Ricostruire un nuraghe in scala 1:1: il progetto di Claudio Ollanu per il territorio nato dall’amore per la Sardegna
Dietro c'è l'amore per la Sardegna e il territorio. Poi, con il coinvolgimento di tanti professionisti, un imponente progetto: la replica di un nuraghe di scala 1:1 proprio come nel passato.
L’amore per la Sardegna e il legame con la sua terra. Un’ampia formazione oltre il Tirreno, poi il ritorno nell’Isola. Claudio Ollanu, classe 1984, è uno dei tanti sardi che ha deciso di spendere nel territorio le competenze acquisite. Così, laurea in Economia in tasca, unita a un percorso formativo in Trentino e un master all’estero, ecco che insieme al fratello Simone e alla sua famiglia ha dato vita a Gergei, fra il 2013 e il 2015, alla struttura agrituristica e ricettiva “Is Perdas”. Ma dietro il fascino di quegli enormi massi calcarei, nel cuore del Sarcidano, è nato il sogno di un’impresa, diventato progetto concreto e presto una realtà per l’intera Sardegna.
“Diciamo che la mia è stata una scelta d’amore, forse quella meno semplice”, il commento dell’orgoglioso 38enne gergeese Claudio. “Is Perdas è nato da un trascorso di infanzia, nel sentiero nuragico di Santa Vittoria di Serri, dove da bambini andavamo a giocare. Lì mio padre costruì una piccola scuderia e sempre lì, innamorati di quei paesaggi e del loro valore, con cuore e testa abbiamo deciso di costruire qualcosa”.
Un amore fortissimo per la propria terra, dunque, è il punto di partenza. Poi, dal legame con le pietre, qualcosa di più grande. La rilevazione ex novo di un nuraghe, un progetto che ha mosso i suoi primi passi anche grazie all’associazione “Perdas Novas” e al contributo corale di tanti professionisti, attratti da questo luogo di pura sardità. “Il territorio ha attirato l’attenzione di registi e in generale personaggi del cinema, come la sceneggiatrice Francesca Scanu. Così è maturata l’idea di un docufilm, ancora da girare, ma di cui ci sono già stati i primi contatti e interviste, raccontato nel contesto di Gergei e Is Perdas”.
Dalle pietre allora un progetto non solo per il territorio di Gergei, ma per tutta la Sardegna. Ovvero, la replica di un nuraghe in scala 1:1, ricostruito come oltre 3mila anni fa. Le pietre accatastate una sopra l’altra, capaci di formare un’imponente struttura del nostro passato sardo, con fini scientifici, didattici e turistico-culturali.
Un progetto nato e maturato ben prima della pandemia, presentato e approvato, di cui ora si vogliono cogliere i frutti. “In un futuro molto prossimo si vuole realizzare un cantiere complesso di archeologia sperimentale nel comune di Gergei. Oggi infatti c’è l’esigenza di far percepire alle persone come era un nuraghe nella sua forma compiuta, nelle sue proporzioni rispetto agli uomini e al paesaggio. Si tratta di qualcosa di ambizioso e concreto, veicolato dal cinema e che ha coinvolto università, accademie, insieme a ingegneri, architetti e archeologi”.
Un progetto che ha visto l’approvazione di tanti, convinti della sua importanza e della sua possibilità di diventare un grande attrattore. Ma dalle “carte” si passa all’azione, coi tempi di realizzazione forse non eccessivamente lunghi. “Già dal prossimo 2023 si inizia con la creazione della parte parte apicale del nuraghe. Poi, tra diversi anni, quella terminale della torre, per un’altezza di 11 metri”.
Non solo l’opere, ma anche il cantiere rivestirà grande importanza. “Per tutti ci sarà la possibilità di partecipare e conoscere così la storia. Migliaia di metri cubi di pietre che prenderanno forma compiuta. Ricostruire per capire e magari intervenire su altri progetti”.
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