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Dove sorge Cagliari nuotavano i coccodrilli | Cagliari - Vistanet
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Incredibile ma vero. Dove sorge Cagliari, 10 milioni di anni fa nuotavano squali giganti, tartarughe e coccodrilli

Incredibile ma vero. Dove sorge Cagliari, 10 milioni di anni fa nuotavano squali giganti, tartarughe e coccodrilli

Incredibile ma vero. Dove sorge Cagliari, 10 milioni di anni fa nuotavano squali giganti, tartarughe e coccodrilli
“Il calco del cranio restaurato del coccodrillo Tomistoma calaritanum ritrovato a Piazza d’Armi nel 1868 (Museo D. Lovisato di Cagliari).”

A nuotare nelle acque dell’attuale Cagliari, 7-10 milioni di anni fa, c’era anche il megalodonte, un enorme squalo che secondo alcune stime poteva raggiungere i 20 metri di lunghezza. La parola al paleontologo Daniel Zoboli

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27 Novembre 2022 13:45 Federica Cabras

 7-10 milioni di anni fa nell’area dove oggi sorge l’attuale Cagliari c’era il mare. Lo sapevate? A chiarire i dubbi riguardo epoche così lontane da noi ma così affascinanti al tempo stesso è il dottor Daniel Zoboli, paleontologo presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari. La spiegazione? «Buona parte della città di Cagliari sorge su rocce sedimentarie di ambiente marino che si sono depositate durante il periodo geologico Neogene e in particolare durante l’epoca chiamata Miocene» come spiega l’esperto. «Queste rocce (principalmente marne e calcari) sono state chiamate dai geologi i “Calcari di Cagliari”.»

«I Calcari di Cagliari» continua il paleontologo «racchiudono differenti litologie a cui i cavatori del passato hanno assegnato diversi nomi quali “Pietra Cantone”, “Tramezzario” e “Pietra Forte”, quest’ultima nota anche col nome di “Calcare di Bonaria”. Queste rocce sono ricchissime di fossili di animali marini che oggi, con un po’ di attenzione, si possono scorgere nei vari colli della città, nei parchi e nei muri degli edifici storici. Le mura della città e alcuni importanti monumenti cittadini come ad esempio la Basilica di Bonaria o l’ex carcere di Buoncammino sono stati costruiti con blocchi di queste rocce che conservano al loro interno un ricco contenuto paleontologico.»

“Il fossile di un riccio di mare in un blocco di calcare usato per delimitare un’aiuola sotto il monumento a Carlo Felice (Largo Carlo Felice – Piazza Yenne).”

 Ad esempio, a Is Mirrionis, sono stati ritrovati i fossili di alcune tartarughe dal “guscio molle” – che oggi non popolano più l’area europea – mentre in altri punti della città vennero raccolti alcuni fossili di animali marini incredibili di cui vi parleremo in seguito.

Ma vediamo più nel dettaglio.

“Il calco del cranio restaurato del coccodrillo Tomistoma calaritanum ritrovato a Piazza d’Armi nel 1868 (Museo D. Lovisato di Cagliari).”

Prevalentemente, il contenuto paleontologico è costituito da piccoli organismi marini, come ricci di mare e molluschi, ma non solo: «In passato sono stati ritrovati fossili di denti di squalo, coccodrilli, tartarughe, sirenii, delfini e balene. I fossili cagliaritani sono oggi conservati nel Museo Sardo di Geologia e Paleontologia D. Lovisato di Cagliari, ma altri si trovano nel Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Torino e nel Museo Geologico e Paleontologico G. Capellini di Bologna» continua lo studioso. «Tra i fossili più importanti dal punto di vista scientifico vi è senza dubbio il cranio del coccodrillo Tomistoma calaritanum ritrovato nell’area di Piazza d’Armi nel febbraio del 1868. Questo fossile fu accidentalmente scoperto da alcuni operai intenti a demolire alcuni grossi blocchi di calcare chiamati “Is Mirrionis”.»

