Lo sapevate? In Sardegna abita una cavalletta gigante: il panfago, in sardo pibizziri pringiu

In Sardegna esistono diverse specie animali rarissime. Mammiferi, molluschi, anfibi, rapaci, insetti, splendide farfalle, aracnidi e anche una grande cavalletta. Essendo molto limitata, ha scarsa mobilità e non potendo volare (e quindi non può spostarsi facilmente) non ha niente a che fare con le locuste che devastano pianure e colture dell'Isola. Andiamo a scoprire questo insetto particolare, che vive solo in Sardegna.
Lo sapevate? In Sardegna abita una cavalletta gigante: il panfago, in sardo pibizziri pringiu.
In Sardegna esistono diverse specie animali rarissime. Mammiferi, molluschi, anfibi, rapaci, insetti, splendide farfalle, aracnidi e anche una grande cavalletta. Essendo molto limitata, ha scarsa mobilità e non potendo volare (e quindi non può spostarsi facilmente) non ha niente a che fare con le locuste che devastano pianure e colture dell’Isola. Andiamo a scoprire questo insetto particolare, che vive solo in Sardegna.
Il panfago sardo è una grossa cavalletta endemica esclusiva della nostra Isola, dal corpo massiccio e dall’aspetto poco agile e pesante.
Il nome scientifico è Pamphagus sardeus, mentre in sardo viene chiamato pibizziri pringiu, o anche cuaddu ‘e s’aremigu, o impropriamente o mammaraida, quando viene confusa con una comune cavalletta gravida
Come riporta Sardegna Natura il corpo è massiccio: la femmina è più grossa del maschio e può raggiungere i 10 cm di lunghezza. Nella parte dorsale mostra una sorta di cresta. Una caratteristica della specie è l’atrofizzazione delle ali, che si presentano come due moncherini. Gli occhi sono ellittici e di colore bruno con striature verticali più chiare. La colorazione del corpo è generalmente verde con screziature nere, gialle e bianche, ma si possono osservare esemplari con colorazione completamente verde, o grigia, oppure parzialmente o totalmente melanica.
Essendo molto grande il panfago sardo non è un agile saltatore. In genere si sposta marciando. Per difendersi fa affidamento sulla sua colorazione mimetica e ricorre al salto solo se disturbato o per sfuggire ai predatori. Si nutre di piante erbacee, in particolare graminacee e leguminose. La maturità sessuale viene raggiunta dopo due anni e durante gli stadi giovanili non interrompe l’accrescimento invernale grazie al clima mite del suo areale. Grazie a questo aspetto, il panfago sardo raggiunge la maturità all’inizio della primavera, molto in anticipo rispetto agli altri ortotteri, che invece raggiungono la maturità in estate. L’accoppiamento e la deposizione delle uova avvengono, quindi, in primavera.
Vive nei terreni incolti, nei pascoli estensivi, tra gli arbusti e in genere nella macchia mediterranea e vicino ai boschi, da 0 a 1500 metri sul livello del mare. Può frequentare anche campi coltivati, dove comunque non procura mai danni alle colture data la bassa numerosità degli individui.
Il nome “panfago” deriva dal greco “pan”, tutto, e “phego”, mangiare. Pamhagus era il nome di uno dei cani di Atteone, figura mitologica greca, ma è anche nome dato ad alcuni popoli dell’India, che si nutrivano di qualsiasi cosa.
Le uova vengono deposte in una buca nel terreno da cui usciranno le larve, del tutto simili agli adulti, ma che raggiungeranno la conformazione definitiva nell’arco di una metamorfosi in due soli mesi.

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