Tragedia a Porto Cervo. Yacht finisce sugli scogli: un morto e sei feriti

Secondo le prime ricostruzioni, l'incidente potrebbe essere stato causato dalla manovra improvvisa del comandante dello yacht per evitare la collisione con un'altra imbarcazione.
Uno yacht di 21 metri è finito ieri sera sugli scogli al largo di Porto Cervo.
Il bilancio dell’incidete è pesantissimo: un morto e sei feriti. La vittima è un uomo di 60 anni, morto subito dopo l’arrivo dei soccorsi.
Gli alti 6 feriti a bordo del mezzo sono stati sbarcati a Porto Cervo e assistiti sul posto dai medici del 118. Due sono in gravi condizioni e sono stati trasferiti in ospedale con codice rosso.
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente potrebbe essere stato causato dalla manovra improvvisa del comandante dello yacht per evitare la collisione con un’altra imbarcazione.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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