antonio Concas, proprietario dell’azienda insieme al fratello Roberto – ma un impegno concreto che parte dall’ascolto e si traduce in consulenze personalizzate, materiali di prima scelta e installazioni fatte a regola d’arte. La fiducia la si conquista lavorando con passione ogni giorno”.

Solar Domus segue ogni progetto dalla A alla Z: dalla consulenza iniziale al collaudo finale, assicurandosi che ogni fase rispecchi gli standard più elevati. Che si tratti di un impianto per una casa privata o per una grande azienda, l’obiettivo è sempre lo stesso: portare efficienza, sostenibilità e valore duraturo. Nel 2015, Solar Domus sceglie di aderire al circuito Sardex, una rete virtuosa di imprese che si scambiano beni e servizi attraverso una moneta complementare, ma soprattutto attraverso relazioni basate sulla fiducia e sul supporto reciproco.

“Abbiamo capito fin da subito che Sardex era molto più di un semplice sistema di pagamento alternativo – spiega Concas –. È un modo nuovo di fare impresa, fondato sulla collaborazione e non sulla competizione. Ci ha aiutato ad ampliare il nostro raggio d’azione, ma anche a stringere legami forti con aziende che condividono i nostri stessi valori”.

Uno dei momenti più significativi di questa collaborazione è arrivato nel 2022, quando l’azienda si è trovata a dover affrontare le difficoltà legate alla gestione dei crediti fiscali maturati con i bonus edilizi. “Le banche avevano chiuso le porte e noi rischiavamo un serio problema di liquidità. Grazie al circuito, abbiamo potuto scambiare quei crediti con Sardex attraverso un’azienda veneta del circuito Venetex, ed è stato un vero salvagente”.

Quella liquidità alternativa ha permesso a Solar Domus di continuare a lavorare e a crescere. “Oggi usiamo i crediti Sardex per acquistare materiali, noleggiare attrezzature, coprire servizi di trasporto, e persino per il welfare aziendale: alcuni bonus dei nostri dipendenti vengono erogati proprio in Sardex. Un modo concreto per valorizzare il lavoro e premiare le persone”.

L’esperienza con Sardex ha generato molto più di semplici vantaggi economici. Ha fatto nascere connessioni autentiche, alcune delle quali sono diventate collaborazioni stabili nel tempo. “Ci ha permesso di essere cercati anche da imprese del nostro stesso territorio, che vedono nel circuito un punto di contatto. Ma ci ha anche aperto nuove strade, oltre i confini dell’isola, portandoci a stringere relazioni con aziende della penisola”.

Anche per questo Concas è convinto che il circuito Sardex abbia avuto un impatto positivo sul territorio: “Ha aiutato tante realtà locali a guardarsi attorno, a unire le forze, a crescere insieme. Anche noi ci sentiamo parte di questo movimento, e siamo fieri di esserci”. E in onore dei 15 anni di Sardex, il circuito ha deciso di premiare le aziende più virtuose tra cui anche Solar Domus, un traguardo che conferma il valore del percorso intrapreso.

A chi sta valutando l’ingresso nel circuito, Antonio Concas rivolge un messaggio chiaro e diretto: “Non abbiate pregiudizi. Sardex è molto più di una valuta alternativa: è uno spazio dove le imprese si riconoscono, si aiutano, si scelgono. E se hai un’attività, sai bene quanto sia importante sentirsi parte di qualcosa. Noi, grazie a Sardex, oggi lo siamo”.

Solar Domus continua così a illuminare il proprio percorso con energia, competenza e relazioni vere. Perché in fondo, le reti migliori non sono fatte solo di cavi o pannelli, ma di persone.