Cagliari, un altro incendio doloso nell’ex rifugio migranti

Qualcuno, nonostante l'edificio sia sotto sequestro, è infatti riuscito ad introdursi nel pomeriggio all'interno della struttura e ad appiccare le fiamme.
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Ancora fiamme in via Riva di Ponente a Cagliari.
I Vigili del fuoco sono dovuti intervenire nuovamente nell’ex rifugio dei migranti, a causa di un altro incendio, dopo quello che ha smosso l’opinione pubblica solo giovedì.
Qualcuno, nonostante l’edificio sia sotto sequestro, è infatti riuscito ad introdursi nel pomeriggio all’interno della struttura e ad appiccare le fiamme.

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Selargius. «Pecore stremate, malate e senza cibo»: scatta la denuncia dei cittadini

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Un gregge di pecore ridotto allo stremo, costretto a pascolare su un terreno arido e privo di vegetazione, senza acqua né riparo dal sole. È la segnalazione arrivata alla nostra redazione da alcuni lettori di Selargius, accompagnata da fotografie che mostrano la difficile condizione degli animali.
Secondo quanto riportato, il pastore avrebbe condotto le pecore su un terreno devastato da un incendio, dove non vi era traccia di erba. Le immagini ritraggono animali magrissimi, stremati dal caldo e dalla mancanza di cibo e acqua. Alcuni, riferiscono i testimoni, sarebbero stati in condizioni agonizzanti, mentre altri presentavano ferite e segni evidenti di incuria.
«È la vita a cui sono condannate – raccontano i cittadini – pecore ricoperte di parassiti, senza alcuna assistenza veterinaria. È mai possibile che nessuno intervenga a tutelarle?».
La denuncia si estende anche alle istituzioni. Diversi segnalanti accusano il Comune di Selargius e le autorità competenti di non essersi attivate per garantire il benessere degli animali: «Il Sindaco sostiene che non è compito suo – spiegano – ma tutto avviene nel territorio comunale. Anche i Vigili urbani, chiamati quando le pecore finiscono pericolosamente sulla strada, si limitano ad avvisare il pastore».
Un quadro che solleva forti interrogativi sulla tutela del benessere animale e sulla responsabilità delle autorità preposte ai controlli. Nel frattempo, il gregge continua a vivere in condizioni che i cittadini definiscono “un vero inferno”.

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