Sant’Efisio 2022, mons. Baturi: “Sia un’occasione di rinascita”
Il 2022 ci consegna un’edizione nel segno della rinascita, dopo due anni vissuti in piena emergenza sanitaria, durante i quali i festeggiamenti non si sono interrotti, ma si sono svolti con modalità inedite, nel pieno rispetto delle normative imposte dalla pandemia.
Questa mattina a Cagliari, al secondo piano del Municipio, è stata presentata ufficialmente l’edizione numero 366 della festa in onore di Sant’Efisio martire, patrono della diocesi del capoluogo sardo.
Alla conferenza stampa, oltre al sindaco Paolo Truzzu, erano presenti il vescovo e vice presidente della Cei monsignor Giuseppe Baturi, il presidente del consiglio comunale Edoardo Tocco e l’assessore al Turismo Alessandro Sorgia. Con loro anche il presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone, Andrea Loi, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Pula, Sarroch, Villa San Pietro, Capoterra e il direttore organizzativo, Ottavio Nieddu.
Il 2022 ci consegna un’edizione nel segno della rinascita, dopo due anni vissuti in piena emergenza sanitaria, durante i quali i festeggiamenti non si sono interrotti, ma si sono svolti con modalità inedite, nel pieno rispetto delle normative imposte dalla pandemia.
Per il vescovo monsignor Giuseppe Baturi «è una grande gioia poter tornare a riunirsi attorno a sant’Efisio e festeggiarlo secondo le tradizioni centenarie. Mi ha sempre colpito – sottolinea – l’attaccamento viscerale del popolo sardo nei confronti del martire, tanto da non aver interrotto lo scioglimento del voto nemmeno sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Non posso tuttavia non ricordare, inoltre, le immagini del pellegrinaggio verso Nora, degli ultimi due anni, simbolo del dolore e delle difficoltà proprie del momento ed allo stesso tempo – precisa – segno di una grande fede e fiducia nella possibilità di rinascita».
Da Palazzo Baccaredda fanno sapere che sarà una festa sobria. Il vescovo Baturi sposa questa linea parlando di rinascita «ma senza dimenticare il dolore. Abbiamo il dovere – afferma – di ricordare le vittime della pandemia e le loro famiglie. Non può mancare uno sguardo alla situazione attuale, segnata non solo dall’emergenza sanitaria ma anche dalla sofferenza causata dalla guerra. Penso – prosegue – ad una rinascita spirituale, così come il Cristo risorto ci ha insegnato. L’uomo vecchio è morto per dar vita a quello nuovo, abbandonando le tenebre e abbracciando la luce. La storia nel bene e nel male fa parte di noi, cerchiamo di seguire la strada virtuosa segnata dai santi, affidandoci ancora una volta al martire glorioso che tanto ha fatto per la nostra città».
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