“Arbili at mortu sa mama a fritu”, dietro questo “dìciu” si nasconde un’antica leggenda
Dietro a questo detto, si nasconde una leggenda, che ci ha svelato "tziu" Vincenzo Marongiu di Arzana, tramandandolo come accadeva un tempo con i racconti orali, davanti ad un focolare.
La millenaria civiltà sarda è ricca di detti, sentenze e proverbi, che in una parola sono chiamati “dìcius”.
Una memoria storica fatta di modi di dire tramandati da padre in figlio, schegge di una visione del mondo di un popolo fatta di prescrizioni e divieti. Utili consigli da utilizzare nei momenti di allegria e in quelli di sofferenza.
Su “dìciu” è sempre meno utilizzato dalle nuove generazioni, eppure rappresenta una ricchezza della nostra cultura da preservare dall’oblio dei tempi moderni.
Rimanendo al repentino cambiamento climatico dei giorni scorsi, sicuramente non avrebbe sorpreso i nostri antenati, che del mese di aprile conoscevano le possibili insidie metereologiche.
A tal proposito, tra i tanti “dicius” dedicati a questo mese primaverile, ne è giunto fino a noi uno particolarmente forte: “Arbili at mortu sa mama a fritu” – “Aprile ha ucciso la mamma con il freddo” .
Dietro a questo detto, si nasconde una leggenda, che ci ha svelato “tziu” Vincenzo Marongiu di Arzana, tramandandolo come accadeva un tempo con i racconti orali, davanti ad un focolare.
In “Limba” e con la tipica cadenza arzanese,”tziu” Pissenti, ci ha narrato che dietro questo “diciu” si nasconde un mito perfido quanto terribile.
In tempi remoti, un giovane di nome Aprile, figlio di una vedova scoprì l’intenzione della madre di risposarsi. Questa notizia lo turbò, perché temeva che la donna avesse potuto concepire altri figli e con essi c’era il rischio di dover dividere in futuro i beni familiari.
Il giovane non voleva permettere nuove nozze alla madre, e spinto dalla cupidigia maturò un’idea perfida e allo stesso tempo terribile: avrebbe concesso che si fosse risposata solo se avesse dormito fuori della propria casa all’aperto per una sola notte.
Affrontata la questione con la donna, questa accettò contando sul fatto che il mese del figlio, in piena primavera sarebbe stato mite e dunque avrebbe superato la richiesta del figlio molto facilmente.
Per la donna però le cose andarono diversamente: quella notte le temperature si abbassarono repentinamente. Il grande freddo e l’aria gelata non lasciò scampo alla poveretta che trovò la morte e da allora fu coniato su “dìciu”: “Arbili at mortu sa mama a fritu”.
Una leggenda per mettere in guardia dai violenti sbalzi termici di questo mese primaverile, particolarmente “infido” per coloro che lavoravano nelle campagne, tanto da essere capace di uccidere persino la propria madre.
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