Lo Sapevate? L’Epifania in Sardegna: nell’Isola il 6 gennaio è “pascha nunçi”
"Epifania tutte le feste si porta via", espressione estremamente diffusa al livello popolare ma che di certo non trova corrispondenze nella tradizione sarda. Oggi è la giornata dell'Epifania e della Befana, tanto attesa dai piccini ma priva di tradizione nella nostra Sardegna.
Che questa giornata rappresenti la coda delle feste natalizie è di certo cosa nota. Eppure, le consuetudini moderne hanno messo in un certo qual modo in ombra gli aspetti più caratteristici della nostra tradizione isolana. Un discorso che precedentemente è stato fatto per quanto riguarda i banchetti e i cenoni del 31 dicembre e in generale del 01°gennaio, che nella nostra terra, per ragioni legate all’originaria economia agro-pastorale, non ha grandi tradizioni.
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, ecco i bimbi vigili per l’arrivo della Befana, a cavallo di una scopa e sulle spalle un sacco carico di dolci da mettere nella calza, appositamente appesa al caminetto, di ciascun pargolo. Una sorta di appendice dei regali di Gesù Bambino, la notte del 24 dicembre. Ma la Befana e la festa dell’Epifania, così come oggi concepita, è priva di tradizioni nella nostra Sardegna, le cui caratterizzazioni più originali sono state a poco a poco soppiantate.
La parola “Befana” sembra sia una derivazione volgare di Epifania – dal greco antico “epifàino”, lett. “mi manifesto, appaio” – la cui festa è stata istituita in Oriente nel II secolo per celebrare la Natività del Signore. In seguito, l’Epifania si è diffusa nel mondo cristiano nel IV secolo e in seguito, quando il Natale è stato fissato al 25 dicembre, si è fatta corrispondere al 6 gennaio. In questa data, infatti, oggetto della ricorrenza, secondo la tradizione, è la manifestazione della divinità di Gesù Cristo all’umanità e la visita dei magi, nel cristianesimo occidentale, con in dono oro, incenso e mirra.
Insomma, la Befana così come conosciuta oggi è qualcosa certamente non indigeno. Nella tradizione sarda infatti il 6 gennaio era “sa die de sos tres urrèis”, identificati proprio con tre magi (il cui numero non trova menzioni universali), carichi di doni per il bimbo Gesù.
Come riportato da Gian Paolo Caredda, sembra che la giornata del 6 gennaio in Sardegna sia chiamata già dalla Carta de Logu di Eleonora d’Arborea “pascha nunçi”, ovvero l’annuncio della Pasqua.
Riferimenti bibliografici: Gian Paolo Caredda “Le tradizioni popolari della Sardegna”, Archivio Fotografico Sardo, Nuoro 1993.
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Sinistra Futura incontra il comitato scientifico per l’insularità: “No alla servitù energetica in Sardegna”
Richiamano tutte le forze politiche, ambientaliste, identitarie, democratiche e quelle rappresentative dei cittadini ad un impegno comune, forte e partecipato.
Nella giornata di ieri, i dirigenti regionali di Sinistra Futura hanno incontrato gli esponenti del Comitato Scientifico per l’Insularità in Costituzione. Alla luce del sempre più selvaggio assalto al patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e culturale della Sardegna da parte dei “faccendieri delle energie rinnovabili”, è stata avviata una analisi profonda su ciò che sta accadendo.
“Concordiamo nel definire gravissima la speculazione di cui è oggetto la nostra isola, al centro di una nuova occupazione di servizio, una vera e propria servitù energetica, tesa a garantire enormi profitti alle lobby affaristiche a danno del patrimonio di tutti i sardi. La compromissione del territorio, del suo habitat, delle sue prerogative antropologiche e storiche, non sono che un danno collaterale nel percorso di nuova occupazione che si profila in questi ultimi anni.
Il confronto si è dunque concentrato sugli effetti del Disegno di Legge della Giunta Regionale, noto come atto di moratoria sui nuovi impianti eolici e fotovoltaici. E sulla necessità di istruire in modo compiuto il suo percorso consiliare, in modo da poter adottare misure stringenti per la difesa della Sardegna e del suo patrimonio naturale”.
Il Comitato Scientifico ha illustrato la gravità della situazione, le criticità, le lacune giuridiche e le soluzioni tecniche necessarie.
Sinistra Futura e il Comitato Scientifico hanno convenuto sulle seguenti priorità:
1. L’attacco che la Sardegna sta subendo compromette in modo irreversibile e inaccettabile il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e ambientale della nostra terra.
2. La tutela di tale patrimonio non può essere considerata una questione di “parte” ma necessita di una forte e ampia convergenza delle forze politiche e istituzionali.
3. L’opposizione all’aggressione energetica ha bisogno di nuovi strumenti giuridici, più compiuti e adeguati di quelli attuali. In particolare appare urgente l’estensione del PPR alle zone rurali ed il suo completamento unitario mediante uno specifico atto giuridico della Giunta Regionale che garantirebbe una visione armonica della pianificazione regionale e della tutela del proprio patrimonio sul suo intero territorio.
4. Appare urgente garantire il governo delle autorizzazioni in essere nelle more dell’approvazione dell’atto di estensione del PPR mediante l’adozione dei procedimenti cautelari di cui all’articolo 14 della LR 45/89.
5. Occorre mobilitare le comunità locali, le associazioni di cittadini, i portatori di interesse etico e le comunità politiche, prima che diventino attuali gli irreversibili danni che deriveranno da una occupazione selvaggia del territorio da parte dei parchi energetici progettati.
Sinistra Futura e Il Comitato Scientifico per la Insularità in Costituzione concordano che la difesa del territorio sardo costituisca una priorità politica reciproca, un valore insieme etico e democratico, una precondizione di civiltà ed un diritto di tutti i cittadini sardi, oltre che costituire preciso dovere per i propri rappresentanti istituzionali.
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