 

“A sinistra il calco del carapace di una tartaruga dal “guscio molle” ritrovata nell’area di Is Mirrionis, a destra alcuni denti del gigantesco squalo megalodonte ritrovati in diversi punti della città (Museo D. Lovisato di Cagliari).”

Comuni, prosegue Zoboli, anche resti di pesci e di denti di diversi tipi di squali. Be’, d’altronde c’era il mare, ricordate?

“A sinistra ritratto del geologo Domenico Lovisato (1842–1916), a destra alcuni fossili di balene ritrovati da Lovisato nell’area di San Michele.”

«Tra questi, i più spettacolari sono senza dubbio quelli appartenenti al megalodonte (Otodus megalodon), un enorme squalo che secondo alcune stime poteva raggiungere i 20 metri di lunghezza. Altre scoperte interessanti furono fatte dal geologo Domenico Lovisato. A lui si deve infatti il ritrovamento dei resti appartenenti a due balenottere ritrovate rispettivamente nell’aprile e nel giugno del 1886 nell’area di San Michele. Lovisato ritrovò inoltre i fossili di un delfino presso il Monte della Pace (Tuvumannu). Le importanti evidenze paleontologiche della città hanno portato alla predisposizione di progetti di divulgazione come “Coccodrilli, squali e tartarughe, storie di fossili a Cagliari e nell’area urbana” e di pubblicazioni in ambito geoturistico. Cagliari ha infatti la concreta possibilità di sviluppare percorsi geoturistici adatti a diverse fasce di pubblico che potrebbero essere integrati alle altre risorse turistiche della città. Questa ricchezza paleontologica si trova da sempre sotto i nostri piedi e con un po’ di attenzione e un pizzico di fortuna può essere riscoperta e ammirata da chiunque per le vie del capoluogo sardo.»

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Sardegna, ennesimo progetto eolico: Gallura minacciata dalla speculazione energetica



Il progetto prevede 25 aerogeneratori alti circa 200 metri, oltre a linee elettriche, stazioni di trasformazione e viabilità.

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19 Novembre 2025 11:39 La Redazione

Un nuovo progetto di centrale eolica in Gallura scatena polemiche e preoccupazioni ambientali. Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato il 19 novembre 2025 un atto di intervento nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativa al progetto della centrale eolica “Eolia”, promossa dalla società lombarda NVA 5 s.r.l. nei territori comunali di Berchidda, Monti, Telti, Olbia e Padru.

Il progetto prevede 25 aerogeneratori alti circa 200 metri, con una potenza nominale di 150 MW, oltre a linee elettriche, stazioni di trasformazione e viabilità. Gran parte dell’area interessata comprende boschi tutelati, aree della Rete Natura 2000 e zone recentemente colpite da incendi, dove la legge vieta interventi produttivi per anni.

«Chiediamo al Ministero dell’Ambiente di esprimere un formale diniego alla compatibilità ambientale di questi impianti», dichiara il GrIG, sottolineando l’assenza di valutazioni sugli impatti cumulativi e la mancanza di fideiussioni adeguate per eventuali danni ambientali. L’associazione ha informato anche il Ministero della Cultura, la Regione Sardegna, le Soprintendenze e i comuni coinvolti.

Secondo gli esperti, l’Italia rischia una vera e propria “overdose di energia”, con impianti da fonti rinnovabili che superano di gran lunga il fabbisogno reale, con effetti negativi su paesaggio, economia locale e patrimonio culturale. La Sardegna, in particolare, rischierebbe di trasformarsi in una piattaforma energetica per la Penisola, con un impatto diretto su boschi, campagne e aree storiche.

«Non siamo contrari alle rinnovabili – precisa il GrIG – ma servono pianificazione intelligente, coinvolgimento delle comunità locali e utilizzo di spazi già urbanizzati, come tetti e aree industriali, per evitare speculazioni e danni irreversibili».

L’associazione ha lanciato una petizione popolare: “Sì all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica”, già firmata da oltre 22 mila cittadini. L’obiettivo è sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni affinché lo sviluppo delle rinnovabili avvenga nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali. Per firmare la petizione: LINK

 

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