I loro nomi di “battaglia” sono “I consigli di salute e benessere” e “Pillole di salute” e attraverso la loro identità social dispensano informazioni e rispondono alle domande e commenti degli utenti: grazie alla loro professionalità e competenza le due farmaciste sarde sono riuscite a ritagliarsi un posto di tutto riguardo nel mondo delle pharma-influencer.

Elena Lumia, I consigli di salute e benessere

Si chiamano Elena Lumia e Stefania Melis, lavorano la prima a Cagliari e la seconda a Pula e, grazie alla loro attività social sono arrivate a scalare il podio dei più seguiti pharma-influencer d’Italia. Un mix tra farmacista e influencer, dispensano consigli sul mondo farmaceutico utilizzando storie e post in formato reel o infografica. Ma se pensate che sia un semplice hobby vi sbagliate: ogni post è preceduto da ore di studio sia dell’argomento sia della strategia migliore per proporlo, in modo tale da renderlo rispettoso del codice deontologico social, chiaro, accattivante ma soprattutto utile. Insomma un vero e proprio lavoro che affianca quello quotidiano dietro al banco della farmacia.

Stefania Melis, Pillole di salute

Ma andiamo un po’ indietro nel tempo e cerchiamo di capire com’è nata la figura della farmacista influencer. Tutto è cominciato, anzi è esploso durante la pandemia Covid: sempre più persone hanno iniziato a cercare in rete informazioni sul virus e soprattutto risposte. Il mondo della medicina, scienza e anche farmacia si è così evoluto e ha fatto sì che professionisti del settore provassero ad aiutare gli utenti spaesati. Il successo è stato esponenziale e, nonostante (per fortuna) l’attenuarsi della morsa coronavirus è rimasta comunque la necessità di mantenere vivo e saldo il rapporto che ormai si era venuto a creare tra follower e professionisti.

Ed ecco che alle domande su mascherine, disinfettanti e quant’altro si sono sostituite quelle su salute e benessere in genere. Il farmacista ha infatti diversi ruoli: è un professionista della salute, un consigliere, un divulgatore, un fornitore di servizi essenziali e su Instagram o Tik Tok, oltre alle semplici foto, si possono postare infografiche, stories e reels che possono essere vere pillole divulgative sia per la promozione di salute, bellezza e benessere che per la lotta alle fake news. Insomma un ruolo importantissimo che è riuscito a rimanere al passo coi tempi.

Il Colle di Sant’Elia non sarà incluso tra le aree militari oggetto di concessione per l’installazione di impianti di energia rinnovabile. È quanto ha ufficialmente comunicato il Ministero della Difesa, accogliendo le istanze avanzate dalla Regione Sardegna, che aveva rivendicato la titolarità dell’area e la sua esclusione dalla procedura di valorizzazione affidata a Difesa Servizi S.p.A..

Un passo indietro atteso, che l’assessore regionale agli Enti locali, Finanze e Urbanistica Francesco Spanedda definisce “un risultato importante per la Sardegna”. “Il Ministero ha preso atto delle nostre ragioni: quell’area non può essere né venduta né concessa perché, secondo lo Statuto sardo, è già patrimonio della Regione. Lo è per legge, non per concessione”, ha dichiarato l’assessore.

La posizione della Regione era stata formalizzata con una nota inviata alcune settimane fa a Difesa Servizi, in cui si sottolineava che il colle è incluso, fin dal 2008, negli elenchi dei beni immediatamente dismissibili, già destinati al trasferimento alla Regione ai sensi dell’art. 14 dello Statuto sardo.

A rafforzare la rivendicazione, anche la recente legge regionale n. 20 del 2024, che classifica il colle come area non idonea alla trasformazione per impianti da fonti rinnovabili, e le prescrizioni del Piano Paesaggistico Regionale, che impongono vincoli di tutela particolarmente stringenti su quella porzione del territorio cagliaritano. “Non c’era spazio per equivoci – ha ribadito Spanedda –. Questa vicenda ha un valore che va oltre il singolo lotto: dimostra che la Regione può agire con determinazione e basi giuridiche solide. Quando lo fa, lo Stato è chiamato a fermarsi”.

L’assessore ha infine rimarcato la necessità di coniugare la transizione energetica con il rispetto del territorio e delle prerogative statutarie dell’Isola: “L’energia rinnovabile va incentivata, ma non a scapito del paesaggio, dei diritti delle comunità e dello Statuto della Sardegna. Il Colle di Sant’Elia resta patrimonio di tutti i sardi”.