Ecco Ranieri: “È una sfida particolare, che mi bolle dentro. Ai tifosi dico: stateci dietro”
Dopo il bagno di folla in aeroporto, ecco la presentazione del nuovo allenatore del Cagliari: le prime parole in conferenza stampa di Claudio Ranieri.
Ecco Ranieri: “È una sfida particolare, che mi bolle dentro. Ai tifosi dico: stateci dietro”.
Dopo il bagno di folla in aeroporto, ecco la presentazione del nuovo allenatore del Cagliari: le prime parole in conferenza stampa di Claudio Ranieri.
È una sala colma di giornalisti quella dell’Unipol Domus pronta ad accogliere dopo trent’anni Mister Claudio Ranieri.
Ad aprire le danze è il Ds Nenneo Bonato: “All’indomani della sconfitta di Palermo come società abbiamo anticipato di una settimana le valutazioni e ragionato sul progetto sportivo, analizzando le difficoltà e rimettendo tutto in discussione. Dovevamo trovare una figura che incarnasse i valori di questa squadra e da lì nessuno ha avuto dubbi su Claudio Ranieri. Dopo pochi secondi avevamo già trovato nei suoi occhi la voglia di rilanciare il Cagliari.
È un Claudio Ranieri contento, felice, entusiasta di poter sedere, ancora una volta, sulla panchina del Cagliari.
“Dentro di me c’erano emozioni indelebili di quello che era stato il mio primo viaggio in Sardegna. Qui sono diventato grande, tutto quello che un uomo di 37 anni poteva provare in quei 3 anni passati a Cagliari, li ho sempre portati con me, anche nei momenti bui che un allenatore nella sua carriera vive”.
Le paure. “Avevo paura di tornare e sporcare quei ricordi bellissimi, poi ho pensato perché sei così egoista? Pensi a te e non al Cagliari. C’era il figlio di Riva che mi scriveva ogni giorno: anche papà è entrato come presidente onorario tanti anni fa, ma nessuno ha dimenticato ciò che ha fatto. E piano piano tutte le mie paure si sono sgretolate: tutto l’affetto e l’entusiasmo devo trasformarlo in punti, perché sono stato chiamato per fare punti.
La squadra e la piazza. “Oggi i giocatori sono molto più smaliziati e possono cambiare modulo di gioco. Sono contento di essere tornato, di iniziare a giocare. Vengo con tanto entusiasmo, ma serve anche quello dei tifosi, durante la partita stateci dietro, soffiateci dietro. A fine partita poi si può applaudire o fischiare, ma dateci la carica perché noi giocheremo per vincere. Voglio una squadra che senta l’appartenenza dell’Isola, voglio giocatori che sentano l’appartenenza di questi colori e di questa terra. L’entusiasmo è una cosa buona. Dove sono andato l’ho fatto per costruire qualcosa. Ai tifosi dico, va bene l’entusiasmo, ma stateci vicino, dateci l’amore per quello che ora possiamo darvi. Non chiedeteci la luna, sarò io a chiederla nello spogliatoio”.
Le idee. “Ogni giocatore rende in maniera diversa in base all’allenatore che ha davanti, voglio conoscere bene la squadra che ho davanti. Ho bisogno di guerrieri e di persone che scendono in campo combattenti. È prematuro parlare di Nainggolan”.
Il traguardo. “ Per carattere voglio sempre tutto e subito, è la mia forza interiore. Io non posso promettere altro che entusiasmo, lavoro e ancora lavoro. Dobbiamo trovare i giocatori giusti per il futuro di domani, abbiamo una grossa responsabilità e siamo consapevoli di dover lavorare tanto tanto”.
Il Cagliari in B. “Visto da fuori il Cagliari mi ha dato l’idea di una squadra che non si è ambientata, la serie B è totalmente diversa dalla serie A. Quando scendi in B tutti vogliono batterti. Il mio sforzo più grande sarà quello di fargli capire che siamo in serie B, dobbiamo lottare ogni singolo centimetro. Ecco questo mi aspetto dai miei giocatori”.
Il modulo. “Non ho alcun modulo di riferimento perché li ho fatti tutti. Sono i giocatori a darmelo. Abbiamo due grandi attaccanti, se loro due si aiutano e vanno avanti. Ora la mia idea sono loro, ma non c’è nulla di predefinito. Spesso si deve cambiare il sistema di gioco per sorprendere l’avversario. Chi mi dimostra che lega con il suo compagno, chi si integra meglio gioca: non guardo ne stipendio ne età”.
La classifica. “È reale, quella dà il valore attuale di quella squadra, è logico che io allenatore del Cagliari debba prendere le due lepri lontano, non devo guardarmi indietro. Io cercherò il massimo in ogni allenamento, se ti alleni a 100 all’ora, giocherai almeno a 90. Chiederò sempre il massimo, perché solo così si raggiunge l’obiettivo”.
Sfida più grande? “È una sfida particolare che sento mia e mi bolle dentro. Qui dobbiamo salire, non posso promettere che ci riusciremo, ci impegneremo al massimo. Quando hai dato il massimo, nessuna critica ti potrà ferire. Rispetto a trent’anni fa porterò tutte le esperienze acquisite in tutti i campi in cui sono stato. Non so ancora se sarà possibile fare entrare alcune volte i tifosi, mi piacerebbe, quando giochiamo, portare la squadra il giovedì a giocare nei posti qui vicino”.
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