Una vita nel vino per Enzo Biondo, passione e orgoglio di Sardegna: storia ed emozioni del pioniere dell’enologia dell’Isola

Chiacchierata con Enzo Biondo, classe 1937, pioniere dell'enologia in Sardegna. Una vita di studio e amore per il vino, come Cannonau e Vernaccia, assaggiati e gustati, per poi raccontarne nei suoi libri storia e ricche curiosità.
Una vita nel vino per Enzo Biondo, passione e orgoglio di Sardegna: storia ed emozioni del pioniere dell’enologia dell’Isola
Chiacchierata con Enzo Biondo, classe 1937, pioniere dell’enologia in Sardegna. Una vita di studio e amore per il vino, come Cannonau e Vernaccia, assaggiati e gustati, per poi raccontarne nei suoi libri storia e ricche curiosità
Una passione infinita, un entusiasmo sempre vivo sin da ragazzo e ancora oggi trasmesso nei suoi libri, accompagnate da bellissime chiacchierate. Enzo Biondo, classe 1937, racconta una vita di studio e amore per il vino sardo.
Il Cannonau e la Vernaccia, tra i vari, assaggiati, gustati e studiati da chi, cuore pirrese e radici siciliane, è considerato il pioniere dell’enologia in Sardegna. In un periodo in cui i viticoltori isolani quasi ignoravano totalmente il tesoro naturale delle loro vigne, Enzo è stato il primo a parlarne e a scriverne, facendo quello che più lo appassionava: chiacchierare con gli agricoltori, quelli sardi, proprio come lui.
Due isole nella vita di Enzo. Dalla Sicilia, regione di origine della famiglia, alla Sardegna, luogo di esilio per il nonno e il padre ai tempi di Mussolini, terra di orgoglio per il giovane Enzo. Così come Cagliari, o meglio, come ci tiene a precisare, la sua Pirri. “Mio nonno mi ha trasmesso le prime conoscenze di viticoltura”, racconta Biondo, “poi è nata una passione per l’enologia sarda, quando ancora nessuno raccontava del nostro vino”.
Così, tra gli anni ’50 e ’60, iniziano gli studi. A 18 anni la scuola di preparazione all’enologia, a Conegliano Veneto, tramite concorso regionale, sino alla laurea in Scienze Biologiche all’Universita di Cagliari, seguita da una lunga carriera da consulente tecnico alla Cantina Sociale Marmilla di Sanluri. Il risultato? “Qui la produzione di vino, dopo il mio arrivo, è arrivata a 30mila ettolitri dagli iniziali 17mila”.
Ovviamente, tutto con l’energia da sardo. “Mi ricordo che durante le conferenze e gli incontri, in varie parti della Penisola, quando parlavo di Sardegna nessuno sapeva niente. E questa è una cosa che mi ha sempre dato un fastidio incredibile”, commenta Biondo, diventato nel 1979 Accademico Nazionale della Vite e del Vino.
Sardegna, ai tempi, poco nota fuori e pure dagli stessi sardi. E il campo enologico non faceva eccezione. “Provavo grande dispiacere nel vedere gli agricoltori sardi ignorare il valore reale dei propri prodotti enologici”, spiega, “e paradossalmente erano le persone non del posto che conoscevano il vino sardo e lo compravano qui a poco prezzo, nel momento in cui i viticoltori locali non erano consapevoli di ciò che avevano fra le mani”.
Ecco che per Bianco inizia lavoro mai fatto da altri. “In Sardegna sono stato il primo a scrivere di enologia. Parlavo direttamente con i viticoltori e le persone che conoscevano storia e coltivazione del singolo vitigno. Così sono nati i miei libri, che hanno permesso che la cultura enologica trovasse diffusione anche in Sardegna e gli agricoltori avessero maggiore consapevolezza”.
Una lunga bibliografia, quella di Enzo Biondo, diventato a sua volta viticoltore nel corso degli anni, dopo l’acquisto in società di un terreno di quasi 200 ettari a San Gavino. Tra i principali, il libro sul Cannonau e quello dedicato alla Vernaccia di Oristano, “Il vino della principessa Eleonora”, ricco di contenuti, come tutti del resto, e dovizia di particolari e curiosità. Sino all’ultimo suo testo, quello sulla Malvasia di Bosa. Cuore e anima di un professionista sardo.
Una vita per il vino e sempre in giro per la Sardegna. Senza dubbio, in mezzo alla gente sarda. Tra le soddisfazioni più belle c’è l’esperienza di Oliena, Enzo ha stretto diverse amicizie, sino a diventare cittadino onorario del paese.
Chissà se in futuro ci sarà qualcuno a raccogliere la grande esperienza di Biondo. Il nipote 15enne Igor, studente all’Agrario, fa ben sperare, portando con sé la stessa passione di nonno Enzo, che non ha dubbi. “Amo la mia terra e oggi, dopo tanti anni, posso dire di essere felice di quello che ho fatto”.

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