Lo sapevate? Gorropu è uno dei canyon più lunghi d’Europa
Nell'entroterra della Sardegna, uno dei trekking più belli e impegnativi nel cuore del Supramonte, vi condurrà in uno dei territori più selvaggi dell'Isola. Insieme al canyon di Tara (Montenegro), Cares (Spagna), Vikos (Grecia), Paklenica (Croazia), e la Gorges du Verdon (Francia), Gorropu è uno dei canyon più lunghi d’Europa, con pareti alte centinaia di metri. La gola è visitabile solo a piedi attraverso tre sentieri. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato.
Lo sapevate? Gorropu è uno dei canyon più lunghi d’Europa.
Nell’entroterra della Sardegna, uno dei trekking più belli e impegnativi nel cuore del Supramonte, vi condurrà in uno dei territori più selvaggi dell’Isola. Insieme al canyon di Tara (Montenegro), Cares (Spagna), Vikos (Grecia), Paklenica (Croazia), e la Gorges du Verdon (Francia), Gorropu è uno dei canyon più lunghi d’Europa, con pareti alte centinaia di metri. La gola è visitabile solo a piedi attraverso tre sentieri. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato.
A nord passando nella valle di Oddoene, in territorio di Dorgali: è il percorso meno impegnativo, due ore di cammino con partenza da ponte sa Barva, passando parallelamente al rio Flumineddu – torrente che ha scavato la gola -, fino a raggiungerne l’ingresso. A sud la partenza del sentiero – percorribile in tre ore e mezza tra andata e ritorno – è dagli ovili di Sedda ar Baccas, in territorio di Urzulei. Il terzo itinerario, a est del canyon, parte da Genna Silana, in un’area di sosta della statale 125. Il sentiero, di un’ora all’andata e del doppio al ritorno, è ben segnato. Una ripida discesa tra corbezzoli secolari. Guide esperte possono comunque ideare i propri trekking organizzandosi anche in modo da fare percorsi ad anello.
Ci sono luoghi dove la tecnologia e le macchine devono inchinarsi alla natura. La Gola di Gorropu (che si trova nel territorio comunale di Urzulei e Orgosolo) è uno di questi: dimenticate gli smartphone (o al limite portateli per le foto), armate i vostri piedi di comode scarpe da trekking e preparatevi a vivere la bellezza incantata del canyon più profondo e spettacolare d’Europa.
Qui l’intensa azione erosiva provocata delle acque del Rio Flumineddu ha scavato una gola con pareti altissime sotto le quali vi sentirete una formichina in un mondo di giganti.
Camminerete tra magnifici esemplari di ginepro, endemismi, tassi e foreste primarie di lecci sopravvissute al taglio incontrollato dei carbonai. Siete in mezzo al Supramonte, un vasto sistema montuoso di origine calcarea: questo è il posto più selvaggio della Sardegna, dove vivono e lavorano i caprari nelle loro capanne, i cuiles.
È l’habitat delle aquile reali e dei mufloni: qui si esplicò la resistenza militare e culturale dei Sardi (i cosiddetti “montes insani” citati da Cicerone) davanti alle tante invasioni della storia.
Gorropu in sardo significa dirupo, burrone, gola, voragine. Un’antica leggenda narra che dal punto più stretto e oscuro della gola, dove le pareti si ergono verticali superando i 450 metri, sia possibile vedere le stelle in pieno giorno. È qui, nelle pareti più scoscese, che si dice sboccino di notte, i magici fiori della felce maschio.
Per il trekking è indispensabile considerare alcuni fattori: assenza di segnaletica, orientamento difficile e scarsa copertura GSM. Assolutamente sconsigliato, quindi, affrontare questi percorsi da soli.
Per raggiungere Gorropu si può partire da Genna Silana, nel territorio di Urzulei, con un percorso a bastone in gran parte in discesa all’andata e in salita al ritorno. Per una camminata ugualmente bella, si può passare anche dal territorio di Dorgali, dalle pozze di s’Abba Arva, nella vallata di Oddoene.
La gola di Gorropu si trova nella subregione del Supramonte: per chi parte da Cagliari ci vogliono circa due ore e venti per arrivare nel territorio. (Statale 131, poi dcn per Nuoro, sino a Dorgali o Urzulei). Volendo si può passare anche dalla 125: si impiega più tempo ma ne vale la pena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA