Genova, resta in coma la bambina sassarese
Resta in coma la bambina di cinque mesi ricoverata dal 6 giugno nell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, dopo aver rischiato di restare soffocata da un sacchetto di plastica, nel suo lettino, nel campo nomadi di Piandanna, alla periferia di Sassari.
Resta in coma la bambina di cinque mesi ricoverata dal 6 giugno nell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, dopo aver rischiato di restare soffocata da un sacchetto di plastica, nel suo lettino, nel campo nomadi di Piandanna, alla periferia di Sassari. La mamma, che si era allontanata pochi minuti dalla piccola per svolgere delle faccende domestiche, aveva trovato la figlioletta priva di sensi fra le lenzuola, con una busta di plastica sulla testa, e aveva chiamato immediatamente i soccorsi.
Come riporta l’Ansa, la bimba era stata prima trasportata dal 118 nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari, e poi trasferita a Genova con un volo speciale dell’Aeronautica militare attivato dalla Prefettura sassarese.
Secondo le prime indagini svolte dai carabinieri del Nas di Sassari su delega del pm Paolo Piras, potrebbe trattarsi di un incidente domestico causato per gioco da uno dei fratellini della bambina. Intanto domani il presidente del Tribunale dei minorenni di Sassari, Giudo Vecchione, deciderà se accogliere la richiesta di sospensione della responsabilità genitoriale a padre e madre della piccola, avanzata dalla procuratrice minorile Luisella Fenu.
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I posti più belli della Sardegna: Montevecchio, tra boschi, vecchie miniere, silenzio e dune di sabbia
C'è un luogo nel Medio Campidano che improvvisamente interrompe la noiosa monotonia della pianura antropizzata. A Montevecchio ciò che è rimasto, tra boschi, colline che degradano verso il mare e pregevoli strutture architettoniche industriali, rappresenta un’affascinante testimonianza del duro lavoro di migliaia di operai. Qui il tempo sembra essersi fermato o meglio, l'immagine evocata da questi spazi, è forse quella di un luogo senza tempo.
Alla scoperta dei luoghi da vedere e scoprire con il rallentamento della pandemia. Una ripresa del turismo è auspicabile partendo dalle bellezze locali: continuiamo questo nostro viaggio alla ricerca dei posti più belli della Sardegna con Montevecchio, tra boschi, vecchie miniere e dune di sabbia.
C’è un luogo nel Medio Campidano che improvvisamente interrompe la noiosa monotonia della pianura antropizzata. Montevecchio, circondato dalle montagne dell’Arburese, nella Sardegna sud-occidentale, è quel borgo silenzioso dove la natura si sta riprendendo gli spazi, un tempo teatro di operosità mineraria. Bastano pochi chilometri di tornanti a salire, per passare da Guspini al compendio (comprende anche la miniera di Ingurtosu) che, sino a cinquant’anni fa, fu una delle realtà industriali italiane più importanti: le miniere di piombo, zinco e galena argentifera più produttive d’Europa.
Ciò che è rimasto, tra boschi, colline che degradano verso il mare e pregevoli strutture architettoniche industriali, rappresenta un’affascinate testimonianza del duro lavoro di migliaia di operai. Qui il tempo sembra essersi fermato o meglio, l’immagine evocata da questi spazi, è forse quella di un luogo senza tempo. Diversi cantieri minerari sono stati restaurati e mantenuti in normale stato di agibilità per finalità didattiche e turistiche ma la stragrande maggioranza delle strutture giace in stato di abbandono. Fattore negativo che però va ad accrescere il fascino misterioso del luogo. Pozzi, gallerie, laverie, cumuli di materiale sterile – immersi nel verde della macchia mediterranea, delle querce, dei lecci, delle roverelle e dei pini secolari (oasi di innumerevoli specie botaniche e regno del cervo sardo) – evocano un passato fatto di storia lavorativa fondamentale per la cultura sarda. Un mondo economico e sociale unico che fece di Montevecchio una realtà all’avanguardia tra la fine dell’Ottocento e gli ultimi decenni del Novecento.
Oltre alle strutture di archeologia industriale, infatti, nel borgo è possibile ammirare quelli che erano gli edifici funzionali all’attività estrattiva: la Palazzina della Direzione, l’ex Ufficio Geologico con la sua ricca esposizione di minerali, le abitazioni dei dipendenti, l’ospedale, gli alberghi, il complesso della Foresteria in stile liberty e le scuole (visite guidate: Lugori, telefono +39 3384592082, +39 3891643692, +39 070973173 e Ceas di Ingurtosu, telefono +3396939435 e +3470462468). Non solo miniere e boschi: oltre alla natura e all’all’archeologia industriale, Montevecchio si trova infatti a due passi dal mare dal mare della Costa Verde. Lunghissime spiagge circondate da dune e macchia mediterranea nella cornice dei monti dominati dalla mole del vulcano spento Arcuentu.
Come arrivare: partiamo da Cagliari e percorriamo la S.S.131 (Carlo Felice), dopo 44 km, all’altezza di Sanluri, imbocchiamo la S.S. 197 che ci porta sino a Guspini. Da qui andiamo in direzione San Nicolò d’Arcidano: svoltiamo a sinistra, di fronte al parco, all’altezza de Sa Boccia, un cippo in granito che ricorda la costruzione della strada Guspini-Montevecchio avvenuta nel 1867. Percorriamo la Strada Provinciale 418: dopo pochi chilometri la strada comincia gradatamente a salire, quindi arriviamo a Montevecchio.
Dove alloggiare: La Miniera Fiorita (otto camere confortevoli e piscina, +39 347 1740011 e +39 070 973167). L’albergo rurale è immerso nel verde e si trova a due passi dal borgo. Oppure B&B Montevecchio Magica, prezzi vantaggiosi, comfort, cordialità e simpatia (telefono +39 346 2770976).
Cosa comprare: coltelli artigianali, prodotti enogastronomici e cestini.
Dove mangiare: La Miniera Fiorita, oppure Enogastronomia Gennas (+39 349 8070065), Agriturismo Sa Tanca (telefono +39 3409105265), dal produttore al consumatore in un tripudio di profumi e sapori. Sa Lolla (Arbus, via Libertà 245, telefono: 070 975 4004) semplicità e sapori a km zero.
Montevecchio: mare, miniere, natura e silenzi. Vorrete ritornarci.
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