A Cagliari, con il ritorno in zona bianca, ecco un ricco programma di spettacoli ed eventi, come riportato sulla pagina Facebook ufficiale di Cagliari Turismo, per il primo fine settimana nella fascia privilegiata.

Oggi e domani a Villa Vivaldi Pasqua e a Villa Carboni l’evento “Appuntamento in giardino”, organizzato dall’Apgi Associazione Parchi e Giardini d’Italia.

Tornano le Giornate di Primavera del Fai – Fondo Ambiente Italiano e sarà possibile conoscere le Fai – Saline Conti Vecchi tra vasche, fenicotteri e antichi edifici che testimoniano l’impresa del sale.

Al Teatro delle Saline – Akròama lo spettacolo dal vivo “Il Marinaio”, in replica per tutto il fine settimana, tratto dall’opera omonima dello scrittore Fernando Pessoa.

Nella serata di sabato il Tse – Teatro del segno ospita un nuovo appuntamento della rassegna di Teatro Senza Quartiere. “Fashion Victims” di Giovanni Follesa è una commedia amara che racconta la vita stravolta dallo scoppio della pandemia.

Proseguono gli incontri della stagione della Grande Prosa a cura del Cedac Sardegna: il Teatro Massimo ospiterà per tutto il fine settimana le repliche dello spettacolo “Orgoglio e pregiudizio”, tratto dal capolavoro omonimo di Jane Austen, adattato da Antonio Piccolo e per la regia di Arturo Cirillo.

Akroama Teatro Stabile d’Innovazione propone al Teatro delle Saline un nuovo appuntamento della rassegna Famiglie a Teatro: domenica, a cura  della regista Elisabetta Podda, “La regina delle nevi”,  riadattamento della celebre fiaba di Hans Andersen.

Saranno visitabili per tutto il fine settimana le mostre d’arte contemporanea presenti in città. Ecco dove.

La nuova installazione “Si aspetta la luna – dialoghi tra i colori di Eva Fischer” allestita a Palazzo di Città.

La Fondazione Claudio Pulli e Camù – Centri d’Arte e Musei propongono negli spazi de Il Ghetto le originali sculture del ceramista di origine pugliese che spese la sua vita in Sardegna tra torni, tele e scalpelli.

“Dentro la prima zona rossa”, reportage fotografico realizzato da Marzio Toniolo nei primi giorni del lockdown del 2020, visitabile all’EXMA – Exhibiting and Moving Arts.

Il Lazzaretto Cagliari ospita la personale “Avevo perso il giallo…l’ho ritrovato” di Walter Marchionni Arts – Giò Tanchis e la mostra “La Traversata” di Fabrizio Antonio Ibba.

A Sa Manifattura l’esposizione interattiva “Illusion. Nothing is as it seems” che esplora le diverse percezioni attraverso diverse opere d’arte.

Inoltre, saranno aperti al pubblico per tutto il fine settimana i principali musei della città: il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la Pinacoteca Nazionale, la Collezione Luigi Cocco e il Museo d’Arte Siamese “Stefano Cardu”.

E ancora, possibilità di una visita alla Collezione Ugo allestita negli spazi della Passeggiata Coperta e alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari con le sue preziose opere.

Possibilità, in aggiunta, di qualche visita guidata, alla scoperta delle bellezze cittadine.

La domenica mattina torna l’appuntamento con i consueti mercatini all’aperto di Piazza del Carmine a cura dell’Associazione “Antiquariando e Collezionando” Cagliari, con il Mercato Cuore Cagliari e con il Mercatino tematico di Piazza Giovanni XXIII.

Lo sapevate? Come si dice grattugia in sardo campidanese?

Avete mai avuto l’ardente curiosità di scoprire come si dice “grattugia” in sardo campidanese?

È un viaggio affascinante nel cuore di una lingua che è un vero e proprio caleidoscopio di ironia e saggezza, capace di strappare un sorriso anche nei momenti più inaspettati. Immaginate per un attimo un’Isola intrisa di storia, dove le parole non sono semplici suoni, ma veri e propri tesori culturali, frutto delle influenze che nel corso dei secoli hanno modellato la nostra amata Sardegna. Ebbene, tra queste gemme linguistiche, c’è anche il termine che designa l’oggetto che un tempo si trovava in ogni cucina sarda, un fedele compagno delle nostre tradizioni culinarie.

Oggi, in un mondo dove il formaggio viene comodamente acquistato già grattugiato in bustine dall’aspetto scintillante, ci piace pensare a quelle epoche in cui ogni famiglia si dedicava con passione alla preparazione dei propri ingredienti, grattugiando anche le croste, perché, si sa, nulla andava sprecato! E così, la grattugia, in sardo campidanese, prende il nome di “su trattacasu”, che potremmo tradurre come il “grattugiaformaggio”. Un nome che racchiude in sé la potenza della lingua, derivando da “tratai”, che significa grattugiare, e “casu”, il formaggio, il vero protagonista delle nostre tavole. Insomma, la prossima volta che vedrete una grattugia, ricordate che in fondo è un pezzo di storia, un simbolo di un’epoca in cui la tradizione era sacra e ogni piatto raccontava una storia.