Lo sapevate? Dalle radici dell’erica arborea sarda vengono realizzate le migliori pipe del mondo

L'erica arborea (in sardo ha tanti nomi: kastanariu, iscoba, kastannarzu, tuvara era, scopa masciu, iscoparzu, sabina 'emina) o scopa da bosco, è un arbusto sempreverde alto 4-7 m, con rami eretti e corteccia scura, tipico della macchia mediterranea sarda. Il legno delle radici (radica) dell'erica arborea viene utilizzata per fabbricare le pipe e l'erica sarda è la più pregiata.
Lo sapevate? Dalle radici dell’erica arborea sarda vengono realizzate le migliori pipe del mondo.
L’erica arborea (in sardo ha tanti nomi: kastanariu, iscoba, kastannarzu, tuvara era, scopa masciu, iscoparzu, sabina ’emina) o scopa da bosco, è un arbusto sempreverde alto 4-7 m, con rami eretti e corteccia scura, tipico della macchia mediterranea sarda. Il legno delle radici (radica) dell’erica arborea viene utilizzata per fabbricare le pipe e l’erica sarda è la più pregiata.
Il nome erica deriva dal greco “ereiken”, che significa rompere, con riferimento alla fragilità dei fusti o forse al vivace scoppiettio del legno sotto l’azione della fiamma; per altri alluderebbe alla supposta proprietà medicinale di sciogliere e frantumare i calcoli. Il legno si presta bene per lavori al tornio ed è un ottimo combustibile. Le fronde erano usate per fare scope grossolane, per le aie e per gli ovili. Dal ceppo radicale si confezionano le pipe. Le pipe d’erica sarda venivano considerate le migliori del mercato e venivano esportate anche all’estero (in particolare in Francia).
Le foglie sono aghiformi lunghe 5-6 mm disposte in verticilli di 3-4. Fiori bianchi campanulati penduli in pannocchie dense. Frutto a capsula ovale. Cresce su soli silicei e fiorisce a gennaio e a marzo.
Diffusa in tutto il Mediterraneo. In Italia la specie si trova in Liguria, Alpi, dal Garda al lago di Como, Sicilia, Sardegna e isole minori. In Sardegna è presente principalmente in Gallura in suoli acidi, graniti, scisti, basalti, ma è possibile reperirla anche su calcari, nel Supramonte di Orgosolo e di Urzulei, nel golfo di Orosei, sul Marganai.
Tra i giovani artigiani, molto apprezzato è anche anche Antonino Scanu, di Gergei, che nel suo sito descrive tutte le fasi della lavorazione.
Scanu lavora il cosidetto “ciocco”, di una forma rotondeggiante irregolare, ruvido e pieno di bernoccoli. Ma è questa la radica migliore perché la ruvidità a buccia d’arancia è segno di una pregiata grana a “occhio di pernice” e squadrato il pezzo, la “fiamma”.
Scanu effettua da solo tutto il ciclo di lavorazione delle pipe. Dal taglio del ciocco sino alla pipa finita. Le sue pipe sono senza stuccature e lasciate al colore naturale.
Abile artigiano è anche il lanuseino Giorgio Micheli, che ha imparato quest’arte dal nonno, Alemanno Nannini, il quale nei primi anni ’30 del Novecento decise di migrare dalla Toscana alla Sardegna per motivi legati al suo lavoro. Un giramondo che fu contattato da una importante ditta tedesca che voleva acquisire gli abbozzi fatti da una materia prima, la radica di erica sarda. Questa non è altro che un arbusto che si presenta con tante fibre legnose che risultano contorte e che può essere asportato dalla pianta per poi essere lavorato. Già nel 1880, in una Lanusei che viveva un periodo di intense trasformazioni, c’era una segheria atta alla fabbricazione dei cosiddetti abbozzi per pipe. Purtroppo, all’epoca questo tipo di lavoro non era usuale per una popolazione dedita prevalentemente ai lavori del mondo rurale e composta in maggioranza da pastori e contadini. Per questo motivo le segherie del tempo cercavano manodopera dalla penisola e non furono pochi quelli che risposero alla chiamata. Fra questi il nonno, considerato un “pioniere della fabbrica di pipe in radica”.
La pipa come oggetto ha preso valore al tempo dei cercatori d’oro, i raccoglitori di caffè, i cacciatori di pellicce. Erano uomini che per via del loro lavoro dovevano stare isolati in zone impervie per lunghi periodi, a volte anche più di sei mesi e guai che mancassero una dozzina di pipe. Un mercato abbastanza vasto che è perdurato nei decenni seguenti a quei tempi. Al tempo delle prime segherie era davvero complicato far capire ai contadini che la radica e quindi le pipe, potevano essere delle importanti risorse economiche. C’era tanta domanda e si poteva lavorare bene dato che la Sardegna forniva radica di qualità al mondo intero, cosa che oggi è impossibile non essendoci più il mercato di una volta. Infatti, era rinomato il cosiddetto “Ciocco Sardo”.
