Lo sapevate? Nel cimitero di Cagliari c’è una lapide che ricorda Alessandro Ricchi e i suoi colleghi

Nel cimitero San Michele di Cagliari c'è una lapide che ricorda l'incidente aereo avvenuto 18 anni fa sui monti di Sinnai. Il Cessna 500 trasportava un cuore prelevato da una donatrice al San Camillo di Roma e destinato per un trapianto ad un paziente del Brotzu. Morirono due medici dell'equipe del Brotzu, Alessandro Ricchi, Antonio Carta, il tecnico Gian Marco Pinna e i due piloti.
Lo sapevate? Nel cimitero di Cagliari c’è una lapide che ricorda Alessandro Ricchi e i suoi colleghi.
Nel cimitero San Michele di Cagliari c’è una lapide che ricorda l’incidente aereo avvenuto 18 anni fa sui monti di Sinnai. Il Cessna 500 trasportava un cuore prelevato da una donatrice al San Camillo di Roma e destinato per un trapianto ad un paziente del Brotzu. Morirono due medici dell’equipe del Brotzu, Alessandro Ricchi, Antonio Carta, il tecnico Gian Marco Pinna e i due piloti.
L’équipe cardiochirurgica era guidata dal dottor Alessandro Ricchi, 52 anni, di Pavullo Frignano, in provincia di Modena, direttore del centro trapianti dell’ospedale Brotzu di Cagliari dove lavorava dal 1987 quando venne chiamato dal cardiochirurgo Valentino Martelli con il quale collaborava all’Italian Hospital di Londra. La seconda vittima il cardiochirurgo Antonio Carta, di 38 anni, originario di Ghilarza, uno dei più giovani medici dell’equipe di Ricchi, era stato chiamato a far parte della cardiochirurgia dell’ospedale Brotzu e si era rivelato uno dei più preziosi collaboratori. La terza vittima, il tecnico Gian Marco Pinna, 48 anni, originario di Sassari, sposato con due figli, lavorava nella cardiochirurgia dell’ospedale Brotzu fin dal 1988.
Nelle prime ore del 24 febbraio 2004 l’aereo proveniente da Roma e diretto a Cagliari si schiantò sulle pendici del monte Cresia nel comune di Sinnai.
Sono passati 22 anni dal 24 febbraio 2004, quando l’aereo precipitò in zona punta Baccu Malu, sui Sette Fratelli.
La notizia suscitò grande commozione, Ricchi e i suoi colleghi erano molto noti a Cagliari. L’equipe morì su un aereo che trasportava un cuore prelevato da una donatrice al San Camillo di Roma e destinato ad un paziente in attesa di trapianto ricoverato all’Ospedale Brotzu di Cagliari. Una corsa contro il tempo che purtroppo risultò fatale.
Nella tragica sciagura accaduta all’équipe cardiochirurgica composta da Alessandro Ricchi, Antonio Carta e Gianmarco Pinna persero la vita, oltre all’équipe del Brotzu anche i due piloti austriaci Helmut Zurner e Thomas Giacomuzzi con il tirocinante Daniele Giacobbe.
Il pilota aveva manifestato al Controllo aereo l’intenzione di effettuare un avvicinamento “a vista” rispetto all’aeroporto, dove avrebbe dovuto utilizzare la pista 32. Ciò sarebbe stato motivato dalla volontà di arrivare velocemente all’ospedale, evitando il tragitto più lungo che aggira, dal mare, i rilievi che circondano Cagliari. Al momento di scomparire dagli schermi radar per l’impatto con la parete della punta Baccu Malu, l’aereo si trovava, secondo gli accertamenti effettuati, a circa 3.300 piedi di altezza e volava a una velocità di 226 nodi (equivalenti a 419 Km/h), a una distanza di circa 17 miglia dalla pista.
I soccorritori accorsi sul luogo del disastro trovarono i resti dell’aereo pressoché disintegrati nell’impatto con la montagna e poterono recuperare in giornata i corpi delle vittime. Fu ritrovato anche il contenitore con il cuore che veniva trasportato ai fini del trapianto, ma esso era ormai inservibile.
Altre targhe che ricordano l’incidente sono presenti sul posto.
Cinquantuno anni prima, nel 1953, la stessa zona era stata il teatro di un altro incidente aereo. Cadde un DC 3 della LAI, una Compagnia aerea antesignana dell’Alitalia, e morirono 19 persone. Anche in quel caso tra le vittime vi era un cardiochirurgo.

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