Lo sapevate? In Sardegna sono nati due papi: ecco chi erano
Quanti papi ci sono stati nella storia? Secondo la cronologia ufficiale della Chiesa cattolica i papi che hanno regnato nella storia della Chiesa cristiana sono stati 266; papa Francesco è quindi il 266° papa della storia della Chiesa. Di questi 266 capi della Chiesa cristiana, due erano sardi. Andiamo a scoprire chi erano.
Lo sapevate? In Sardegna sono nati due papi: ecco chi erano.
Quanti papi ci sono stati nella storia? Secondo la cronologia ufficiale della Chiesa cattolica i papi che hanno regnato nella storia della Chiesa cristiana sono stati 266; papa Francesco è quindi il 266° papa della storia della Chiesa. Di questi 266 capi della Chiesa cristiana, due erano sardi. Andiamo a scoprire chi erano.
Andiamo per ordine: il primo in generale fu un palestinese, uno dei discepoli di Gesù, che passò alla storia papale col none di Pietro da cui nei secoli si dice sedersi sul trono di Pietro ogni volta che si elegge un Papa.
Da quel momento, era naturalmente il 33 dopo Cristo, ad oggi la Chiesta cattolica ha avuto 213 pontefici italiani, 15 francesi, 8 greci, 7 dall’area tedesca, 3 dalla Spagna, 1 da Portogallo, Dalmazia, Inghilterra, Paesi Bassi, Polonia e Tracia per quanto riguarda il continente europeo, più due di cui il luogo di provenienza è incerto.
Tre papi sono stati africani, cinque sono arrivati dalla Siria e tre dalla Terra Santa, ma in questo caso parliamo dei primi anni della storia della Chiesa.
Sette dei 266 papi hanno officiato ad Avignone, gli altri naturalmente a Roma.
I due papi sardi sono vissuti in un periodo molto particolare: quello in cui la Chiesa e l’impero romano, venivano minacciati dalle invasioni barbariche e dalla crisi teologico-dottrinale provocata dall’espansione dell’arianesimo.
Tra il 456 e il 535 d. C. la Sardegna era stata occupata dai Vandali, una popolazione germanica: fu una dominazione di circa 80 anni, che non lasciò segni particolari nella società dell’Isola ma comportò conseguenze religiose, perché gli imperatori vandali avevano sposato l’arianesimo.
L’arianesimo è una dottrina cristologica elaborata dal presbitero Ario nel IV secolo e sosteneva che le due entità di Padre e Figlio fossero separate e che la natura divina del Figlio fosse di fatto inferiore a quella di Dio.
Secondo questi principi, Ario non negava la Trinità, ma subordinava il Figlio al Padre, negando, dunque, la coesistenza di un’entità umana e divina in Cristo.
Con l’occupazione vandalica del Nord Africa e delle isole del Mediterraneo (Sardegna, Sicilia, Corsica e Baleari) la Chiesa subì una prima frattura perché ci fu l’imposizione forzata della religione ariana in tutti i territori occupati. La Sardegna divenne luogo d’esilio per tutti i vescovi cristiani nordafricani che rifiutavano di piegarsi alla volontà dei conquistatori. In questo contesto storico e religioso si inseriscono i due papi sardi, citati nel Liber Pontificalis, passati alla storia come Ilario e Simmaco, entrambi nati in Sardegna.
Papa Ilario o Ilaro è stato il 46º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Nacque in Sardegna, da tal Crispino, in data sconosciuta; sono oscure anche le circostanze in cui si trasferì a Roma. Fu papa dal 461 fino alla sua morte. Con ogni probabilità egli fu consacrato il 19 novembre 461.
Il suo pontificato fu marcato dalla stessa politica vigorosa del suo grande predecessore, Leone I. Specialmente gli affari della Chiesa in Gallia e Spagna richiesero la sua attenzione: a causa della disorganizzazione politica dei due paesi. A Roma, Ilario lavorò con zelo per l’integrità della fede cattolica. Ilario fece erigere a Roma molte chiese ed altri edifici, soprattutto biblioteche ma fu anche criticato per l’opulenza degli arredi e delle decorazioni. Morì il 29 febbraio 468, dopo un pontificato di sei anni, tre mesi, e dieci giorni. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura. La sua memoria liturgica ricorre il 29 febbraio, anticipata al 28 febbraio negli anni non bisestili.
Papa Simmaco, invece, era probabilmente originario di Simaxis, piccolo paesino in provincia di Oristano che da lui potrebbe aver preso il nome. Ancora oggi nel paese si celebra la festa patronale che ricorre il 19 luglio. Simmaco, di fede ariana, successe al soglio pontificio dopo la morte di Anastasio II, nel 498, ma nello stesso giorno, una fazione dissidente di fede cattolica e vicina al governo bizantino elesse l’arciprete Lorenzo, che assunse il ruolo di antipapa.
Per sanare il problema della doppia elezione, entrambe le fazioni fecero appello al re goto Teodorico, che tuttavia non era cattolico ma ariano, affinché i due candidati fossero convocati a Ravenna e si attenessero alla sua decisione.
Teodorico si pronunciò in favore di Simmaco per il fatto che era stato scelto per primo e dalla maggioranza del clero.
Su Simmaco è stato avanzato il sospetto che abbia corrotto qualche funzionario di corte vicino a Teodorico, e d’altra parte sulla decisione di Teodorico può aver pesato la posizione sfavorevole di Simmaco nei confronti di Bisanzio ed il calcolo politico di poter usare il papa contro l’impero d’Oriente. Lorenzo comunque si sottomise alla decisione, ma la contesa tra i due e tra le due fazioni non si placò, ponendo le basi per il grande Scisma. Nel 514 Simmaco si occupò della vicenda dell’esilio dei vescovi cattolici d’Africa, perseguitati dai capi dei Vandali ariani. Morì il 19 luglio del 514 e fu sepolto nel portico di San Pietro, anche se oggi la sua tomba è andata perduta. Simmaco è stato il 51º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Il suo papato durò dal 22 novembre 498 alla sua morte. Anche lui si occupà di controversie religiose in Francia, mentre a Roma eresse, restaurò e adornò varie chiese. Così costruì una chiesa dedicata a Sant’Andrea vicino a quella di San Pietro, una basilica dedicata a Sant’Agnese sulla via Nomentana e la chiesa di San Pancrazio sul Gianicolo, adornò la chiesa di San Pietro, ricostruì completamente la basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti e apportò migliorie alle catacombe sulla via Salaria. Costruì degli asili per i poveri vicino alle tre basiliche di San Pietro, di San Paolo e di San Lorenzo fuori le mura e fece edificare quegli edifici residenziali nei pressi della basilica di San Pietro che costituirono il nucleo dei futuri palazzi Vaticani.
Simmaco stanziò anche grandi somme per il supporto dei vescovi cattolici d’Africa perseguitati dai Vandali ariani e aiutò gli abitanti delle province dell’Italia settentrionale che avevano sofferto fortemente per le invasioni barbariche.
La memoria liturgica di san Simmaco ricorre il 19 luglio.
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