Micheli e i suoi colleghi da giovani i ciocchi di erica arborea da tutta l’Ogliastra, con carri a buoi che giungevano fin da Talana e Villagrande Strisaili e un treno merci che circa ogni 15 giorni o su esplicita richiesta faceva una fermata per far riempire uno dei vagoni di materia prima. C’è stato un periodo venivano trattati fino a settemila quintali di radica in un anno, esportando il prodotto in Germania, Gran Bretagna, Olanda e il Canada.
A un certo punto fra il 1971-1972, ci fu la crisi della radica dovuta al fatto che i grossi industriali potevano reperirla più facilmente a minor costo dal basso Mediterraneo. Micheli continuò la sua produzione con le Pipe Ogliastra.
E nel 1982 decise di inviare una pipa all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e Luciano Lama, noto ex segretario della CGIL.
La pipa in questione fu quella usata dal Presidente durante i Mondiali di Calcio in Spagna dello stesso anno.
“Sardi, Digitali, Visionari”: l’evento che guarda al futuro dell’impresa

Il 20 giugno alle 18:00, al Convento San Giuseppe di Cagliari, un incontro dedicato agli imprenditori che vogliono costruire relazioni autentiche e strategie di crescita
Sardi, Digitali, Visionari: tre parole che raccontano molto più di un titolo, sono un manifesto, un invito e una promessa. Il prossimo 20 giugno, a partire dalle 18.00, gli spazi suggestivi del convento San Giuseppe a Cagliari ospiteranno un evento che ha l’ambizione di accendere l’immaginazione e risvegliare la voglia di costruire futuro. Il futuro delle imprese, del territorio, dell’innovazione. Perché in Sardegna – oggi più che mai – c’è bisogno di visione, ma anche di concretezza. C’è bisogno di ascoltare chi ce l’ha fatta, chi ha avuto il coraggio di immaginare nuovi modi di comunicare, di fare impresa, di creare valore. “Sardi, Digitali, Visionari” non sarà una semplice conferenza, ma un incontro diretto tra chi ogni giorno sceglie di mettersi in gioco e chi può indicare strumenti e strategie per farlo al meglio. Un’occasione preziosa per tutti quegli imprenditori, artigiani, liberi professionisti e innovatori che sentono il desiderio di fare un salto in avanti, di rompere i vecchi schemi e ripensare la propria attività con occhi nuovi. Sarà un evento dinamico, ispirazionale e pratico.
I protagonisti? Da una parte il team di Vistanet Group: professionisti del marketing, del giornalismo e dello sviluppo software che condivideranno tips, approcci e azioni concrete per far emergere un brand, per distinguersi nel mare digitale e non solo, per raccontare al meglio la propria storia.
Dall’altra, i broker di SardexPay, pronti a fornire consigli finanziari e spiegare nel dettaglio come il circuito dell’economia collaborativa possa diventare una leva potente per crescere, sviluppare relazioni virtuose e trovare nuovi clienti in un’ottica di fiducia e reciprocità.
[FOTO SARDEX?]
Ma non finisce qui: la voce più autentica sarà quella degli imprenditori stessi.
Clienti che racconteranno la propria esperienza diretta, tra difficoltà superate e traguardi raggiunti, grazie alla sinergia con queste due realtà. Storie vere, capaci di ispirare altre storie. A fare da filo conduttore sarà il desiderio comune di fare rete, perché è solo nella connessione che un’impresa può davvero generare impatto. Questo evento nasce per creare ponti, non solo tra imprese, ma tra persone, idee e visioni. Perché in un mondo che corre veloce, il vero vantaggio competitivo non è essere da soli, ma essere insieme. E allora se senti che è arrivato il momento di portare la tua attività a un altro livello, se stai cercando uno slancio, un’ispirazione, uno spazio in cui confrontarti con altri professionisti e ricevere strumenti utili per crescere, questo è l’evento giusto. “Sardi, Digitali, Visionari” è per tutti gli imprenditori che non si accontentano di stare a guardare, ma vogliono essere protagonisti del cambiamento. In chiusura, vale la pena ricordare che dietro l’organizzazione di questo evento ci sono due realtà che, proprio quest’anno, festeggiano 15 anni di attività. Due percorsi diversi ma paralleli, due storie nate con lo stesso spirito pionieristico e che oggi, insieme, scelgono di condividere con la comunità il valore dell’esperienza fatta e la voglia di continuare a crescere. Un anniversario importante, che non guarda al passato, ma al futuro. Un futuro da scrivere insieme.
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