Da eja a daje è un attimo: trattoria Dar Mammozzaro, a Quartu arriva la cucina tipica romana

Dall’impegno e la passione di un giovane cagliaritano, vi portiamo in una trattoria in cui potrete gustare i piatti tipici della cucina romana.
Una giornata di sole, ora di pranzo, momento perfetto per un po’ di relax ma oggi no, ho in agenda un’intervista alla trattoria romana Dar Mammozzaro di Quartu, a due passi da viale Colombo e viale Marconi. La cucina romana mi piace ma l’ho sempre gustata solo a Roma e la curiosità di scoprire il dietro le quinte di un ristorante regno della carbonara, amatriciana e saltimbocca, soprattutto a quest’ora, è tanta.
Dicevo: l’ora di pranzo dovrebbe essere solo un momento di meritata pausa ma come varco la soglia della trattoria con agenda e penna in mano, vengo accolta da tanti sorrisi e risate. Sì: proprietario, camerieri, chef ridevano di gusto. Vengo travolta da quest’ondata di gioia e quasi mi dimentico che sono lì per lavoro. Gianluca Pes, il proprietario, mi presenta al resto del team: tutti giovani, gentili e disponibili, e prendiamo posto nel locale. L’atmosfera è quella tipica di una trattoria di Trastevere: Colosseo che campeggia su sfondo granata, bicchieri in terracotta per un buon rosso, sedie in paglia e tavoli in legno che mi portano subito a due passi dai Castelli.
La storia del Mammozzaro (dal soprannome di un personaggio della tradizione romanesca, ndr) è inscindibile da quella del suo proprietario: Gianluca Pes ha solo 32 anni ma, fin da quando ne aveva 18 ha deciso, con intraprendenza e una bella dose di coraggio di raccogliere baracca e burattini, salutare mamma e papà e mettersi alla prova da solo, in giro per l’Italia e l’Europa, ma ciò che gli è rimasto più nel cuore indovinate cos’è? Gli angoli nascosti della Città Eterna ovviamente! Quei localini che neanche sono inseriti nelle guide, lontani dallo sfarzo di Piazza di Spagna e conosciuti solo da chi Roma la vive veramente. Una cucina semplice ma dagli ingredienti freschi e selezionati cucinati con amore e grande manualità.
Quei ricordi Gianluca li ha portati con sé in Sardegna quando ha deciso di smetterla di peregrinare per il mondo e di creare qualcosa di completamente suo, nella sua Isola. “Da giugno scorso (data in cui ha acquistato il ristorante, ndr.) la mia impronta qui da Dar Mammozzaro è chiara: un team volenteroso, tutto sardo, intraprendente”. E lo stesso impegno e caparbietà la riversa anche in cucina: piatti tipici della cucina di Roma ma preparati con ingredienti freschissimi e di stagione, “compro verdure e carne personalmente al mercato tutti i giorni”, tiene a specificare.
Ed eccomi qui, ora, pronta a visionare il menù e ad assaggiare le proposte à la carte: inizio con una frittura mista di mozzarella in carrozza e ”supplì al telefono” farciti con ragù, funghi o cacio e pepe.
Passo poi a una rosa di antipasti che vanno dalla mitica porchetta di Ariccia alla trippa alla romana per passare dai fagioli con le cotiche.
I primi riempiono gli occhi e l’olfatto prima ancora che il palato perché solo a vederli ci si innamora: scelgo la più classica delle carbonare (110 grammi di puro piacere, ndr) indecisa tra bucatini all’amatriciana, tonnarelli cacio e pepe e mezzi rigatoni alla gricia.
Scopro anche pietanze nuove come rigatoni alla zozzona (con un sugo a metà tra un’amatriciana e una carbonara con salsiccia), fettuccine alla burina (salsiccia, pomodoro e crema di piselli) e gnocchi alla Marco Aurelio (pomodoro, basilico e stracciatella di bufala).
I secondi non deludono le aspettative: coda alla vaccinara, costine di abbacchio alla scottadito (richiestissime), polpette di nonno Salvatore (al sugo, con carne macinata fresca, preparate al momento), pollo ai peperoni secondo Sora Lella.
Per i più indecisi (e come darvi torto!), da Dar Mammozzaro c’è anche la possibilità di scegliere un menù fisso, il “menù del Gladiatore”, una degustazione di vari piatti tipici.
Un clima felice e festoso per un pranzo di qualità e gusto. Sapere poi che dietro le ricette che ho assaggiato c’è un team che lavora sereno, con passione, usando ingredienti freschi assemblati con cura e impegno, ma soprattutto il grande coraggio di un 32enne sardo, non può che farmi uscire col sorriso. E se volete un consiglio: il venerdì a cena da Dar Mammozzaro, si canta! Musica tipica romana tra una cacio e pepe e una costina di abbacchio: “Fatece largo che passamo noi, sti giovanotti de’ sta Roma bella, semo ragazzi fatti cor pennello e le ragazze famo innamorà”!

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