Salute e bellezza: l’asfodelo, una pianta magica, legata alle tradizioni di Sardegna
Cadrilloi, Cadrillòni, Cadilloni, Cadrigione, Irbutu, Ischiria, Iscraria, Arbutzu tanti i nomi in limba per definire una pianta che ha accompagnato da sempre la vita dei sardi, tra medicina popolare, leggende, magia, artigianato e un miele dal gusto unico, scopriamo insieme l'asfodelo
Comincia a fiorire proprio in questo periodo, l’asfodelo, una pianta spontanea, della macchia mediterranea di cui fin dalla notte dei tempi la gente di Sardegna ha saputo sfruttare tutte le proprietà, e forse per questo ha assunto un valore quasi magico nella cultura isolana.
Non c’era sposa un tempo che non avesse nel suo corredo i cesti di asfodelo, indispensabili, in tante diverse forme e dimensioni per il lavoro in cucina, per la lavorazione del pane e di altri cibi che anticamente si facevano in casa. Gli steli di asfodelo infatti costituiscono la materia prima per la realizzazione e l’intreccio dei cesti. Inoltre il fiore stilizzato ricorre spesso nei lavori di ricamo e tessitura.
La pianta è commestibile. Il tubero veniva consumato, abbrustolito sotto la cenere, e aiutava le classi meno abbienti a completare un pasto povero. Anche i germogli freschi dello stelo, lessati o saltati in padella venivano mangiati insieme ad altri vegetali e ortaggi. Con le foglie fresche si avvolgevano le piccole forme di pecorino per proteggerle dagli insetti e conferire loro un delicato aroma.
L’asfodelo possiede proprietà astringenti e lenitive sulla cute. Aiuta a decongestionare e rinfrescare ustioni o sfoghi sulla pelle, in particolare favorisce la guarigione dagli eritemi solari. Un tempo, soprattutto nel Medioevo era un preziosissimo alleato della bellezza delle donne, in quanto schiariva macchie e lentiggini, un tempo considerate un difetto. Per le sue doti lenitive e cicatrizzanti veniva utilizzato per guarire i geloni.
A questa pianta si attribuiva anche la capacità di fare da antidoto per avvelenamenti o punture di insetti velenosi, tradizione questa trasmessa dai Greci e dai Romani giunti in Sardegna. E sempre da questi popoli derivano le credenze legate all’asfodelo e al mondo dei morti. Era infatti usanza dei Greci piantare asfodeli intorno alle sepolture, in quanto costituivano un’eventuale fonte di cibo per il viaggio nell’aldilà. Inoltre i Greci pensavano che nel Regno dei Morti a coloro che in vita non furono né buoni né cattivi spettasse vivere nei prati di asfodelo.
Anche per i cristiani l’asfodelo ha un valore simbolico, gli steli infatti sono detti “Bastone di San Giuseppe”. Il consiglio del Tempio doveva cercare un marito per Maria, e per individuare un uomo degno di questo ruolo cercarono un segno divino: San Giuseppe portava con sé un bastone di asfodelo e questo fiorì tra le sue mani, il consiglio lesse in questo prodigio l’indicazione divina.
Ma c’è una caratteristica dell’asfodelo: dai suoi fiorellini bianche le api producono un miele pregiatissimo, delicato, chiarissimo, quasi cristallino e dall’aroma unico, commercializzato quasi esclusivamente in Sardegna. È un miele raro e più costoso degli altri, per il suo gusto delicato viene utilizzato nelle preparazioni di alta cucina e abbinato a cibi altrettanto pregiati e dal sapore raffinato.
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