La Sardegna vanta ormai da più di 50 anni una ricca tradizione muralista.

(PRIMA PUNTATA, ORGOSOLO) Le meraviglie dei muri colorati sulle case della Sardegna, la tradizione legata a un gruppo di artisti che a partire dalla fine degli anni Sessanta hanno creato un vero e proprio museo a cielo aperto in alcuni comuni dell’Isola. Andiamo alla scoperta di questi luoghi unici.

Le bellezze particolari dei murales, che raccontano tradizioni, aneddoti e usanze sarde e sono ammirati ormai da migliaia di turisti e appassionati. Non solo arte e archeologia ma anche muri affrescati per una riscoperta della società isolana del secolo scorso, dove l’elemento agropastorale era il più importante nella vita di tutti i giorni.

Sono ormai poco più di cinquant’anni che la Sardegna è diventata terra di murales, i magnifici dipinti realizzati sulle mura degli edifici e dalle tematiche più disparate, dalla vita quotidiana, alla politica, passando per i fatti quotidiani. Il muralismo ha origine in Messico intorno agli anni Trenta e prende piede in Sardegna dalla fine degli anni Sessanta. La tecnica utilizzata, nella maggior parte dei casi, è una pittura ad acqua per interni. Le tematiche e gli stili sono mutati nel tempo ma si è partiti con il naif e il realismo, passando per l’impressionismo e i dipinti infantili.
Nato come espressione creativa libera dei movimenti di protesta, nel tempo il muralismo è diventato una forma d’arte, che riesce ad unire valore estetico e sociale.

Questo tipo di pitture sono eseguite da più persone sotto la guida di un “mastro” di riferimento.
Nei primi murales erano presentate soprattutto il malessere e le speranze, di una comunità, quella sarda, alla perenne ricerca di stabilità, sociale ed economica.
I murales si deteriorano velocemente e non sempre diverse opere rovinate sono state riprese. Nel tempo questa tendenza è cambiata, anche grazie all’alto valore artistico acquisito da molte di queste opere.
I murales rappresentano ormai un patrimonio culturale dell’Isola, un’altra importante peculiarità intorno a cui far ruotare un turismo fiorente.

Patria dei murales in Sardegna è senza dubbio, Orgosolo, paese barbaricino dove possono essere ammirate oltre 150 opere realizzate a partire dal 1969, quando il collettivo artistico anarchico milanese Dioniso, realizzò il primo. Molte di queste opere sono bellissime e migliaia di turisti arrivano ogni anno nel paese barbaricino per ammirarle. Molti di questi murales, soprattutto i più vecchi, sono frutto del lavoro del professore senese Francesco Del Casino, che nel 1975 diede il via a quella che è stata una vera e propria scuola, che ancora va avanti.
La svolta in occasione del 30° anniversario della Liberazione: Del Casino, insieme ai suoi allievi andò avanti con la realizzazione di tanti altri murales, a cui successivamente diedero il proprio contributo gruppi e artisti locali.
Questa scelta artistica portò a una vera e propria esplosione artistica: numerosi comuni infatti cominciarono a commissionare ad artisti locali e non dei murales per rendere più belle e singolari le facciate delle case dei paesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA