Sardi famosi: Grazia Deledda, una delle più importanti scrittrici del Novecento, prima donna italiana a vincere il Nobel.
Grazia Deledda è stata una delle più importanti e influenti scrittrici italiane del Diciannovesimo e del Ventesimo secolo. Il giorno del premio Nobel a Stoccolma cominciò così il suo discorso di ringraziamento: «Sono nata in Sardegna; la mia famiglia [è] composta di gente savia, ma anche di violenti e di artisti produttivi».
Quel discorso è l’apice della vicenda poetica di Grazia Deledda, scrittrice intensa e feconda la cui fama, nel secolo scorso, si diffuse in tutto il mondo. Una figura dirompente soprattutto se si considera il fatto che proveniva da una terra e viveva in un’epoca che non premiavano l’ambizione femminile.
Era nata a Nuoro il 28 settembre 1871, quinta di sette tra figli e figlie di una famiglia benestante. Dopo aver frequentato le scuole fino alla quarta elementare, Grazia Deledda proseguì gli studi con un precettore dal momento che al tempo, anche in Sardegna, le ragazze non frequentavano le scuole superiori. Di fatto la sua formazione, soprattutto letteraria, è stata da autodidatta. Di carattere quieto e trattenuto, la sua giovinezza venne segnata da una serie di tragedie famigliari molto dolorose: il fratello maggiore, Santus, abbandonò gli studi e divenne un alcolizzato, il più giovane, Andrea, fu arrestato per piccoli furti. Il padre morì per una crisi cardiaca quando Grazia Deledda aveva soltanto 21 anni e la famiglia dovette affrontare difficoltà economiche. Quattro anni più tardi morì anche la sorella Vincenza.
Nel frattempo però la giovane sarda aveva iniziato a scrivere. Pubblicò la sua prima novella nel 1886, all’età di quindici anni, su un giornale nuorese. Due anni dopo cominciò a collaborare con varie altri giornali e riviste, prima sarde e poi romane, di non particolare levatura. Poi pian piano, incominciò a diventare più nota e apprezzata.
Nell’ottobre del 1899 la scrittrice si trasferì a Roma e l’anno seguente sposò Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze, conosciuto a Cagliari due mesi prima. Nel frattempo il verismo della sua narrativa, i toni cupi e l’ansia di liberazione delle sue opere, le storie di passioni primitive che racconta nei suoi romanzi fecero breccia nella critica, anche all’estero e il 10 dicembre 1926 venne la consacrazione più alta per uno scrittore: il conferimento del premio Nobel per la letteratura. Un tumore al seno di cui soffriva da tempo la portò alla morte il 15 o 16 agosto (dipende dalle fonti) del 1936, quasi dieci anni dopo la vittoria del Nobel.
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