Bancarotta fraudolenta da 15 milioni di euro: due società minerarie del Sulcis nella bufera

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Il collaudato meccanismo di distrazione del denaro prevedeva, oltre al finanziamento delle società costituite all'estero mediante il trasferimento di ingenti somme di denaro, operazioni di vendita di macchinari e il successivo riacquisto o noleggio di costose macchine operatrici. Altre pratiche si fondavano sull’utilizzo improprio del personale per attività svolte in un cantiere per la costruzione di strade in Zambia ed in una stazione di confezionamento del calcestruzzo a Meknes in Marocco. Gli investigatori hanno anche accertato che le operazioni venivano documentate attraverso l’utilizzo di fatture “gonfiate” o, nei casi più gravi, totalmente false.

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L'autopsia chiesta dalla magistratura dopo l'esposto dei familiari farà luce sulla vicenda.