Avete appena aperto una piccola attività commerciale e nel vostro primo anno di attività avete deciso di optare per il regime forfettario. Imposta sostitutiva al 5% e risparmio assicurato, ecco il motivo per cui avete optato per questa strada.

Alla fine dell’anno successivo, nonostante il regime agevolato, vi piovono sulle spalle migliaia di euro da pagare. E se vi dicessimo che se aveste optato per un regime ordinario avreste potuto pagare zero tasse? Non si tratta di “sbagli” o “errori”, ma di semplici valutazioni, che se ragionate con un professionista possono permettere di risparmiare risorse preziose della propria attività.

«È successo a una mia giovane cliente – racconta la Tributarista Ilaria Piparo a cui affidiamo il compito di svelarci questo e altri segreti -. Il primo anno con il regime agevolato ha dovuto rateizzare 15mila euro di tasse, il secondo, dopo essere entrata nel regime ordinario su consiglio del nostro network I’m Impresa, ha chiuso l’annualità fiscale con zero euro di tasse da pagare».

Chi lo avrebbe mai detto? Non sempre, nel mondo di fisco e tributi, la soluzione che ci appare più semplice è quella giusta per noi. Per capirlo però, bisogna che ce lo dicano persone competenti e affidabili.

Ma partiamo dalle basi: chi è il Tributarista?

È il professionista che, tra gli altri compiti, tiene la contabilità di impresa con l’obiettivo di ridurre al minimo il carico fiscale che il cliente dovrà pagare, mantenendo liquidità e consentendo così alle imprese di prosperare. È una figura professionale prevista dalla Legge 4/2013.

Ilaria Piparo, professionista giovane e competente, ha fondato la sua impresa nel 2014. Dopo i primi inizi ha allargato il suo staff, che considera il segreto del suo successo. Di fondamentale importanza è la collaborazione con altri due professionisti, la Consulente del Lavoro Martina Lecis e il Dottore Commercialista Marco Pillitu. Insieme a Ilaria Piparo formano il network “I’m Impresa”.

Per raccontarci la sua azienda ci accoglie in un moderno e luminoso ufficio. Nessun formalismo di troppo: un largo sorriso, una stretta di mano virtuale, e ci fa accomodare. Dopo cinque minuti si ha la sensazione di parlare non con una fredda professionista che deve eseguire meccanicamente e passivamente un lavoro, ma con un’amica che, molto semplicemente, ha parecchie competenze in più di noi dal punto di vista fiscale e tributario. E un amico cosa fa prima di tutto? Ci dà preziosi consigli.

È qui che inizia la prima consulenza di Ilaria Piparo. «Il punto di forza della mia azienda – racconta – è la rete che condivido con i miei colleghi. I nostri clienti possono servirsi di un team di professionisti che, cooperando in sinergia, portano il cliente a un risultato vincente. Se un cliente mi chiede come ottimizzare i costi è probabile che abbia bisogno non solo del mio supporto ma anche di un parere tecnico dal punto di vista della consulenza del lavoro. Se invece ha bisogno di un controllo relativo al contenzioso ha la possibilità di rivolgersi al Dottore Commercialista».

Più che un team la squadra di “I’m Impresa” è una famiglia e come ogni famiglia che si rispetti tutti sono a disposizione in ogni momento. C’è un numero Whatsapp sempre attivo e le pagine social sono ricche di video e contenuti per dare consigli in materia tributaria e fiscale.

Il servizio più importante dello studio Ilaria Piparo è senza dubbio la consulenza. «Molti fanno confusione tra consulenza e controllo della contabilità – sottolinea -. È il primo a fare la differenza perché insieme al cliente possiamo non solo gestire al meglio le finanze a disposizione, ma anche ideare una strategia a lungo termine».

I’m Impresa è soprattutto un sistema che può aiutare le imprese a crescere. «Analizzando la situazione ed elaborando con il cliente il cammino da percorrere insieme non puntiamo tanto a migliorare la situazione esistente, ma a creare le condizioni perché un’impresa spicchi davvero il volo».

In Italia è noto come Falco della Regina, un bellissimo uccello da preda, dal piumaggio di forma scura o chiara, patrimonio della fauna mediterranea. In Sardegna, però, tutti lo conoscono con il nome di “Falco di Eleonora”: perché questo nome?

Lo si chiama così in quanto fu la Giudicessa Eleonora d’Arborea, eroina della resistenza sarda contro le ingerenze aragonesi, a impedirne la caccia spietata nel periodo dei Giudicati.

La Regina-Juighissa, infatti, inserì nella sua epocale Carta de Logu del 1392, una raccolta di leggi scritte promulgate nella cattedrale di Santa Maria di Oristano, un articolo che vietava la caccia ai falchi adulti, gli “astores”, e il prelievo dei nidiacei.

Senza quella legge e vista la spietata caccia data in quel periodo a questa specie, oggi non esisterebbe più alcun esemplare di questa specie.