Sgombrato il cielo dalle nubi del calciomercato, quello che si presenta stasera all’Unipol Domus è il Cagliari definitivo, quello su cui potrà contare mister Liverani almeno fino a gennaio. Di fronte un Modena che in classifica sta un punto dietro, ma ai nastri di partenza si è presentato come compagine attrezzata a pensare in grande. Tanta voglia da parte dei rossoblù, che costruiscono tanto e trovano il vantaggio nel primo tempo con Rog. La squadra di casa, incitata da un pubblico partecipe, cerca ossessivamente la rete con manovra ragionata – evidente diktat di Liverani – ma fatica a trovare la seconda rete che accomoderebbe la gara. Non riuscendo a chiudere la partita i rossoblù si espongono a qualche brivido, ma alla fine arrivano i tre punti.

PRIMO TEMPO – Il copione degli ospiti è chiaro fin dalle prime battute: aspettare e poi provare a sorprendere i centrali rossoblù con palloni a scavalcare il centrocampo. Il Cagliari dal canto suo prova a tenere il pallone a terra e avanzare con il fraseggio. Il primo squillo, al sesto minuto, è di Panada che cerca la palombella da fuori ma calcia ben al di sopra della traversa di Radunovic. Risposta immediata dei rossoblù con Mancosu che impegna Gagno in una complicata respinta a terra. Pochi minuti dopo cambia il piede ma non l’esito: ancora Mancosu dal limite, stavolta di sinistro, rasoterra che il portiere blocca in due tempi. Al ventesimo è ancora il sardo a farsi avanti, ma il suo destro da posizione ravvicinata sfila alla sinistra della porta. Stessa sorte, dopo due minuti, per un bel tiro di Viola che dal limite sfiora la traversa. Il  Cagliari passa al ventisettesimo: dopo una bella discesa di Rog, Nandez scavalca il portiere con un pallonetto che lo stesso Rog rifinisce in rete di testa. Il guardalinee segnala fuorigioco, ma l’arbitro Baroni si consulta con la sala Var e convalida. Liverani a gran voce sprona i suoi a battere il ferro finché è caldo, la pressione rossoblù aumenta subito dopo il vantaggio. Lapadula ci prova addirittura da centrocampo, ma non sorprende Gagno. A sette dal termine bella azione Rog-Mancosu che culmina con una botta violentissima di Viola dal limite, palla però alta. Brivido per Radunovic allo scadere, è Diaw a sfiorare la traversa con un gran destro da posizione decentrata.

SECONDO TEMPO – La ripresa prende ritmo al quinto minuto, quando Nandez impegna Gagno con un tiro-cross velenoso. Subito dopo Mancosu serve Lapadula in area, bella la sua spaccata al volo ma il portiere modenese riesce a toccare in corner. La risposta ospite arriva con un colpo di testa pericolosissimo di Diaw dal cuore dell’area piccola, bravo e fortunato Radunovic a intercettare la sfera. Al minuto sessantadue Lapadula spreca malamente un facile pallone regalatogli da un Nandez scatenato: il centravanti cincischia e colpisce il portiere da posizione favorevolissima. Cagliari col piede affondato sull’acceleratore, ma i rossoblù faticano a chiudere la partita e si scoprono al ritorno degli avversari. Un’occasione mancata da Falcinelli fa correre un brivido sulla schiena di Liverani che prova a dare la scossa con qualche cambio: dentro Pavoletti per Lapadula, Barreca per un confuso Obert e Deiola per Rog. Proprio Pavoletti scappa sulla sinistra con insolito spunto da ala e serve al centro, ma prima Makoumbou e poi Deiola sbattono sul muro gialloblù. A un quarto d’ora dalla fine Mancosu strappa un pallone che serve a Pavoletti in area, ma il rasoterra del numero 30 sfiora soltanto il palo. Stessa sorte cinque minuti dopo per un colpo di testa di Altare su un corner battuto da Viola. Ovazione per Nandez al momento della sua sostituzione: il popolo rossoblù apprezza la prestazione ed evidentemente la permanenza in Sardegna dell’uruguagio che tanto ha fatto parlare radiomercato. Ancora un brivido a tre dal termine: gran botta di Mosti e palla che sorvola la traversa della porta rossoblù. Nel finale ci prova anche Luvumbo, che porta imprevedibilità agli attacchi del Cagliari. Ultimi minuti sofferti, ma alla fine Baroni fischia tre volte e il Cagliari si tiene tre punti preziosi.

CAGLIARI – Radunovic; Zappa, Goldaniga, Altare, Obert (68’ Barreca); Viola (90’ Luvumbo), Makoumbou, Rog (68’ Deiola), Nandez (82’ Dossena); Lapadula (68’ Pavoletti), Mancosu. A disp.: Aresti; Ciocci, Carboni, Kourfalidis, Lella, Millico, Pereiro. All.: Fabio Liverani.

MODENA – Gagno; Ponsi (59’ Azzi), Cittadini (72’ Silvestri), De Maio, Coppolaro (46’ Oukhadda); Gargiulo, Panada (52’ Battistella), Magnino, Tremolada (46’ Mosti); Falcinelli, Diaw. A disp.: Narciso, Duca, Bonfanti, Giovannini, Renzetti, Piacentini. All.: Attilio Tesser.

Ammoniti: Oukhadda (M), Magnino (M), Rog (C), Lapadula (C)
Marcatori: 27’ Rog (C)

Luigia Mercalli, conosciuta affettuosamente come Lisetta, ha raggiunto a febbraio scorso il prestigioso traguardo dei 110 anni, e, questo dicembre è entrata di diritto tra le dieci persone più longeve d’Italia. Originaria di Carloforte, dove è nata il 17 febbraio 1915, Luigia rappresenta oggi la donna più longeva della Sardegna.

Foto di Pierino Vargiu

Insegnante per 46 anni, ha dedicato la vita all’educazione, iniziando con economia domestica, contabilità e merceologia, per poi passare all’educazione tecnica. Trasferitasi a Cagliari nel 1951, ha lasciato un segno indelebile nella comunità scolastica, diventando un punto di riferimento per generazioni di studenti.

Foto di Pierino Vargiu

Lucida, elegante e sempre sorridente, Lisetta ha condiviso con chi le ha fatto visita scorci della sua lunga esistenza, fatta di momenti felici ma anche di difficoltà straordinarie. Ha vissuto due pandemie – l’influenza “spagnola” e il Covid – e gli anni durissimi della Seconda Guerra Mondiale, durante i bombardamenti del 1943 a Carloforte, quando si prese cura dei feriti e vegliò su chi non ce l’aveva fatta.

“Mi sono sposata a 36 anni, con Luigi Quaquero, senza la c”, precisa con il consueto garbo Luigia, che oggi continua a incarnare forza, vitalità e tempra straordinaria.  Le immagini della signora, firmate dal fotografo Pierino Vargiu, ambasciatore della longevità in Sardegna, catturano la grazia e la vivacità di un’ultracentenaria che continua a essere simbolo di eleganza e memoria storica della sua terra.