Cagliari, un altro incendio doloso nell’ex rifugio migranti

Qualcuno, nonostante l'edificio sia sotto sequestro, è infatti riuscito ad introdursi nel pomeriggio all'interno della struttura e ad appiccare le fiamme.
Ancora fiamme in via Riva di Ponente a Cagliari.
I Vigili del fuoco sono dovuti intervenire nuovamente nell’ex rifugio dei migranti, a causa di un altro incendio, dopo quello che ha smosso l’opinione pubblica solo giovedì.
Qualcuno, nonostante l’edificio sia sotto sequestro, è infatti riuscito ad introdursi nel pomeriggio all’interno della struttura e ad appiccare le fiamme.

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Lo sapevate? Che cosa significa l’espressione sarda “Conch’e bànnia”?

L’espressione sarda “Conch’e bànnia” è uno di quei piccoli capolavori linguistici che racchiudono in sé tutta l’ironia affilata e bonaria della lingua sarda, in particolare quella del Campidano, di Cagliari e del Sud dell’isola, dove il sarcasmo è spesso condito quanto un piatto di malloreddus. Andiamo a scoprire che cosa significa.
Lo sapevate? Che cosa significa l’espressione sarda “Conch’e bànnia”?
L’espressione sarda “Conch’e bànnia” è uno di quei piccoli capolavori linguistici che racchiudono in sé tutta l’ironia affilata e bonaria della lingua sarda, in particolare quella del Campidano, di Cagliari e del Sud dell’isola, dove il sarcasmo è spesso condito quanto un piatto di malloreddus. Andiamo a scoprire che cosa significa.
Il sardo ha la straordinaria capacità di raccontare intere situazioni con una sola parola o con un modo di dire tagliente e pittoresco, e questa espressione ne è un esempio perfetto. Ma cosa significa davvero “Conch’e bànnia”? E soprattutto, cosa c’entra la salsa con le persone?
Ebbene, partiamo proprio da lei, la protagonista del detto: la bànnia. Nel sardo campidanese, questo termine indica la salsa, il sugo, l’intingolo rosso fuoco che accompagna la pasta e profuma tutta la cucina. Un simbolo culinario, ma anche cromatico: la bànnia è rossa, punto. E da qui scatta il collegamento (geniale e un po’ impietoso): “Conch’e bànnia” – letteralmente “testa di salsa” – è l’appellativo riservato a chi sfoggia una chioma rosso acceso, i fulvi, i pel di carota, insomma, quelli con la testa color sugo.
È un modo di dire tipicamente sardo, che unisce l’arte dell’osservazione con quella della presa in giro leggera, quella che fa sorridere chi la dice, e forse un po’ meno chi se la sente dire, specialmente se è un adolescente rosso fuoco alle prese con l’autoironia ancora in fase di sviluppo. Ma tant’è: in Sardegna, se hai i capelli rossi, rischi seriamente di sentirti chiamare “Conch’e bànnia” almeno una volta nella vita, magari da un nonno con la sigaretta accesa o da un amico troppo sincero.
Un’espressione semplice, sì, ma densa di colore, sapore e spirito. Ironica, affettuosa, un po’ pungente – proprio come il sugo della domenica se ci si dimentica lo zucchero.

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