Si addensano nubi cupe e minacciose sul futuro del museo Stazione dell’Arte di Ulassai che ospita importanti opere di Maria Lai.

Infatti il tribunale civile di Cagliari ha dato ragione a Maria Sofia Pisu – nipote dell’artista ulassese – che è stata dichiarata erede esclusiva dei diritti d’autore.

Ora viene negata la possibilità di utilizzare le originali creazioni di Maria Lai, punta di diamante della Fondazione Stazione dell’Arte – nata su iniziativa della geniale donna ogliastrina e dal Comune di Ulassai, nel 2004 -.U

La Fondazione Stazione dell’Arte, nata nel 2004 per iniziativa della stessa Maria Lai e del Comune di Ulassai, vede così negata la possibilità di utilizzare le originali creazioni, fiore all’occhiello dell’istituzione culturale.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.