È successo il 17 giugno al Centro polifunzionale socio-assistenziale Le Vele di San Giuliano, a Pisa. La donna stava pranzando in refettorio quando si è sentita male.

“Quando sono arrivato, era a terra, non respirava e non aveva polso – racconta Lorenzo Saba, infermiere – Ho iniziato subito il massaggio e chiesto di farmi portare il defibrillatore, che è stato ancora una volta determinante. Dopo la seconda scarica è arrivato il 118, e dato che aveva polso e battito l’hanno portata via. È andata in terapia intensiva e l’hanno messa in come farmacologico. Oggi l’hanno svegliata ed è cosciente”.

Il DAE è uno degli oltre 600 defibrillatori pubblici installati dalla Cecchini Cuore Onlus nella provincia di Pisa, di cui ben il 75% è stato attivato con esiti positivi. Dono dell’imprenditrice cagliaritana Simona Buono, pioniera in Italia della defibrillazione precoce.

«Dopo diversi esami al cuore, è stato deciso che a Eriksen sarà messo un defibrillatore sottocute (ICD). Lui ha accettato questa decisione».

Questo il comunicato della Federcalcio Danese sul trequartista della Nazionale scandinava e dell’Inter.

Dopo l’arresto cardiaco subito nella partita di esordio contro la Finlandia che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, le condizioni di Eriksen sono stabili e i medici hanno deciso di optare per questa soluzione.

Non è dato sapere se si tratta di un qualcosa di temporaneo o definitivo, ma il futuro da calciatore del ragazzo è in dubbio. Ci sono altri giocatori che hanno proseguito la propria carriera anche in presenza del micro impianto, ma in Italia, per esempio, non è consentito. Di sicuro grazie a questo strumento la vita di Eriksen sarà decisamente più sicura e questa è la cosa più importante.

Intanto oggi alle 18 scenderanno in campo la sua Nazionale, la Danimarca, contro quella dell’amico Lukaku, il Belgio. Al decimo minuto le due squadre si fermeranno per fargli sentire tutta la loro vicinanza.