Lo sapevate? Nel 1582 i corsari musulmani fecero centinaia di prigionieri a Quartu e nei paesi vicini
Nel corso dei secoli, migliaia di persone, in più località costiere ma anche nell'entroterra, vennero fatte prigioniere e ridotte in schiavitù, molti altri invece furono uccisi. Nel 1582 ci fu uno dei più gravi assalti. Ecco che cosa accadde.
Lo sapevate? Nel 1582 i corsari musulmani fecero centinaia di prigionieri a Quartu e nei paesi vicini.
La Sardegna per più di mille anni è stata l’obiettivo di conquista prima dei saraceni, quindi dei pirati barbareschi musulmani e quindi degli arabi. A più riprese cercarono di conquistare l’Isola (l’assalto più violento fu quello di Mujahib, più noto come Museto, o Musetto), sistemata in un punto strategicamente importante. Nel corso dei secoli, migliaia di persone, in più località costiere ma anche nell’entroterra, vennero fatte prigioniere e ridotte in schiavitù, molti altri invece furono uccisi. Nel 1582 ci fu uno dei più gravi assalti. Ecco che cosa accadde.
È del 1582 l’attacco terribile a Quartu, quando furono catturate più di duecento persone, mentre gli altri abitanti fuggirono nei villaggi vicini (Settimo, Sestu, Sinnai e Maracalagonis); nei quartieri di Cagliari: a Stampace, Marina e Villanova e nel Sarrabus. L’episodio risulta fra l’altro nella petizione del suo sindaco alle Corti generali del 1583-86. Con tale petizione il sindaco chiedeva che si desse un sussidio per “cingere di mura il villaggio”. Come risulta dagli Atti del Parlamento gli venne risposto che il comune “provvedesse alla sua salvezza formando un ridotto atto a potervisi rifugiare e difendere in caso di aggressione”.
Nello stesso anno furono inoltre saccheggiati anche i villaggi più vicini a Quartu, di Pauli (Monserrato), Pirri e Quartucciu.
I Barbareschi erano i corsari musulmani che, a partire dal secolo XVI, sostenuti dai Turchi, si insediarono lungo le coste dell’Africa settentrionale impadronendosi di Algeri, Tunisi e Tripoli, dove rovesciarono le antiche dinastie e diedero vita a vere e proprie città-Stato, formalmente dipendenti dall’Impero ottomano, ma in realtà autonome e dedite esclusivamente alla guerra. Come riporta Francesco Casula, i Barbareschi erano anche Turchi provenienti dalle isole del Mediterraneo orientale; moriscos provenienti dalla Spagna e animati da profondo spirito di rivalsa; schiavi cristiani, catturati e islamizzati, che col tempo avevano conquistato posizioni di primo piano nella comunità. L’attività principale di questi corsari erano l’assalto e la cattura delle navi cristiane e le spedizioni lungo le coste degli stati cristiani per catturare schiavi da vendere nei mercati delle città barbaresche o per i quali ottenere cospicui riscatti. Numerose incursioni furono effettuate da questi corsari lungo le coste della Sardegna.
La Sardegna allora non era certo ricca ma gli arabi riuscirono comunque a fare dei bottini, depredando quel poco che gli abitanti erano riusciti a mettere da parte, anche in termini di raccolti e cibarie. Gli attacchi andarono avanti ripetutamente dal 700 al 1800 inoltrato, per poi cessare definitivamente in piena età piemontese.
Durante la dominazione spagnola per fronteggiare i ripetuti assalti dei pirati Saraceni venne rafforzato il sistema di controllo delle torri costiere isolane (in tutta la Sardegna ne rimangono un centinaio). Ma gli assalti andarono avanti sino al 1816.
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