Europei 2021: Katia Serra è la prima telecronista a commentare una finale dell’Italia

Katia Serra, 48enne bolognese ex calciatrice, sarà la prima voce femminile nella storia a commentare una finale dell'Italia
Sarà Katia Serra, 48enne bolognese ex calciatrice, la telecronista che stasera commenterà la partita degli Europei 2020 Italia-Inghilterra. La scelta della RAI, che la consacra prima donna a commentare la Nazionale in una finale ufficiale, è arrivata dopo la scoperta della positività al Covid del telecronista Alberto Rimedio.
Accanto a Katia Serra ci sarà Stefano Bizzotto.
«Per me è la partita della vita. C’è ancora chi non accetta che una donna possa parlare di calcio», ha affermato la telecronista in un’intervista rilasciata a La Repubblica.
Sa Battalla: quando la Sardegna combatté per la sua libertà. Sanluri rievoca la battaglia del 1409
È l’alba del 30 giugno 1409. Le campagne intorno a Sanluri si preparano a scrivere una delle pagine più sanguinose della storia sarda: la battaglia tra l’esercito aragonese di Martino il Giovane, re di Sicilia, e quello del Giudicato d’Arborea guidato da Guglielmo III di Narbona. Uno scontro che cambiò il destino dell’isola e pose fine, nel giro di pochi anni, all’indipendenza dell’ultimo stato sardo.
Ogni due anni, Sanluri celebra la memoria di questo evento con la rievocazione storica di Sa Battalla, un appuntamento che unisce storia, emozione e spettacolo. L’edizione 2025 prevede tre imperdibili appuntamenti:
🔸 28 giugno: Convegno e apertura degli Accampamenti Medievali.
🔸 29 giugno: Rievocazione della Battaglia e assalto al Castello di Sanluri.
🔸 5 luglio: Convegno conclusivo con la partecipazione di Aldo Cazzullo.
Nel giugno del 1409, l’obiettivo della Corona d’Aragona era chiaro: la rapida riconquista della Sardegna. Martino il Giovane sbarcò a Cagliari con un esercito potente e ben equipaggiato. Il suo avversario, Guglielmo III, guidava un esercito numeroso ma eterogeneo e male armato, formato da sardi, genovesi, lombardi e francesi. Dopo aver lasciato Cagliari il 26 giugno, l’armata aragonese si accampò a “Flumara”, nei pressi di Sanluri.
All’alba del 30 giugno, i due eserciti si affrontarono nella località oggi conosciuta come Su Bruncu de Sa Battalla. La battaglia fu dura e cruda. L’esercito arborense fu diviso e in parte annientato: mentre alcuni cercavano rifugio nella fortezza di Sanluri, altri, intrappolati tra il fiume in piena e le colline, furono massacrati nella zona oggi chiamata S’Occidroxiu, “il luogo dell’uccisione”.
La fortezza di Sanluri cadde poco dopo sotto l’assalto degli aragonesi. Furono uccisi centinaia di soldati e civili. Le donne furono ridotte in schiavitù. Il giudice Guglielmo III riuscì a fuggire, ma la sconfitta segnò la fine del sogno d’indipendenza sardo. La resa formale del Giudicato d’Arborea arrivò nel 1420, con la cessione dei diritti sovrani alla Corona d’Aragona.
La leggenda vuole che Martino il Giovane, dopo la vittoria, si sia invaghito della più bella tra le donne fatte prigioniere e si sia chiuso con lei per giorni nel castello. Già debilitato dalla malaria e sfiancato dagli eccessi amorosi, morì appena 25 giorni dopo la battaglia. La leggenda racconta che la giovane, simbolo della vendetta sarda, si aggiri ancora oggi tra le stanze del castello.
La rievocazione di Sa Battalla è molto più di un evento: è un ritorno alle origini, un tuffo nella storia di un popolo fiero e combattivo. Centinaia di figuranti in abiti medievali, cavalieri, armigeri, arcieri e popolani daranno vita a uno spettacolo emozionante.

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